Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 25 Settembre, 2024
Nome: 
Giovanna Iacono

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Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signora Sottosegretaria, a distanza di un anno torniamo a discutere una nuova mozione sul diritto allo studio. La nostra mozione prova nuovamente a tenere alta l'attenzione su un tema importantissimo per la vita del nostro Paese. Quella di oggi doveva essere un'altra occasione per affrontare i temi urgenti e per rimediare a una vera e propria emergenza che riguarda tante studentesse e tanti studenti, molto spesso a causa di motivazioni di ordine sociale, economico e culturale. Purtroppo, si tratta dell'ennesima occasione sprecata. È indubbio che la condizione economica e sociale, la condizione di partenza, influenzino la dispersione e l'abbandono scolastico e che siano la causa di un più lento raggiungimento degli obiettivi. Il diritto allo studio non è ancora garantito dallo Stato italiano a tutte e a tutti, a differenza di quanto succede in molti altri Paesi europei, nei quali per tutto il periodo dedicato alla formazione e alla crescita delle studentesse e degli studenti è proprio lo Stato a farsi carico dei costi.

Nel nostro Paese ci sono tanti giovani e tanti giovani che non studiano e che abbandonano precocemente la scuola. Ci sono diverse aree del Paese, mi riferisco soprattutto alle aree interne e soprattutto al Mezzogiorno, dove maggiore è la dispersione scolastica. Aree, quelle marginali, che soffrono maggiormente l'isolamento e la carenza di servizi, dove chiudono le scuole perché sono quelle che hanno subito più di altre l'accorpamento e il dimensionamento. Eppure lo dovrebbe sapere la Sottosegretaria, lo dovrebbe sapere il Ministro, che in molti territori se chiudono le scuole muoiono le comunità. In quei territori è maggiore la povertà educativa e molti di più sono le giovani e i giovani in condizioni di svantaggio economico, sociale e personale. In quelle aree, l'esistenza della scuola diventa elemento della loro stessa esistenza. I dati ci dicono che negli ultimi anni le differenze e i divari sono aumentati, con un peggioramento del rendimento scolastico e un allargamento delle distanze e con la difficoltà di raggiungimento degli obiettivi tra studenti che provengono da aree diverse dal Paese, ma anche da quartieri diversi delle città. Signor Presidente, non sempre le alunne e gli alunni hanno l'accesso al tempo pieno e la possibilità di fruire della refezione scolastica. Non è sempre garantita la gratuità del trasporto pubblico o dell'abbonamento e questo fa venire meno anche il diritto alla mobilità per raggiungere i propri istituti scolastici. Signor Presidente, lo Stato dovrebbe incidere positivamente su queste problematiche e sostenere chi rischia di rimanere indietro. Dovrebbe farsi carico di politiche di sostegno nei confronti di chi non ha la possibilità di affrontare nemmeno le spese necessarie alla frequenza e non può permettersi di accedere ad altri servizi scolastici. L'istruzione è quel passaggio che rende concreta l'uguaglianza tra le persone, che permette a ciascuno di formarsi e di crescere, di fare scelte consapevoli e di costruire un'esistenza dignitosa. Lo Stato deve farsi carico di garantire che il diritto allo studio sia davvero esigibile. Quello del caro libri è uno dei temi che si somma alle altre emergenze che connotano l'avvio di questo nuovo anno scolastico.

Solo per dare qualche dato sull'aumento dei costi, per l'associazione italiana editori il costo medio della carta per i libri è aumentato del 57 per cento in un anno. In particolare, per i libri scolastici l'aumento sarebbe dell'80 per cento rispetto a un anno fa. Noi, a questo proposito abbiamo presentato delle proposte di legge, sia alla Camera che al Senato, finalizzate a contrastare il caro libri, il caro trasporti e a garantire un livello essenziale delle prestazioni per il servizio di refezione scolastica.

Nella mozione della maggioranza abbiamo letto tanti bei propositi e tante belle parole. Ci auguriamo davvero che non rimangano solo belle parole e soltanto buoni propositi, come d'altronde è accaduto finora a distanza di due anni dall'insediamento di questo Governo ed è anche per questo motivo che noi quella mozione non la voteremo.

Su questo vi metteremo alla prova alla prima occasione utile. La manovra finanziaria si avvicina e a dicembre esamineremo la nuova legge di bilancio, che ci auguriamo preveda misure a sostegno del diritto allo studio. Sono misure che, nonostante i proclami, lo scorso anno erano del tutto assenti. Speriamo, colleghe e colleghi di maggioranza, che possa essere davvero un terreno di incontro e di confronto e un'occasione vera per affrontare le problematiche delle famiglie. Anche lo scorso anno, a settembre, il Governo aveva dato rassicurazioni sull'impegno di aiutare le famiglie rispetto ai costi che stavano sostenendo per il diritto allo studio, per poter garantire la frequenza della scuola ai propri figli. Lo scorso anno, a settembre, le famiglie e gli studenti protestavano e il Governo, di fronte alle mozioni che come Partito Democratico, insieme agli altri gruppi di opposizione, avevamo presentato su questo tema, aveva preso degli impegni precisi.

Siamo di nuovo a settembre e gli studenti e le famiglie protestano ancora. “Vogliamo potere” è lo slogan della nuova mobilitazione nazionale che culminerà con uno sciopero il 15 novembre, per chiedere al Governo di cambiare rotta sulle politiche scolastiche e di garantire il diritto allo studio, promuovendo misure di sostegno e superando il modello fino ad ora proposto, che non affronta i problemi e che risulta dannoso. Non è possibile pensare che nel 2024, in una democrazia matura come l'Italia, dove tematiche di questo genere dovrebbero essere affrontate con scelte determinate, forti e precise, un Governo si giri dall'altra parte di fronte alle proteste e di fronte alle richieste sui problemi che la scuola e le famiglie stanno continuando a vivere.

Con la nostra mozione chiediamo dei precisi impegni al Governo. Chiediamo di intervenire con specifiche misure per rendere omogenee le condizioni di accesso alla gratuità dei libri di testo nelle diverse aree del Paese, anche aumentando le risorse nazionali a tal fine destinate alla progressiva gratuità a cominciare dalle famiglie meno abbienti; a intervenire con misure dirette a garantire, in forma graduale e progressiva, la gratuità dei costi legati alla mobilità nel tragitto dall'abitazione alla sede scolastica, anche attraverso l'istituzione di un fondo specifico per coprire i costi da essi sostenuti, sia per il trasporto scolastico erogato dagli enti locali sia per il trasporto pubblico locale; a prevedere l'istituzione di un fondo di solidarietà per i viaggi di istruzione presso il Ministero dell'Istruzione e del merito, da ripartire tra i diversi istituti di scuola di ogni ordine e grado e sulla base dell'indice del disagio sociale; a reperire risorse adeguate e a incrementare il servizio di refezione scolastica per la scuola primaria su tutto il territorio nazionale; infine, a garantire un maggior numero di insegnanti, di presìdi territoriali e l'istituzionalizzazione della comunità educante e dei patti educativi di comunità, finalizzati alla costruzione di reti tra scuole, Terzo settore, parrocchie, enti locali, fondazioni e il supporto di educatori e di assistenti sociali.

Noi pensiamo che la situazione richieda l'avvio di azioni strutturali e non episodiche a sostegno dell'istruzione e della scuola, per affrontare l'emergenza educativa in atto, che caratterizza settori significativi del Paese, e per garantire l'equità nell'accesso all'istruzione a tutte e a tutti. Ci aspettavamo, infatti, il parere favorevole su tutti i punti della mozione e non delle riformulazioni che, signora Sottosegretaria, non possiamo accogliere. Non le possiamo accogliere perché stravolgono il senso degli impegni che noi abbiamo chiesto al Governo.