Grazie, Presidente. Se vuoi correre un miglio, corri un miglio; se vuoi vivere un'altra vita, corri una maratona. Così esordì il grande Zàtopek che è rimasto negli albi della storia dello sport per la sua passione e la sua efficacia. La moderna maratona è questo: una disciplina olimpica fin dal 1896, un percorso di 42 chilometri e 195 metri allungati rispetto alla distanza effettiva che c'era tra Atene e la pianura di Maratona quando il famoso Filippine andrò annunciare, correndo ad Atene, la straordinaria vittoria degli Ateniesi sui Persiani. Quindi la maratona nasce sotto il buon auspicio, nasce sotto la stella di una grandissima vittoria che ha cambiato la civiltà occidentale: la battaglia di Maratona.
La mozione di oggi, come ha già detto il collega Lupi, si propone di sollecitare misure necessarie a promuovere globalmente e in maniera efficace le maratone e le mezze maratone nel mondo: eventi sportivi sempre più popolari, sempre più attrattivi sia per atleti sia per amatoriali non tesserati. Tale partecipazione che spesso purtroppo è ostacolata da norme burocratiche interne rigide in particolare per quanto concerne appunto l'idoneità medico-sportiva che si richiede ai runner stranieri. Quindi era auspicabile una semplificazione della regolamentazione per permettere agli atleti stranieri non tesserati la partecipazione a manifestazioni agonistiche sul territorio italiano con la mera presentazione della certificazione prevista nel Paese di origine per la stessa attività sportiva. Ciò va a eliminare effettivamente impasse burocratici, ore e giorni di attesa con gravi anche danni economici sulle spalle dei turisti che vengono in Italia e devono sottostare a questi lunghi tempi di attesa dopo aver sborsato soldoni per le spese di viaggio. Ora questa normativa vigente risale al decreto del Ministero della Sanità del 1982 denominato Norme per la tutela sanitaria dell'attività sportiva agonistica e all'articolo 5 prevede come condizione indispensabile per la partecipazione ad attività agonistica un certificato di idoneità rilasciato appunto da un medico dello sport. Quindi per poter gareggiare in Italia questo requisito ad oggi deve essere rispettato sia dagli atleti italiani sia da quelli stranieri sprovvisti di regolare certificato medico conforme appunto alla normativa. Ma chiaramente diventa gravoso per i secondi, come ho già detto, tant'è vero che le trasferte diventano vere e proprie viae crucis quando non si adempie a queste procedure.
Ora le manifestazioni no-stadia che nel mondo sono in continua crescita, in Italia sono in espansione ma non reggono il confronto con quelle straniere anche e soprattutto per tali restrizioni. Basti pensare che all'ultima maratona di New York hanno partecipato 50 mila atleti di cui oltre 38 mila statunitensi. Gli italiani erano 2.800 circa: gli italiani amano da morire fare la maratona di New York e io da assessore allo sport sono stata più volte ad accompagnarli, a fare da madrina ai nostri runners italiani e devo dire che partivano e tornavano con un entusiasmo mai mai decrescente e quindi sono anche il gruppo straniero che è più numeroso, nonostante gli alti costi di partecipazione che la maratona di New York richiede.
Andiamo in Italia. In Italia nel 2019 si sono svolte 59 maratone e le quattro più famose sono Roma, Milano, Firenze, Venezia: le uniche gold secondo i parametri Fidal, che contano complessivamente circa 30 mila partecipanti. Andiamo a quella di Roma: patrocinio dell'Unesco, in quanto si attraversano i più bei siti archeologici, artistici, architettonici del mondo, oltre 500 siti, ed è la più importante d'Italia ma badate la ventesima nel mondo. C'è qualcosa che non quadra. Nel 2014 i runners hanno raggiunto quota 19 mila di cui oltre 8 mila stranieri provenienti da 100 e passa Paesi. Tra atleti, familiari, accompagnatori e altra roba si sono stimate circa 50 mila presenze per un business complessivo molto ampio di circa 35 milioni di euro che entravano nelle casse del comune di Roma. Da ex-assessore allo sport e al turismo posso dire che se c'è qualcosa che fa da volano all'indotto turistico è sicuramente l'evento sportivo. Pensiamo alle finali di Champions, pensiamo ai mondiali di nuoto, pensiamo alle Olimpiadi che la sindaca Raggi non ha voluto per Roma ma che comunque avrebbero portato un grande indotto. La maratona di Roma, anche grazie alla diretta Rai, ha questa straordinaria vetrina in tutto il mondo. Se queste sono note degne di rilievo, purtroppo nel 2019 abbiamo avuto un brusco calo di presenze soprattutto di stranieri. Nel 2020 grazie a Dio l'organizzazione è tornata in mano all'Italia Marathon Club che ha già ad oggi, a soli meno di tre mesi dalla maratona che si svolgerà il 29 marzo, ha già 8 mila iscrizioni all'attivo, quindi già quante ne aveva avute lo scorso anno a fine iscrizioni. Ora è vero che a volte dipende dalla scarsa promozione che si fa dell'evento sui mass media e su altri organi di informazione, dalle scarse coperture mediatiche ma è anche vero che queste limitazioni burocratiche molto rigide possono incidere effettivamente sul numero degli iscritti stranieri. Questi eventi rappresentano anche un'ottima pubblicità in quanto costituiscono una leva per la promozione e la valorizzazione del territorio interessato e quindi è importantissimo che gli enti locali vengano coinvolti perché mi ricordo che andai a promuovere i mondiali di baseball di Nettuno a New York che è la sede del baseball mondiale e abbiamo aiutato in qualche maniera l'indotto turistico economico della piccola città di Nettuno in provincia di Roma. Quindi andare a promuovere questi eventi italiani nel mondo porta sicuramente un indotto perché il turismo sportivo è in costante crescita e sta diventando una risorsa economica sempre più grande, più importante e contribuisce in molte regioni addirittura all'aumento della domanda turistica e del PIL. Il binomio sport e turismo è un'occasione da sfruttare ma la partecipazione degli stranieri, come abbiamo detto, in seguito al decreto Balduzzi si è ridotta. Ora è vero che la Fidal ha consentito la partecipazione di atleti stranieri senza certificato medico in veste di turisti ma sappiate che sono estromessi dalla classifica finale, partono in ultima griglia nello schieramento e non possono prendere parte in questa maniera alla competizione vera e propria. Un impasse superabile con maggiore sensibilità e attenzione verso il mondo dello sport che deve essere anche visto, come sarà vista questa mozione, come uno strumento per la crescita dei territori, degli enti locali e del turismo. Ecco perché si prevede la possibilità per gli atleti stranieri di potersi iscrivere a queste manifestazioni nel rispetto di quanto previsto dalle leggi nazionali del loro Paese di residenza. Ora pensate che a New York basta l'autocertificazione e così è in tanti altri Paesi del mondo.
Se per un atleta la maratona costituisce una sfida ai propri limiti, noi siamo chiamati a superare un importante limite: quello normativo. Infatti, ci troviamo davanti a un fenomeno sportivo che è in perenne crescita e con un notevole potenziale economico ma che, ancora una volta, viene ostacolato dalle pastoie e dalle lungaggini burocratiche.
Voglio concludere con una citazione molto bella di un anonimo che ben condensa lo spirito sportivo, culturale e sociale della maratona: “La maratona si corre trenta chilometri con le gambe, dieci con la testa, due con il cuore e 195 metri con le lacrime agli occhi”.