Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, sottosegretario Scalfarotto, colleghe e colleghi, Forza Nuova va sciolta: Forza Nuova va sciolta e noi su questo non abbiamo alcun dubbio. Voglio ripetere qui, in quest'Aula, che non ne avevamo e non ne abbiamo, tanto meno adesso. Mi permetta, Presidente, di spiegare brevemente, vista la ricostruzione che oggi alcuni giornali hanno fatto, ciò che è accaduto ieri al Senato, non perché debba difendere alcunché ma perché ci sono dei tecnicismi che hanno fatto pensare ad alcuno che vi fosse un passo indietro rispetto alla scelta, non solo del Partito Democratico, di chiedere con forza, con determinazione e con chiarezza lo scioglimento di Forza Nuova. Lo abbiamo fatto, Presidente, perché noi riteniamo che vi siano quelle condizioni, che vi sia un dettato costituzionale e una legge molto chiara. Abbiamo chiesto al Senato, come qui, che il Governo si impegni ad adottare quei provvedimenti di competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti quei movimenti politici di chiara ispirazione fascista, artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione.
Questo abbiamo chiesto, questo ribadiamo oggi in quest'Aula e questa è stata la posizione tenuta con chiarezza ieri da tutti i colleghi del centrosinistra che hanno approvato quello che si definisce “ordine del giorno”, ma che non è altro che una mozione che ha raccolto le mozioni che al Senato erano state diversamente depositate. Lo dico, perché non c'è stato e non c'è nessun arretrare rispetto alla richiesta che abbiamo fatto con il deposito della nostra mozione; quindi, ribadiamo ancora una volta che chiediamo quello scioglimento. Le modalità saranno modalità che deciderà il Governo, ma non c'è nessun dubbio se farlo oppure no. Un conto è dire: scelga il Governo con quale modalità e un conto è mettere in dubbio che ci sia stato un arretramento rispetto a quello che abbiamo chiesto. Abbiamo detto in quella piazza, sabato: “mai più fascismi”. Ribadiamo, oggi, in questo Parlamento, con forza: “mai più fascismi”.
Molti colleghi hanno già ricordato e ricostruito quelli che sono stati i momenti e le fasi dell'assalto squadrista alla sede della CGIL di sabato e di quello - mi permetterete - ancora più inaudito, se è possibile, e ancora più vigliacco al pronto soccorso del Policlinico Umberto I. Io spero e sono convinta che in quest'Aula, anche per quello che ho avuto la possibilità di ascoltare, nessuno sottovaluti quello che è accaduto, non solo perché ci riporta agli anni tragici e sanguinosi del fascismo, degli assalti alle Camere del lavoro, di quel biennio 1921-1922 della violenza cieca contro i lavoratori, ma anche perché c'è un valore simbolico dietro quell'azione fascista.
Chi era lì, sabato 9 ottobre, voleva assaltare il luogo più alto della Repubblica, voleva assaltare - lo voglio ricordare - i luoghi istituzionali, voleva assaltare la sede del Governo, Palazzo Chigi, voleva assaltare la sede del Parlamento e questo credo che non possa non solo essere sottovalutato, ma che debba, proprio in quest'Aula, trovare il massimo della condanna da parte di tutti, senza alcuna distinzione; lo ripeto, senza alcuna distinzione, senza strumentalizzazioni e senza propaganda politica. Credo anche che sarebbe un errore e sarebbe veramente da irresponsabili non comprendere il livello della sfida che quelle organizzazioni hanno lanciato allo Stato democratico. Noi non saremo indifferenti: lo ripeto, non saremo indifferenti. È il motivo per cui chiediamo con forza lo scioglimento di quelle organizzazioni ed è anche il motivo per cui riteniamo che si debba, ancora una volta e ancora con maggiore forza, ricordare quello che abbiamo detto più volte in quest'Aula, ma che ancora di più, oggi, siamo qui a ribadire, cioè che l'antifascismo ispira e attraversa l'intera Carta costituzionale, nelle norme che tutelano la libertà di tutti e di ognuno di noi, i diritti di ogni persona, la libertà, l'equilibrio dei poteri, l'avversione ad ogni forma di discriminazione, di offesa e di intolleranza.
Perciò, siamo davanti ad un passaggio decisivo e su questo non dovrebbero esserci divisioni e distinguo, non dovrebbero esserci, perché il Paese sta vivendo un momento assai delicato: da un lato, la fiducia che attraversa la società per il buon esito della campagna vaccinale, per i chiari e positivi segnali di ripresa economica, che ci fanno capire che in prospettiva abbiamo davvero la possibilità di rendere questo Paese più equo, migliore, più moderno; dall'altro, c'è un malessere, c'è un disagio che è frutto di stanchezza, che è frutto di precarietà, che è frutto di smarrimento e di insicurezza sul futuro, che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare e che è anche alla base di alcune di quelle manifestazioni a cui abbiamo assistito, quelle tante manifestazioni a cui abbiamo assistito in questo periodo. Questo malessere non possiamo sottovalutarlo, questo malessere va compreso e va ascoltato, ma proprio perché questo malessere deve essere compreso e deve essere ascoltato, non può essere strumentalizzato e ogni condanna va fatta rispetto a chi quel malessere utilizza, lo cavalca, lo strumentalizza; rispetto a quelle frange estremiste e violente che infiltrandosi in quelle manifestazioni trasformano quelle manifestazioni in occasioni di violenza e di distruzione e sfidano le istituzioni democratiche.
Proprio per questo, noi riteniamo che sabato 9 ottobre, a Roma, siano avvenuti fatti gravi. Parlavo, certo, di una fase delicata del Paese, siamo nel pieno della ripresa; domandiamoci se dietro a quelle azioni non ci sia anche la volontà di mettere a rischio la ripresa economica del Paese; domandiamoci se dietro a quelle manifestazioni, dietro a quelle azioni non ci sia anche la volontà, ancora una volta, di aumentare quel malessere, di aumentare quel disagio e quel senso di precarietà e di impedire a questo Paese di sfruttare appieno l'occasione che ha rispetto alle tante risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, rispetto alle riforme che abbiamo davanti, rispetto veramente alla possibilità che abbiamo di un nuovo modello di sviluppo del Paese.
Colleghe e colleghi, io credo anche che non debba sfuggirci come, non solo in Italia, si stia vivendo un tempo in cui si registrano sempre di più episodi di intolleranza e di odio. Fatemi qui rinnovare la solidarietà e la vicinanza alla senatrice Liliana Segre, per le ignobili offese ricevute nei giorni scorsi, e non possiamo certo tacere rispetto a quelli che sono evidenti rigurgiti razzisti e antisemiti. Ci è richiesta qui, come nel resto d'Europa, più di una vigilanza, più di quella fermezza; ci è chiesto, qui, di andare fino in fondo, con tutte quelle azioni che ci sono consentite, nel nostro caso dal dettato costituzionale, dalla legge e dal chiaro impegno politico; questi sono i tempi in cui è necessario dire da che parte si sta, questo è il momento che stiamo vivendo. Ed è per questo che ho compreso il moto - diciamo - con cui il collega Foti ha spiegato la posizione di Fratelli d'Italia. Mi permetta, collega - lo dico ovviamente al collega, tramite lei, Presidente - che allora non ho proprio compreso, però, la timidezza con cui è mancata la condanna, proprio nei momenti nei quali quelle azioni avvenivano. Cito testualmente: “È squadrismo, ma non so e non conosco la matrice di quello squadrismo”. Non lo ha detto il Partito Democratico, non l'ha detto il campo del centrosinistra; credo, quindi, che non ci voglia, non sia stata necessaria e non sia stata neppure opportuna alcuna timidezza, perché tutti, qui dentro e fuori da quest'Aula, avremmo dovuto condannare con la stessa forza, la stessa determinazione e la stessa fermezza quelle azioni eversive fatte da organizzazioni fasciste e dalla chiara matrice fascista che quelle azioni avevano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ed è il motivo per cui c'è una distinzione, lo dico anche agli altri colleghi che sono intervenuti; ma chi di noi non condanna la violenza? Ma chi di noi non è pronto a condannare qualunque azione violenta sia stata messa in campo da movimenti estremisti, violenza, di qualunque colore, chi di noi non è pronto a quella condanna? Ma qui il punto è un altro, qui, noi abbiamo un dettato costituzionale, qui, abbiamo una legge che ci dice che nel caso delle organizzazioni fasciste, del partito fascista, della ricostituzione del partito fascista ci sono azioni puntuali che possono, e debbono, essere fatte, e quelle azioni puntuali noi chiediamo, cioè lo scioglimento di Forza Nuova sulla base della Costituzione, sulla base della legge vigente, e chiediamo al Governo un impegno in questo senso. Quindi, una distinzione c'è e noi, oggi, quella distinzione rivendichiamo, ed è il motivo per cui abbiamo una mozione, che è quella del centrosinistra, che è stata sottoscritta da MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e LeU; e però, per i motivi per i quali siamo qui oggi e cioè il fatto che abbiamo riconosciuto che anche dall'altra parte, oggi, in quest'Aula, siamo di fronte ad una condanna chiara delle azioni fasciste messe in campo, ci asteniamo rispetto alle mozioni del centrodestra e questo è il risultato più importante: il centrodestra ha fatto un passo in avanti per noi importante, ed è il motivo per cui ci asteniamo rispetto alla mozione del centrodestra.
Quindi, Presidente, concludo, raccomandando l'approvazione della mozione a mia prima firma, per quanto riguarda, appunto, la richiesta esplicita di scioglimento di Forza Nuova e l'impegno al Governo per le modalità che riterrà di sua competenza perché ciò avvenga, e l'astensione sulla mozione del centrodestra, mentre su quella a prima firma Cabras attendiamo anche di capire quali sono le decisioni del collega.