Grazie, Presidente. Ministro Calderoli, ben trovato, ben ritrovato. Noi ormai, sulla vicenda dell'autonomia, sono da mesi che abbiamo un appuntamento fisso: eravamo in Commissione, l'abbiamo avuta in Aula e ci ritroviamo oggi. A distanza di qualche mese, settimana, dal dibattito, il lungo dibattito, anche dalla lunga notte che avemmo in Aula, che cosa è accaduto? È accaduto che in poco meno di tre mesi un milione e mezzo di cittadine e cittadini hanno firmato una proposta referendaria, i consigli regionali hanno fatto una richiesta di verifica di incostituzionalità rispetto alla sua proposta di legge e, nel frattempo, ovviamente, è iniziato il processo di accelerazione politica da parte di alcuni presidenti di regione, targati Lega Nord, che ovviamente hanno iniziato la richiesta delle materie non LEP, di quelle materie che non rientravano nei cosiddetti livelli essenziali di prestazioni. Già qui, il primo elemento che cade all'occhio e che ci fa preoccupare è il fatto che iniziamo a moltiplicare le procedure burocratiche delle intese. Invece di andare verso una semplificazione, iniziamo ad arravogliare tutta la macchina burocratico-amministrativa con il surplus di intese.
Poi, grandi discussioni. Nelle ultime ore, nelle ultime settimane è emerso un tema che sembra quasi lapalissiano e che probabilmente anche i nostri studenti delle scuole elementari capirebbero: la preoccupazione, giustamente, rispetto alla politica estera, per l'export. Io ricordo le discussioni per anni, le critiche che si facevano delle sedi regionali sparse in giro per l'Europa e per il mondo e la preoccupazione di voler razionalizzare la spesa e, soprattutto, legittimamente il fatto che l'export è l'export del Paese. Voi siete il Governo che ha inaugurato il Ministero del made in Italy. Lasciamo stare il liceo del made in Italy, ma è il Ministero del made in Italy e tutti sappiamo quanto sia importante avere la forza e la capacità di poter promuovere il sistema Paese. Molti colleghi della sua parte politica, non del suo partito, ma della sua parte di Governo, vengono in Aula con la cravatta col tricolore e, nonostante questo, noi assistiamo, anche da questo punto di vista, a uno spacchettamento.
Il 25 settembre è stato convocato il Comitato per la definizione dei LEP, presieduto dal professor Sabino Cassese, al quale mi legava una comune militanza quando lui era presidente del Centro di ricerca Guido Dorso di Avellino; ci legava qui questa battaglia per un meridionalismo e per la rinascita di un meridionalismo. Ministro Calderoli, le debbo comunicare, mio malgrado, che l'unica cosa che mi è rimasta in comune col professor Cassese è che siamo nati entrambi nello stesso comune. Per il resto, credo che da esser stato un analista e colui che ha recuperato il principio dei 100 uomini di acciaio di Guido Dorso, si è trasformato nel recupero dei 100 uomini di plastica di questa fase politica che stiamo vivendo. Però, come dicevano persone ben più autorevoli di me e di lei, Ministro, questo è il tempo che ci è dato vivere e questo è il tempo che viviamo.
Ma veniamo agli elementi che sono scaturiti rispetto all'individuazione dei LEP. Tra i criteri, che anche i colleghi che mi hanno preceduto hanno sottolineato, noi troviamo intanto quello della definizione delle caratteristiche del territorio. Fin qui dici “bene”, giustamente bisogna adeguare e noi siamo quelli che le hanno sempre detto “guardi, Ministro, usiamo i LUP (livelli uguali di prestazione), visto che era sempre stato abusato eccessivamente il richiamo alla Germania, e non i LEP (livelli essenziali di prestazione), perché il livello essenziale di prestazione significa garantire il minimo di sopravvivenza a un territorio o garantire l'egual servizio, e quindi l'egual diritto, a tutti i territori. Però, fin qui ci siamo.
La cosa che mi ha colpito, Ministro, e sulla quale sono rimasto sorpreso, perché ho sempre citato questo aspetto, quasi criticandolo, però forse Montesquieu aveva ragione quando pensò alla teoria dei climi, perché troviamo - sentite sentite - il clima. Il Comitato del CLEP, dell'illustre professor Sabino Cassese, ha scritto il clima, cioè noi siamo rispolverando la teoria di Montesquieu sui climi. Ma se questo è il criterio sul quale noi ci stiamo ponendo la riflessione, allora perché, Ministro, non l'eugenetica, perché non Darwin, perché non il fardello, non dell'uomo bianco, ma dell'uomo delle vallate del Nord che arriva a colonizzare e farsi carico dell'arretratezza di un'altra parte del Paese?
Perché mi pare che stiamo spostando il ragionamento su questi elementi, come gli aspetti socio-demografici e come l'elemento del costo della vita. Sul costo della vita siamo d'accordo: è chiaro che, a parità di salario, vivere nel centro di Milano, nel centro di Roma, nel centro di Bologna, ha un costo superiore rispetto a qualsiasi capoluogo di provincia o d'entroterra di questo Paese.
Ma allora, Ministro, ci dica chiaramente che volete ripristinare quelle che furono abolite nel 1972, le gabbie salariali; volete ritornare alla giungla retributiva; volete ammazzare definitivamente i corpi intermedi, che sono i sindacati, e far saltare i contratti collettivi nazionali. Forse così abbiamo risolto il problema, oppure non era meglio, da questo punto di vista, immaginare di aumentare i salari di tutti, potendo garantire dignità - parola che è stata anche citata dagli interventi che mi hanno preceduto - e ridare dignità a tutte e tutti le lavoratrici e i lavoratori e operatori, a qualsiasi latitudine del Paese essi si trovino?
Ancora, Ministro, lei - e gliene ho dato atto in tutta la fase d'istruttoria che abbiamo vissuto nei mesi scorsi - è probabilmente nell'attuale legislatura uno degli uomini più esperti in termini legislativi, di prassi parlamentare e quant'altro. Lei ha avuto giustamente la capacità di agganciare questo provvedimento alla legge di bilancio e queste sono cose che solo Calderoli poteva pensare. Bene, se è ancorato alla legge di bilancio, la legge di bilancio ci dovrebbe quanto meno dire questi benedetti LEP quanto costano, come si fanno, dove si fanno e quando si fanno. Tutta questa vicenda viene elegantemente bypassata.
Allora, Ministro, la nostra mozione chiede dei semplici impegni al Governo e guardi, le debbo dire la verità, Ministro Calderoli, inizialmente noi pensavamo: quali sono gli impegni che noi possiamo chiedere al Governo, ma soprattutto come facciamo a convincere - mi passi la battuta cortese, Ministro - quel testone di Calderoli, visto che non siamo riusciti a convincerlo per tanti mesi? Al che, sa qual è la risposta che ci siamo dati, Ministro?
Abbiamo preso pedissequamente le posizioni del presidente della regione Calabria Occhiuto, vicesegretario di Forza Italia, e le posizioni di Antonio Tajani, Vicepremier del suo Governo. Spero di non averle recato fastidio, visto che nelle ultime ore non avete avuto un trattamento signorile nei confronti di Antonio Tajani, al quale va tutta la mia e la nostra solidarietà.
Ovviamente, quali sono questi punti sui quali chiediamo un impegno al Governo? Il primo è quello di fare una moratoria o, quantomeno, un blocco di pensiero. Aspettate che ci siano le valutazioni della Corte costituzionale: sgombriamo il campo da qualsiasi retropensiero o confusione normativa o legislativa; congelate gli iter delle trattative e delle intese in corso e aspettiamo empiricamente qual è il pronunciamento e quali sono i risultati e, sulla scorta di quelli, poi si può procedere o non procedere.
In secondo luogo, Ministro, è vero che c'è il Comitato, però, come ho sempre detto, ogni legge ha un padre e questa legge ha un padre che si chiama Roberto Calderoli. Allora, Ministro, ci ripensi rispetto ai criteri della spesa storica, del costo della vita, perché, come le ho detto prima, noi riprecipitiamo questo Paese a 50 anni fa.
Soprattutto - il terzo impegno, Ministro - una misura perequativa. Noi siamo una Repubblica, siamo un Paese fatto di eterogeneità, di diversità che sono una ricchezza, ma sono una ricchezza nella misura in cui lo Stato si preoccupa di tenerle insieme. È come un genitore che fa differenze tra un figlio e l'altro. Sono tutti figli della Repubblica e tutti meritano eguale trattamento, eguali servizi e eguali diritti.
Ministro, soprattutto - quarto impegno che le chiediamo - fateci capire come e quando reperite le risorse rispettando la Carta costituzionale, all'articolo 116, per rendere attuabile il Calderoli pensiero.
In quinto luogo, Ministro, c'è un elemento che ci ha molto deluso anche durante la discussione di tutto l'iter e glielo abbiamo detto un sacco di volte: è mai possibile che si stravolge - io non sto esprimendo un giudizio di merito positivo o negativo - l'ordinamento complessivo della macchina di questo Paese ed è mai possibile, lei che è un legislatore da tanti anni, che si cancella completamente il ruolo e la partecipazione del Parlamento? Allora, Ministro, oggi lei ha l'opportunità di poter far rientrare in gioco le assemblee legislative, in modo che possano quantomeno discutere e valutare e probabilmente, come dice la saggezza popolare, più di un occhio aiuta forse a riscontrare meglio qualche difetto, qualcosa che non funziona, qualcosa che si può migliorare. La dico così, in una maniera molto banale e semplice. Allora, abbia la sensibilità di coinvolgere il Parlamento in questo.
Soprattutto - sesto impegno, Ministro - ci può gentilmente far avere preventivamente, entro sei mesi dalla partenza, una valutazione dell'impatto dei costi, dell'impatto nelle regioni che faranno richiesta rispetto a quelle che non faranno richiesta di questi LEP? Si può capire, si può ragionare in una maniera un tantino scientifica, capendo qual è l'impatto? Io so benissimo, Ministro, che lei non ha la sfera di cristallo e c'è un costante divenire, ma in questi casi, secondo noi, prima di entrare come un elefante in una cristalliera, probabilmente sarebbe più utile e più saggio avere un attimo di prudenza, facendo delle valutazioni e discutendo qual è l'impatto, perché, come abbiamo detto - e chiudo, Presidente - tante volte, se ci sono regioni che chiedono delle materie e altre regioni che non le chiedono lo Stato centrale come si comporta, i Ministeri come si comportano?
C'è la ricaduta e l'impatto sui cittadini, a cui poco interessa il dibattito nelle Aule parlamentari, ma sono preoccupati della loro qualità di vita quotidiana: che risposta e che garanzie diamo loro? Chiudo, Ministro. Guardi, mi ha colpito - glielo dico con il massimo del rispetto - il fatto che lei fosse con la maglietta con scritto “processate anche me”, o roba del genere, alla manifestazione del suo partito. Guardi, Ministro, noi non la processiamo, perché abbiamo grande rispetto per la sua persona e la reputo una persona perbene e, soprattutto, anche per rispetto del ruolo della magistratura, però, Ministro, noi la condanniamo politicamente - questo credo che ci sia democraticamente consentito - e lavoreremo fino all'ultimo minuto utile per farla condannare dal popolo italiano, perché ci sarà un movimento di contrapposizione ad una sua proposta, che non fa nient'altro che acuire le distanze e le differenze, spaccando definitivamente questa nostra delicatissima Repubblica.