Grazie, signora Presidente. Io parto con due premesse. La prima è una premessa delle premesse, perché così rispondo anche all'onorevole Lupi che è intervenuto su questo tema, e cioè mi riferisco, diciamo, all'intervento del Governo che ha aggiunto delle premesse a una mozione da me sottoscritta. Fatto curioso, diciamo. Non me la sento proprio di ringraziare il Governo per averle ritirate, mi sento di sottolineare che ha fatto semplicemente quello che era opportuno fare rispetto al Regolamento, come evidenziato dal collega Fornaro nel suo intervento. Dopodiché le riformulazioni, certo, queste sono una prerogativa del Governo che, infatti, accetterò, nonostante ripeta che siano, diciamo, un po'formali, no? C'è un po'un esercizio di stile nel correggere certi verbi, cambiare certi aggettivi, ma, diciamo, migliorerò. Chiudo la prima premessa dicendo che, in virtù di quello che è successo, ecco, avrei potuto chiedere a ChatGPT: scrivi una dichiarazione di voto come la farebbe il ministro Andrea Abodi, però poi ho rinunciato e ne faccio una tutta mia. Il provvedimento insiste ed è simile - è stato già ricordato - a un provvedimento, a una mozione della precedente legislatura che aveva avuto un esito - mi sembra di intuire - altrettanto unanime. La situazione è stata ampiamente spiegata, riguarda la partecipazione di stranieri, cittadini e cittadine stranieri, alle maratone in Italia. Naturalmente parliamo di amatori, non parliamo di atleti agonisti che, ovviamente, hanno un'altra tipologia di iscrizione alle maratone, parliamo di amatori. Il fatto che oggi esiste in Italia e che genera quelle difficoltà che sono state ricordate dai miei colleghi e dalle mie colleghe è che se io cittadino italiano vado a correre una maratona a New York o a Boston o a Berlino, non mi viene richiesto nessun tipo di certificato agonistico, mi viene richiesta semplicemente un'autocertificazione che io posso scrivere, diciamo, sulla carta della pizza, andare lì e correre. Se, invece, un cittadino americano viene a correre a Firenze, a Roma, a Venezia, gli viene richiesto di cercarsi un medico dello sport, di trovarlo disponibile - cosa che ovviamente non è scontata - ed effettuare tutta una serie di esami clinici che orientano verso il certificato medico di idoneità agonistica. Qualora anche succedesse che poi non ottenga quel certificato, deve tornare a casa senza aver corso la maratona. Fatto - e naturalmente poi entrerò nel dettaglio - che fa sì, come ricordato in entrambe le premesse delle mozioni Lupi ed altri n. 1-00228 e Berruto ed altri n. 1-00393, che fa sì che oggettivamente in Italia corrano molti meno amatori stranieri rispetto a quanti sono gli stranieri che vanno a correre a New York, a Berlino, a Boston e così via.
Ora in realtà bisogna dirla tutta: c'è un escamotage in questo momento - questo fatto non è stato ricordato da nessuno - ma è possibile in realtà per un amatore straniero venire a correre una maratona in Italia, diciamo, correndo fuori classifica. La semplifico in questa maniera. Quindi, assumendosi il rischio dell'attività fisica. La maratona oggettivamente, diciamo, è una disciplina che richiede un impegno estremamente gravoso del corpo, insomma, non è come passeggiare su Via del Corso. Quindi, si assume le responsabilità, cosa che poi nei casi purtroppo di tragedia comunque implica una responsabilità indiretta degli organizzatori e, quindi, l'obiettivo è anche tutelare gli organizzatori prima di tutto. Quindi, può correre, diciamo così, fuori classifica; non c'è una classifica finale; c'è un ordine alfabetico; c'è un riferimento al tempo che poi uno va a calcolarsi rispetto al tempo degli altri. Cosa comunque che, rispetto alle modalità, diciamo, degli amatori che corrono le maratone, è respingente. Quindi, fa sì che, in effetti, le maratone, le grandi maratone in Italia, nelle città d'arte che conosciamo, che evidentemente potrebbero attrarre amatori di tutto il mondo, che portano magari le loro famiglie, che vanno a vedere le altre città d'arte, che rimangono nel nostro Paese per magari decine di giorni e quindi portano un benefit indubbio al turismo, in realtà, non ci vengano.
Ora, oltre all'escamotage che ho citato, c'è un altro fatto che va sottolineato - ripeto - per onestà intellettuale: se, invece, tu amatore vuoi gareggiare, quindi, vuoi essere in classifica, amatore straniero, vieni in Italia e gareggi, devi sottoporti al percorso che ho, diciamo, espresso, ricordato, diventando tesserato della Federazione atletica leggera, ovviamente fosse anche solo per un giorno di attività.
Ora, anche qui, si aprirebbe un tema che non è oggetto di queste mozioni. Quindi, semplicemente, lo evidenzio per onestà intellettuale: curioso anche questo, nel senso che, come sapete, poi la ripartizione del denaro pubblico, che va alle Federazioni e agli enti di promozione sportiva, si fonda anche sul numero di tesserati. Quindi, diciamo, che quello è un bel bacino di utenza, no? Per certe federazioni che, così, aumentano il numero dei tesserati per un'attività di un giorno.
Allora, come risolvere questo tema? Ho ascoltato con grande interesse tutti gli interventi che mi hanno preceduto. Devo sottolineare un fatto che mi ha un po'incuriosito, diciamo, signora Presidente. Fra i nostri colleghi c'è un onorevole, che si chiama Maurizio Casasco, che è il presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana. Sarebbe stato molto bello sentire il suo parere, con tutto il rispetto dell'onorevole Tassinari che lo ha sostituito nella dichiarazione di voto. Però, non so, sono sorpreso. È come se quest'Aula si esprimesse per una novità che riguarda il gioco della pallavolo, dalla prossima settimana si gioca in 12, e intervenisse il mio collega Nicola Carè che, diciamo, ha tantissime qualità, ma forse esattamente non quella di conoscere nel dettaglio il gioco della pallavolo.
Ora, mi piacerebbe approfondire questo tema oltre - lo ripeto - senza speculazioni fra opposizione e maggioranza, capire perché l'onorevole Casasco, diciamo, non ci dà, non ci conforta del suo parere essendo - lo ripeto - il Presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana.
Io non sono mai tenero, oltre alle grandi qualità che le Federazioni hanno, su alcuni difetti delle Federazioni sportive. Riconosco però alla Federazione Medico Sportiva Italiana che si fonda su un fatto inedito: per essere membro della Federazione Medico Sportiva Italiana devi essere un medico e, quindi, devi far fatto anche un giuramento che riguarda la tua professione - cosa che la differenzia dalle altre Federazioni-.
Dicevo: come tentare di risolvere il problema? Evidentemente concordiamo sulle finalità. Abbiamo chiesto - come anticipato dall'onorevole Lupi - il voto separato sull'impegno 1) della sua mozione per una ragione molto semplice: noi non vogliamo abbassare, diciamo, troppo l'asticella della qualità di attenzione alla salute dei partecipanti alla maratona. Quindi, ci asterremo sull'impegno 1) della mozione Lupi ed altri n. 1-00228, semplicemente, per quell'inciso fra parentesi che vado a leggere: per esempio, permettere “ai runner statunitensi di poter presentare in Italia un'autocertificazione, così come previsto dalla normativa statunitense”.
Noi crediamo che sia anche a tutela degli organizzatori più utile far sì che chiunque possa venire a correre maratone in Italia, portando un certificato di salute emesso nel suo Stato di residenza, con un'autocertificazione che ovviamente tuteli gli organizzatori, nel senso che quel certificato sia reale. Credo che, per esempio, negli Stati Uniti non sia difficile trovare un medico che possa certificare - ripeto - uno stato di salute, non di idoneità agonistica, cosa prevista dalla norma italiana.
Insomma, ci distingueremmo solo su questo fatto, ecco, non una deregulation totale, ma una attenzione che distingue il nostro Paese rispetto al potenziale rischio e alla salute dei partecipanti.
Però - e uso la seconda e ultima parte del mio intervento - vorrei che ci concentrassimo anche un attimo e vorrei chiedere la vostra attenzione sulla seconda parte della nostra mozione.
Perché certamente è giusto - e lo stiamo facendo - aiutare ai fini della promozione turistica, tutto quello che abbiamo detto, chi organizza grandi eventi, diciamo, con finalità anche commerciali. Ma noi nella seconda parte della nostra mozione chiediamo che vengano tutelati, sostenuti coloro che investono in attività, diciamo, non agonistiche, e che si occupano di promozione della cultura del movimento e della salute del benessere.
Penso alle attività come il nordic walking, fitwalking, l'orienteering, il plogging che ha anche una diciamo finalità ambientale; penso a grandi manifestazioni come “Race for the Cure”, qui, a Roma, come “Just the Woman I Am” a Torino, che fanno, che dedicano settimane al tema della prevenzione, della salute che mettono in palio, offrono borse di studio a ricercatori sicché possano investire il loro percorso di studi su quel tema.
Chiediamo che vengano sostenute questo tipo di manifestazioni con una deburocratizzazione, con una tutela e un'attenzione rispetto ai costi per il suolo pubblico e la sicurezza, che spesso sono, anche quelli, un fattore limitante di attività che, ripeto, sono invece orientate alla promozione della salute e del benessere, come prevede l'articolo 33 della nostra Costituzione, come è stato ricordato.
Questo è il motivo per cui il Partito Democratico si esprimerà con un voto di astensione sul primo impegno della mozione Lupi e sarà, invece, favorevole a tutti gli altri impegni, oltre, naturalmente, al voto favorevole sulla nostra mozione.