Discussione generale
Data: 
Martedì, 29 Novembre, 2022
Nome: 
Marco Sarracino

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Presidente, onorevoli colleghi e onorevoli colleghe, mai avrei voluto cominciare questo mio primo intervento così, ma, da parlamentare della provincia di Napoli, utilizzo anche questa circostanza per esprimere ancora una volta la vicinanza e la solidarietà mia e del mio gruppo a tutta la comunità dell'isola di Ischia e del comune di Casamicciola, perché siamo dinanzi a una tragedia che in questo momento necessita di tutta la collaborazione istituzionale, e il nostro cordoglio va alle famiglie delle vittime, il nostro ringraziamento a chi è impegnato nei soccorsi, compiuti da un numero impressionante di volontari, che sono la prova del grande cuore di quel popolo, che ha sofferto troppe volte eventi tragici come quello di sabato. Voglio iniziare questo intervento da una premessa e da una considerazione politica netta, radicale: il salario minimo è e sarà una delle battaglie identitarie del Partito Democratico, ed è su questi temi che la nostra forza politica caratterizzerà l'iniziativa parlamentare in questa legislatura, perché in Italia esiste una questione sociale non più rinviabile, e questa crisi purtroppo la sta aggravando. Ci sono diseguaglianze economiche che hanno raggiunto livelli che non sono più accettabili dal punto di vista etico.

Oggi nel nostro Paese il 20 per cento più ricco della popolazione detiene il 70 per cento della ricchezza nazionale, la forbice tra chi ha e chi non ha continua ad allargarsi. Ci sono aziende, ne abbiamo parlato più volte, che hanno realizzato extraprofitti senza averne alcun merito. Noi crediamo che una politica che riaffermi una nuova giustizia sociale, che vada nella direzione di una redistribuzione delle ricchezze, ma anche delle opportunità, sia assolutamente prioritaria in un momento come questo. La manovra di bilancio varata da questo Governo purtroppo non va in questa direzione, anzi. Sul tema del lavoro non c'è praticamente nulla, anzi, qualcosa c'è: si reintroducono i voucher, che non fanno altro che aumentare ed esaltare la precarietà. Noi, invece, riteniamo fondamentale in questo momento affrontare con urgenza la questione dei salari, la questione salariale, perché i salari degli italiani crescono poco, anzi, non crescono affatto. Ma oggi siamo dinanzi a un fatto nuovo: abbiamo un'inflazione, un costo della vita, dell'energia, che è cresciuto esponenzialmente in pochissimi mesi rispetto ai salari.

Oggi milioni di italiani rischiano di non farcela, e questo si manifesta con maggiore impatto soprattutto tra chi ha dei salari che non sono assolutamente accettabili. Non è possibile che una persona che la mattina si sveglia e va a lavorare si ritrovi poi a vivere in condizioni di povertà, non è tollerabile. Eppure questo avviene, avviene che ci sono 2 milioni e più di italiani che, nonostante vanno a lavorare, sono poi poveri. E voglio ricordare anche in maniera pleonastica, ma penso sia necessario, che basse retribuzioni oggi significano basse pensioni domani. Generalmente a vivere così sono le fasce più deboli, con meno diritti, giovani e donne. E questo è un fenomeno che, come racconta anche il rapporto Svimez presentato ieri, si accentua particolarmente nelle aree metropolitane e al Sud.

Proprio dal Sud voglio raccontare una storia che si è verificata questa estate, che è un po' il simbolo di quello che si verifica alcune volte nel nostro Paese. Una ragazza di Secondigliano, nella periferia di Napoli, è arrivata alle cronache nazionali perché su uno dei social del momento ha postato un video con migliaia di visualizzazioni in cui denunciava di avere avuto un'offerta di lavoro come commessa per 280 euro al mese, 280 euro al mese! Ci rendiamo conto? La ragazza ha rifiutato quell'offerta di lavoro, tanti suoi coetanei non sono nelle condizioni di poterlo fare. E sapete che cosa ha dichiarato, che cosa ha scritto quel presunto datore di lavoro? Che i giovani di oggi non vogliono lavorare. Ma non è vero, i giovani di oggi non vogliono essere sfruttati, che è una cosa molto diversa, molto diversa, e noi saremo al loro fianco. Ora è chiaro che questo è un esempio limite, ma il salario medio di un under 35 nel nostro Paese è comunque di 850 euro al mese, di questo parliamo.

Come può un ragazzo progettare il futuro in queste condizioni? Come può pagare un affitto, costruirsi una famiglia? Voi parlate dell'immigrazione, ma non vedete che il principale problema di questo Paese è quello che viene chiamato inverno demografico. Una situazione resa ancora più complessa da quel fenomeno che vede migliaia di ragazzi e ragazze andare via ogni anno perché il loro diritto a restare viene messo in discussione da condizioni di lavoro che non garantiscono nulla, da contratti che forse hanno un carattere legale, ma non ti permettono di poter vivere. Ecco perché noi riteniamo che sia arrivato il tempo di istituire un salario minimo con una sua quantificazione a 9,50 euro all'ora, perché, oltre le parole, occorrono anche strumenti alle persone per vivere una vita dignitosa e rivendicare i propri diritti. Noi vogliamo però avanzare questa proposta arrivando ad un sano confronto anche con le parti sociali, perché quella del salario minimo è una questione che si lega ad altri tasselli molto importanti, la formazione dei lavoratori e anche il tema della rappresentanza.

Ed è per questo che è necessario il confronto con le parti sociali, disinnescando potenziali tensioni e potenziali conflitti. Per questi motivi, con questa mozione, il Partito Democratico impegna il Governo ad avere una road map in grado di giungere al recepimento della direttiva comunitaria in tempi brevi. Puntiamo immediatamente alla definizione della retribuzione minima legale, facendo innanzitutto riferimento ai principali contratti collettivi nazionali sottoscritti da datori e prestatori di lavoro più rappresentativi, ma prevedendo, ripeto, che il trattamento economico corrisposto ai lavoratori non possa essere inferiore a 9,50 euro all'ora, al lordo degli oneri contributivi e previdenziali, perché esiste una soglia sotto la quale non si tratta più di lavoro, ma si tratta di sfruttamento, e questo è inaccettabile.

Siamo convinti che il senso di responsabilità che dovrebbe accompagnare tutte le forze politiche ci guiderà in questo percorso, non facile, ma necessario. Per quel che riguarda il Partito Democratico noi faremo vivere questa battaglia politica non solo qui, in Parlamento, ma anche in ogni parte del Paese, tra chi soffre, tra chi è sfruttato, in ogni piazza, nella testa e nel cuore di ogni italiano, perché chiunque è colpito da un'ingiustizia, piccola o grande che sia, deve sapere che troverà a sua protezione e al suo fianco, per una vita più giusta, il Partito Democratico.