Buongiorno, Presidente, onorevoli colleghi. Innanzitutto, prima di illustrare la mozione, per noi è fondamentale chiedere al Governo di ritirare l'emendamento al Senato sulla proroga del decreto-legge n. 14 del 2022, un emendamento fatto al decreto Calabria che poco c'entra o nulla, sostanzialmente, con quello che è il decreto-legge n. 14 del 2022. Ciò per due questioni, una di merito e una di metodo: la questione di merito è che noi siamo a sostegno da sempre dell'Ucraina e continuiamo ad esserlo in tutte le forme rispetto alla condizione bellica attuale, all'attuale scenario bellico; sulla questione di metodo, io penso che non si possa e non si debba, attraverso un emendamento a un decreto che nulla c'entra, parlare della vicenda ucraina. Già a giugno avevamo presentato una risoluzione dove sostanzialmente si chiedeva di coinvolgere il Parlamento; penso che questo sia un tema troppo importante, perché si possa legiferare attraverso un decreto.
Quindi, chiediamo al Governo di ritirarlo; ovviamente, nel merito abbiamo chiarito il nostro sostegno all'Ucraina e lo diciamo anche nella mozione, una mozione che per il PD sostiene lo sforzo italiano a sostegno dell'Ucraina, in linea con quella che è la Carta delle Nazioni Unite e con il diritto internazionale. L'Ucraina ha esercitato un suo legittimo diritto a difendersi dall'aggressione russa per riconquistare il pieno controllo del proprio territorio e liberare i territori occupati entro i confini riconosciuti a livello internazionale. Diciamo che l'Italia condanna la Russia e opera al fianco dell'Unione europea e della NATO. Il Governo italiano ha condannato immediatamente e con assoluta fermezza l'aggressione russa all'Ucraina, inaccettabile e ingiustificata, e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento hanno espresso analoga condanna ed hanno fornito sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, lavorando al fianco degli alleati europei e della NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione, alla crisi militare e, soprattutto, umanitaria che ne è nata.
La Russia, nel perpetrare questa violazione del diritto internazionale, aggredendo uno Stato sovrano, si sta macchiando di ignobili crimini di guerra nei confronti della popolazione civile, su cui chiediamo che la magistratura internazionale faccia luce. Negli ultimi mesi, la Federazione Russa ha proseguito la sua guerra illegale, non provocata e ingiustificata nei confronti dell'Ucraina, compiendo azioni in totale spregio del diritto internazionale, soprattutto, umanitario, come anche appunto ci ricordano le tantissime testimonianze di stupri compiuti per lo più dai soldati russi sui civili ucraini.
Secondo i dati della procura generale ucraina erano già, a luglio 2022, 10.619 i crimini di guerra e di aggressione registrati dall'inizio del conflitto in Ucraina, ma riguardo agli stupri soltanto poche tra le donne vittime di violenza sono psicologicamente e fisicamente in grado di testimoniare per le aggressioni sessuali che rientrano anch'esse in questa categoria di reati.
Nel sostegno al popolo ucraino in tutte le forme deve essere impegnato prioritariamente il nostro Governo; questa mozione lo impegna, infatti, a proseguire l'azione fattiva costante già svolta dall'Italia per il sostegno della popolazione ucraina in patria, nonché a implementare tutte le misure di accoglienza adottate per le persone in fuga dalla crisi bellica, con particolare attenzione alle esigenze dei soggetti minori, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti loro riconosciuti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, e alle esigenze dei più fragili, tra cui anziani e disabili, anche in ragione del previsto aumento di arrivi dovuti al danneggiamento sistematico delle fonti energetiche in Ucraina da parte russa, che ostacola la capacità del Paese di affrontare l'inverno.
Viene ricordata l'iniziativa - dentro la mozione – dell'Europarlamento e della rete Eurocities per raccogliere fondi per acquistare macchinari per la popolazione ucraina senza luce e gas, un appello a tutti i comuni del Vecchio Continente; la pace si costruisce cominciando a salvare le vite umane. Circa 10 milioni di ucraini sono senza elettricità in pieno inverno, a causa dei bombardamenti russi che hanno colpito le infrastrutture energetiche del Paese. Quello che stiamo cercando di fare è dare una mano concreta per l'approvvigionamento energetico sulla base delle città dell'Ucraina.
“Siamo al fianco dei cittadini ucraini e doneremo generatori da tutta Europa per alimentare le loro case e illuminare la notte. Insieme attraverseremo l'oscurità causata dalle bombe del Cremlino”. Così noi dobbiamo necessariamente - con l'appello che hanno fatto Eurocities e l'Europarlamento - lavorare in quest'unica direzione per sostenere, in modo fattivo e tempestivo, l'appello delle autorità ucraine per l'acquisto e l'invio di generatori elettrici, anche da parte del Governo e anche coinvolgendo tutto l'associazionismo e gli enti locali.
È per questo che come primo impegno nella risoluzione chiediamo che il Governo si impegni a sostenere il ruolo dell'Italia all'avvio di un percorso diplomatico per la costruzione di una conferenza di pace sempre nel quadro di una stretta e fattiva collaborazione con le istituzioni europee e gli alleati della NATO, attraverso iniziative utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase del conflitto, anche in linea con gli orientamenti emersi in occasione dell'ultimo incontro del G20. È sempre più evidente che è forte il sentimento pacifista e occorre promuovere ogni sforzo utile a condurre il prima possibile a una risoluzione pacifica, negoziale e giusta del conflitto. Il nostro impegno è sulle conseguenze che ci sono del conflitto in Ucraina, che sono conseguenze alimentari, vedi la crisi del grano, ma non solo, per cui l'effetto domino del conflitto in Ucraina sulle speranze di una ripresa post pandemia di molti Paesi sta dispiegando tutti i suoi peggiori effetti, a partire dal forze rialzo dei prezzi delle materie prime alimentari ed energetiche di cui l'Ucraina è uno dei maggiori esportatori, insieme alla Russia.
Dunque, chiediamo al Governo di impegnarsi a definire ogni soluzione necessaria a livello bilaterale e multilaterale, a partire dall'ONU, dall'Unione Europea e dal G7, per assicurare la sicurezza alimentare .Continuiamo a sostenere anche i dissidenti russi che sfidano in patria il regime di Putin per dire “no” alla guerra, infatti, impegnamo il Governo ad adoperarsi in sede europea e internazionale per promuovere azioni di solidarietà nei confronti dei cittadini russi impegnati, arrestati o costretti a fuggire per avere protestato contro il regime e contro la guerra.