Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 18 Luglio, 2023
Nome: 
Chiara Braga

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Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentanti del Governo, oggi discutiamo di un tema che ha molti risvolti politici, sicuramente sociali, ma anche umani. La casa non è solo un tetto per le persone; è uno spazio di cura, di condivisione e di socialità ed è una base per avere una vita piena e soddisfacente. Non può essere solo un obiettivo da raggiungere e tantomeno un privilegio o una merce in mano a pochi. Non possiamo accettare che ancora oggi nel nostro Paese interi settori della società siano di fatto esclusi dal riconoscimento di un diritto fondamentale, che è il diritto alla casa: lavoratori, studenti, migranti. È un'ingiustizia sofferta in primo luogo dalle persone più vulnerabili, ma che sappiamo bene coinvolge sempre di più anche fasce più ampie di popolazione, che per via delle loro condizioni non riescono ad accedere e a vivere in case dignitose, sicure e salubri per sé e per i loro figli, ed economicamente sostenibili. È la vita degli altri, insomma, di quelli che questo Governo, questa maggioranza e questa destra non vogliono vedere e con cui continuano ad avere un grande enorme problema politico, prima ancora che culturale, in qualche modo un problema istintivo, specie se per “altri” s'intendono quelli meno visibili, gli stranieri, ma anche i più deboli, gli ultimi, chi è escluso, chi vive ai margini, chi rischia di esserlo. Basti pensare all'inerzia e all'insensibilità che avete dimostrato di fronte al dramma dei migranti a Cutro, all'orrendo e terribile decreto ONG, al cinico intervento sul reddito di cittadinanza, senza riuscire a mettere in campo nessun'altra misura vera di contrasto alla povertà universale, così che l'Italia adesso sarà l'unico Paese europeo a non averne una. Il tentativo goffo di coprire questa mancanza con la social card voluta dal Ministro Lollobrigida è sotto gli occhi di tutti, niente di più che una piccola elemosina che non andrà per niente a creare una risposta alle situazioni di disagio e di difficoltà sociale.

Basti pensare anche a un altro decreto, che ha battuto il record di tutti i titoli sbagliati, perché, invece di favorire inclusione e lavoro, quel decreto, quello del 1° maggio, finirà con l'esatto contrario, ad aumentare la marginalità, l'esclusione e a moltiplicare il lavoro precario e povero nel nostro Paese. Vi è poi il muro che state alzando in queste ore contro il salario minimo, contro la nostra proposta. Stiamo cercando in ogni modo di impedirvi di fare un errore drammatico, di sbattere la porta in faccia a 3,5 milioni di cittadini di lavoratori poveri nel nostro Paese. Se siete pronti a dare una risposta a questi cittadini, noi siamo pronti a ragionare sulle soluzioni. Quello che non possiamo accettare è la vostra incapacità di leggere un dato di realtà, che riguarda il problema della casa, così come quello del lavoro povero.

O, ancora, si pensi ai tagli alla sanità, che dividono cittadini e cittadine in pazienti di serie A e di serie B: i primi possono permettersi, di fronte ai tagli territoriali alla sanità e alle liste di attesa infinita, di cercare una risposta nel privato; i secondi sono invece destinati ad aspettare oppure - perché questo è il dato drammatico - a rinunciare a curarsi.

Ed è meglio - solo per questo momento, perché state certi che non vi daremo respiro – che io non intervenga su altri temi, come la vostra chiusura sul tema dei diritti civili, sul riconoscimento dei diritti dei bambini e delle bambine. La realtà è che, degli altri, di chi ha bisogno, di chi è in difficoltà, a questo Governo e a questa maggioranza non interessa, proprio non li vedete. Non vedete, ad esempio, che dalla pandemia in poi l'emergenza abitativa riguarda fasce sempre più ampie di popolazione, che soprattutto i giovani non riescono ad accedere alla casa, non riescono a pagare canoni di affitto che siano compatibili con il loro reddito e con un lavoro troppe volte discontinuo e precario, che le studentesse e gli studenti, che in questi mesi hanno dato vita a mobilitazioni importanti in tante città italiane contro un esorbitante caro affitti, hanno posto un problema reale, a cui non si può rispondere girando la testa dall'altra parte o facendo finta di niente, quello del legame tra diritto allo studio e qualità delle politiche abitative, quello della possibilità di costruire dei propri percorsi di formazione, che anche nell'ancoraggio alla casa trovano un riferimento.

Inoltre ,si pensi al costante aumento della percentuale di famiglie costrette a vivere in situazioni di sovraffollamento, in case del tutto inadeguate dal punto di vista energetico e troppe volte insicure anche dal punto di vista sismico, all'aumento delle sentenze di sfratto, in particolare per morosità incolpevole, al fatto che quasi 300.000 persone vivono in aree a rischio di alluvioni o di eventi idrogeologici e 21 milioni di cittadini in aree a forte rischio sismico, spesso in case insicure e inadeguate. Di fronte a questo dato, ancora più grave è che oggi nel nostro Paese vi siano più di 80.000 alloggi di patrimonio pubblico e privato che richiedono interventi di riqualificazione e di riassegnazione a chi ne ha davvero bisogno. Di fronte a questo problema, a questa dimensione, a questa complessità, che incrocia disagio sociale, questione ambientale, emergenza climatica e il grande tema della rigenerazione delle città e della riqualificazione delle periferie, è evidente che serve un cambio di rotta, una grande svolta, sulla quale con la nostra mozione abbiamo cercato di offrire al Governo e alla maggioranza una possibilità di ragionamento comune. Serve attivare tutte le risposte e le risorse disponibili e possibili a livello nazionale ed europeo, per avviare e dare vita nel nostro Paese a una nuova stagione delle politiche abitative, per dare risposta al diritto fisico e concreto di ogni persona di avere una casa, ma anche per dare risposta alla necessità, altrettanto importante, di costruire inclusione sociale, di dare sostegno e possibilità di emancipazione ai soggetti fragili, di contribuire anche in questo modo, con queste politiche, a vincere la sfida della sostenibilità ambientale.

Ci sono due piani, su cui abbiamo richiamato la vostra attenzione e quella del Governo, su cui ci si deve muovere. Il primo riguarda l'emergenza, il che vuol dire prima di tutto avere risorse adeguate, per cui vi chiediamo, non chissà quando, ma appena possibile, nel prossimo provvedimento utile, di rimediare a un grave errore che avete commesso all'inizio del vostro Governo. Si tratta di rifinanziare finalmente il fondo per il sostegno affitti e il fondo per la morosità incolpevole, che avete cancellato nell'ultima legge di bilancio, migliorando, se necessario, anche i tempi e i meccanismi di trasferimento e di assegnazione delle risorse.

Questi strumenti servono ad alleviare il disagio crescente di famiglie e di persone che sono a rischio, anche per effetto dell'inflazione e dell'aumento del carovita, di cadere in situazioni di povertà e che non sono più in condizione di sostenere i costi troppo alti dell'affitto.

E poi c'è il secondo Piano, quello che, invece, richiederebbe una capacità - che, francamente, qui non vediamo - di mettere in campo una politica strutturale di ampio respiro sul tema della casa. L'obiettivo dev'essere quello di avviare nel nostro Paese un nuovo Piano, approvando una legge quadro sull'edilizia residenziale pubblica e sociale, riscoprendo una stagione importante di investimento nell'edilizia residenziale pubblica, ma anche di rapporto positivo e virtuoso con il privato, puntando soprattutto al recupero e alla riqualificazione degli alloggi popolari e sociali.

E anche con il PNRR ci piacerebbe che smetteste finalmente questo gioco dello scaricabarile sulle colpe altrui. È il momento di fare scelte concrete e trasparenti sui progetti, di non sprecare ancora una volta le risorse che avete a disposizione, perché non dimentichiamo che quel Piano, quelle risorse europee, sono fondamentali per contribuire a dare una risposta al bisogno abitativo e affrontare in modo vincente la sfida della rigenerazione urbana.

Insomma, io mi sono limitata - a differenza di quanto abbiamo provato a fare, anche in modo analitico, nella nostra mozione - a indicare alcuni titoli principali delle azioni che vorremmo metteste in campo, ma in realtà, come sappiamo, i tasti da muovere per affrontare una questione così complessa e così urgente, sono tanti e sono diversi. Abbiamo provato a scriverlo in questa mozione, abbiamo cercato anche di aprire un'interlocuzione con il Governo, perché crediamo che quello che dovremmo fare, tutti insieme, maggioranza e opposizione, discutendo di un tema così concreto, che riguarda la vita di milioni di cittadini, è riuscire ad aprirvi anche a quella pratica di ascolto dei bisogni e delle aspettative dei cittadini, di quelli giovani, di quelli che vivono in condizioni di difficoltà, ma anche di chi ambisce, attraverso la casa, a costruire un pezzo del proprio futuro, e su cui non siete riusciti minimamente a dare prova. Anzi, consentitemi, devo dire che quello che abbiamo visto oggi, e che è stato stigmatizzato da tutte le opposizioni, con una riscrittura abbastanza surreale dei testi della nostra mozione, è la prova che questa volontà, da parte del Governo, non c'è. In cosa è consistita questa riformulazione (vorrei soltanto portarlo all'attenzione dei colleghi)? Nemmeno sull'impegno, minimo, di dare avvio e realizzare finalmente, nel nostro Paese, le comunità energetiche rinnovabili e solidali, siete stati in grado di prendere un impegno concreto. No. Ci avete chiesto di valutare l'opportunità, qualora ne ricorrano le condizioni, di incentivare e sostenere lo sviluppo delle comunità energetiche. E poi, ancora - in un altro passaggio che voglio sottolineare e stigmatizzare - a valutare la possibilità di potenziare l'edilizia residenziale pubblica. Noi, su questo tema, sul tema della casa, vogliamo realizzare, invece, un grande e concreto progetto. Per questo, nelle prossime settimane, apriremo un confronto nella società, sul territorio, nelle città, nei luoghi di lavoro, laddove c'è la vita vera, reale, delle persone. E credo che, anche su questa partita, gli italiani saranno in condizione di capire la differenza tra chi pensa ai propri interessi, a quelli dei propri membri di Governo e alle case, magari, della propria Ministra, e chi, invece, pensa al bisogno di casa che hanno i cittadini e le cittadine italiane. Noi siamo questo e lavoreremo ancora, sfidandovi a dare risposte.