Discussione generale
Data: 
Lunedì, 27 Gennaio, 2025
Nome: 
Patrizia Prestipino

Grazie, Presidente. Come è stato già detto, la mozione in oggetto richiama nuovamente l'attenzione su una questione di grande rilevanza per il Paese: la necessità di rimuovere le barriere normative che limitano la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone e mezze maratone organizzate in Italia. Si tratta di un tema già affrontato nel 2020 in quest'Aula e condiviso trasversalmente tra le forze politiche. Lo ricordo bene perché fui proprio io, allora, a dibattere su questo tema per conto del Partito Democratico.

Anche il Partito Democratico ha presentato una sua mozione, in linea con il principio sancito dall'articolo 33 della Costituzione, e richiede interventi specifici sul tema. Oggi come allora, desidero ribadire quanto le maratone non siano semplici eventi sportivi.

E lo dico da ex assessora allo sport, che ha sempre attribuito una grande importanza a questo tipo di evento, proprio perché rappresenta un fenomeno sociale, culturale ed economico di straordinaria rilevanza, capace di unire persone di ogni età, provenienza, promuovendo al contempo il benessere psicofisico, il turismo e lo sviluppo economico delle comunità ospitanti. Come evidenziato da entrambe le mozioni, l'impatto economico generato da eventi di questo genere è significativo, basti pensare che grandi maratone internazionali, come quella di New York, hanno registrato ricadute economiche di centinaia di milioni di dollari. Tuttavia, l'Italia risulta penalizzata da una normativa sanitaria eccessivamente stringente, che di fatto ostacola la partecipazione degli atleti stranieri, in particolare dei cosiddetti runner turistico-sportivi. Mentre in altri Paesi europei e nel mondo è sufficiente un'autocertificazione, una certificazione sanitaria rilasciata nel Paese di origine, in Italia gli atleti stranieri devono adeguarsi a requisiti specifici, tra cui esami medici dettagliati e molto costosi. Queste limitazioni, seppure animate da intenti di tutela della salute, hanno prodotto due effetti principali: uno, una drastica riduzione della partecipazione di atleti stranieri alle nostre maratone; due, un significativo danno economico e di immagine per il nostro Paese, che viene privato della possibilità di attrarre un pubblico più vasto, internazionale, che non si limita a correre, con evidenti ripercussioni quindi sull'indotto turistico e culturale delle città ospitanti.

Presidente, a differenza di altri Paesi come la Germania, la Spagna o la Francia, le maratone italiane continuano a soffrire di una partecipazione ridotta, basti citare l'esempio della maratona di Roma, che pure l'allora Sindaco Rutelli ebbe la straordinaria intuizione di rilanciare, dopo anni di stasi, ma che oggi registra numeri nettamente inferiori rispetto a quelli di Berlino, di Valencia o di New York. Questa cosa non è più accettabile per un Paese come il nostro, ricco di storia, cultura, paesaggi unici che si prestano, poi, come teatro per eventi di questo tipo. Il problema non riguarda solo l'organizzazione delle gare, ma coinvolge anche la capacità dell'Italia di competere su scala internazionale, di attrarre sponsor, di consolidare il turismo sportivo come elemento chiave del nostro sviluppo economico. La nostra mozione non propone di abbassare gli standard di tutela della salute per i nostri atleti, ma di adottare un approccio equilibrato, inclusivo, in linea con le migliori pratiche europee. Per esempio, il Partito Democratico chiede di adottare iniziative normative che consentano agli atleti stranieri di partecipare alle cosiddette manifestazioni non-stadia, che si svolgono sul territorio italiano diffusamente, previo certificato che attesti un buono stato di salute, rilasciato conformemente alle normative sanitarie dei Paesi di residenza e accompagnato da un'autocertificazione, quindi che ridurrebbe gli oneri burocratici, gli iter, i costi attualmente richiesti; poi avviare un piano strategico di sviluppo economico, in sinergia con le regioni, comuni ed enti locali che consideri le maratone e le mezze maratone come strumenti per promuovere anche il turismo e le attività culturali, offrendo agli atleti e ai loro accompagnatori una esperienza completa ed attrattiva; considerare le manifestazioni non competitive come strumento di divulgazione della cultura della prevenzione, del movimento e del benessere psicofisico, coinvolgendo CONI, FIDAL e Sport e Salute S.p.A.; poi, garantire la gratuità dei servizi come le spese per il suolo pubblico, la sicurezza e la vigilanza, nonché promuovere una maggiore accessibilità allo sport, sostenendo per esempio le famiglie in difficoltà economica, nelle regioni con un maggiore tasso di dispersione scolastica, attraverso voucher di spesa, come è stato fatto durante il COVID o anche nel periodo post COVID per le attività sportive per famiglie meno abbienti; sostenere e promuovere le forme organizzate dei gruppi di cammino, di manifestazioni di camminate sportive, che pullulano la domenica mattina nelle nostre città.

Basta dare una letta alle pagine social, tra l'altro seguitissime e gettonatissime: il nordic walking, il fitwalking, l'orienteering, il plogging, insomma tutte quelle manifestazioni che coinvolgono i cittadini, gli amatori. Reperire risorse per promuovere la cultura del movimento quale strumento di prevenzione e controllo di patologie (per esempio, quelle più insidiose, come il diabete) attraverso l'individuazione di aree verdi idonee alla pratica sportiva, anche ridisegnando il paesaggio urbano se utile e necessario. Ricordiamo che a un euro investito nel settore sportivo corrisponde il risparmio di 3 euro nel lungo periodo per il sistema sanitario nazionale. Se la mozione oggetto di discussione si concentra, principalmente, sull'abbattimento delle barriere normative che ostacolano la partecipazione degli atleti stranieri alle maratone competitive in Italia, la mozione presentata dal Partito Democratico amplia il dibattito, includendo ulteriori obiettivi, con una particolare attenzione ai risvolti sociali, come è poi nelle nostre corde. Non possiamo più permetterci di perdere tempo in un settore così strategico. Promuovere le maratone in Italia significa non solo valorizzare il nostro Paese come meta sportiva di eccellenza, ma anche generare benefici diretti per il tessuto economico e sociale delle nostre città.

Concludo ribadendo la convinzione del Partito Democratico che lo sport debba essere uno strumento di prevenzione, inclusione, crescita e benessere. Il nostro compito, come legislatori, è quello di rimuovere gli ostacoli che impediscono al nostro Paese di esprimere al meglio e appieno il proprio potenziale in questo ambito, rendendolo un punto di riferimento per lo sport e il turismo sportivo a livello internazionale, proprio come fa un maratoneta: con il coraggio di iniziare e la determinazione di continuare.