Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 6 Novembre, 2024
Nome: 
Marco Simiani

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Grazie, Presidente. Ci troviamo alle porte della COP29, in una discussione sicuramente non del tutto eccezionale. Ci sono stati alcuni problemi, lo abbiamo visto in queste ore, e credo che un appuntamento così importante avrebbe dovuto essere un po' più solenne dal punto di vista non solo delle proposte, ma anche della discussione e del dibattito politico in quest'Aula.

La COP è un momento importante, dove il multilateralismo è di fatto quella capacità di mettere insieme idee e proposte per il cambiamento climatico.

È un nostro obbligo, soprattutto in questo contesto politico e anche temporale. Abbiamo visto i gravi danni alle zone alluvionate e, soprattutto, sappiamo benissimo che oggi siamo di fronte a una rivoluzione necessaria. E tale rivoluzione necessaria va gestita e va interpretata nell'ambito anche delle responsabilità che noi abbiamo.

Sappiamo benissimo che l'ultimo rapporto dell'UNEP ci ha detto chiaramente che oggi è un momento particolare e ha lanciato un allarme, perché è ancora possibile tecnicamente raggiungere l'obiettivo di rimanere sotto la soglia critica di un aumento delle temperature medie globali di 1,5 gradi. È questo che noi dobbiamo avere come obiettivo, è su questo che dobbiamo porre una serie di riflessioni rispetto alle nostre azioni anche in casa nostra.

Come sappiamo benissimo, gli attuali impegni che ci siamo presi da qui al 2030 quasi sicuramente sono insufficienti, perché la temperatura media potrebbe arrivare addirittura ad aumentare di oltre 2 gradi centigradi. Ecco perché bisogna agire e, soprattutto, agire in fretta. Il cambiamento climatico è una minaccia non solo per l'umanità, soprattutto per le nuove generazioni, ma anche per gli ecosistemi, per la biodiversità, così come per la pace.

Oggi, il tema delle risorse e degli interessi che sono dietro alle risorse fossili, e non solo fossili, diventa il principale obiettivo del conflitto. Ecco perché occorre riuscire a creare indipendenza economica nei Paesi, riuscendo a dare libertà nell'ambito delle azioni e della cooperazione. Abbiamo, qui, approvato un documento sulle materie prime critiche e sappiamo benissimo che oggi il nostro Paese non ne ha, così come molti altri Paesi non ne hanno, a dispetto della Cina o dei Paesi scandinavi o della Russia. Ma sappiamo benissimo che oggi dobbiamo lavorare proprio attraverso la COP per poter riuscire a metterle insieme, perché quei materiali sono utili per le nuove tecnologie e per l'ambizione che oggi la transizione ecologica deve avere, soprattutto per quanto riguarda la mobilità. Sto parlando del litio, così come di altre materie prime critiche e strategiche.

Credo che questo sia l'obiettivo che noi ci siamo posti, anche in questi mesi, e la COP sicuramente approfondirà alcuni aspetti legati alla parte del finanziamento. Noi pensiamo che le proposte che dovranno arrivare soprattutto anche dal nostro Paese siano quelle di sostenere il cambiamento climatico, di sostenere il Fondo per il clima. Non deve accadere quanto è successo anche nella scorsa legge di bilancio in cui il nostro Paese ha ridotto quelle risorse. Noi dobbiamo aumentarle e dobbiamo far sì che tutti i Paesi contribuiscano a far sì che la COP possa rappresentare quella svolta per cui, in termini strutturali, ci sia una cifra che i Paesi dovranno investire nel cambiamento climatico e nell'adattamento climatico. Infatti, uno degli aspetti su cui abbiamo riflettuto è che, al di là della transizione ecologica e degli obiettivi che l'Europa ci ha dato, noi dobbiamo far sì che ci siano anche degli investimenti importanti sull'adattamento climatico, sulle città, soprattutto, sui parchi urbani, sulle isole di calore, sulla capacità di poter far sì che gli investimenti sul dissesto idrogeologico siano certi e continui, come se fossero delle priorità, dei postulati che il nostro Paese deve riuscire ad adempiere.

Altro aspetto non banale, che io ritengo puntuale, è la questione della siccità. Noi abbiamo posto nella nostra mozione un tema importante, perché pensiamo a tutti gli investimenti che i Paesi dovranno fare non solo nell'ambito degli invasi piccoli e grandi, ma, soprattutto, con riferimento al fatto di riuscire a creare anche un sistema di finanziamenti per i quali si possano convogliare le acque reflue da depurazione, così come anche sugli aspetti fondamentali che riguardano l'irrigazione.

Noi sappiamo benissimo che molta acqua viene sprecata, ed è poca: in questo caso l'obiettivo, anche futuro, deve essere quello di riuscire a risparmiare anche una singola goccia. Ecco perché diventa fondamentale pure l'aspetto della formazione. Noi abbiamo previsto proprio un impegno, in cui pensiamo che la COP debba parlare anche di questo, delle nuove generazioni, negli enti locali, nelle università, con la capacità di poter dare al nostro Paese e agli altri Paesi persone, uomini e donne che sanno dove dobbiamo andare, ma soprattutto che riescono ad avere l'ambizione e la capacità di condurci attraverso questi problemi, che oggi possono essere vitali per la nostra esistenza in questo Paese.

Per questo l'università e la ricerca sono fondamentali, anche se nel nostro Paese gli investimenti che oggi facciamo sono sempre meno. E sbagliamo, perché gli investimenti nella cultura, nella scuola, nell'università e nei sistemi di impresa sono il motore per far sì che il cambiamento climatico si risolva e la transizione ecologica riesca.

Altro aspetto che voglio puntualizzare è la questione dell'alimentazione. Noi oggi dobbiamo far sì che l'alimentazione e il sistema legato agli allevamenti e alle nuove forme che garantiscono la piena produttività dei terreni debbano essere fatti in modo tale che ci sia un rispetto per l'ambiente che possa definirsi totale: non solo per la salute e il benessere dei cittadini, ma anche per il benessere degli animali. Per questo noi dobbiamo fare un salto di qualità politica, su cui ci sia un accordo da parte di tutti noi, dell'intera Aula e di tutti i gruppi parlamentari: si dia un mandato politico al Governo in cui questi obiettivi riescono a essere per noi fondamentali e precisi e per cui ci sia un'unità di intenti, perché non esiste un pianeta “B”: c'è solo un pianeta “A”.

Soprattutto - lo dico anche a molti parlamentari che su questo punto ancora non ci sentono - c'è un aspetto: la CO2 è chimica, non è ideologia; dato che è chimica noi dobbiamo far di tutto perché questo aspetto diventi una priorità per il nostro Paese.

Un altro aspetto che voglio toccare riguarda il luogo in cui andremo. Noi andiamo in un luogo in cui il Governo azero non riesce ancora a esprimere tutti quei principi legati alla libertà, alla libera capacità di esprimere rappresentanza e alla libera informazione. Sappiamo benissimo che, oggi, quel Governo e quel Paese hanno problemi seri nell'ambito della capacità democratica e nel poter esprimere valori e soprattutto contenuti che possano far uscire quel Paese da aspetti prettamente non politici, ma basati su una coercizione che oggi non fa parte dei valori democratici e politici dell'Italia, dell'Europa e di quei Paesi che rispettano i diritti umani e civili.

Riguardo a questo, noi pensiamo che ci debba essere, da parte del Governo, una presa di posizione precisa: quando andiamo in quei luoghi a portare le nostre posizioni non dobbiamo essere quelli che garantiscono e rafforzano solo i principi ambientali, ma dobbiamo far sì che su quei tavoli di lavoro ci siano anche documenti in cui si rispettino, come dicevo prima, quei valori civili e politici che ogni persona deve avere in questo mondo.