Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 29 Maggio, 2024
Nome: 
Piero De Luca

Vai alla scheda della mozione

Grazie Presidente. Il tema della governance economica europea sembra un tema tecnico, lontano. In realtà tocca da vicino la vita dei nostri cittadini, delle nostre comunità, perché decidere se e come utilizzare le risorse europee, se e come crearne di nuove, vuol dire decidere quali servizi pubblici rafforzare, quali infrastrutture fisiche o digitali costruire, quali investimenti fare in ospedali, asili, scuole, cura del territorio. Questa mozione è più che mai necessaria perché è evidente che, offuscati dalla vostra narrazione e propaganda sovranista, avete perso completamente la bussola. Da quando siete al Governo, i risultati sono stati disastrosi e fallimentari, state danneggiando e isolando il nostro Paese, questa è la verità. Al di là della propaganda a reti unificate, l'imbarazzante incapacità di questo Governo è emersa in modo evidente, soprattutto in questi ultimi mesi. La vicenda del Patto di stabilità è forse quella più emblematica.

Ricordiamo da dove siamo partiti: siamo partiti dalla sospensione delle vecchie regole durante la pandemia, per creare uno spazio fiscale a nuovi investimenti in sanità, difesa del lavoro, delle imprese e delle famiglie. Noi siamo - lo ricordiamo con forza - orgogliosi dei risultati straordinari che abbiamo ottenuto durante la pandemia, per difendere la vita e la salute dei nostri cittadini e per non lasciare nessuno indietro, da un punto di vista economico e sociale. E lo rivendichiamo con forza.

Lo ricordiamo con garbo istituzionale rispetto anche alla Premier: noi non abbiamo limitato nessuna libertà; abbiamo limitato solo la circolazione e la diffusione di un virus letale, mentre voi strizzavate l'occhio ai no-vax e ai no-mask. Mentre noi combattevamo il COVID, voi combattevate il green pass: questa è la differenza tra noi e voi.

Se siamo riusciti a difendere la tenuta delle nostre comunità, è stato proprio grazie alla sospensione delle vecchie regole del Patto di stabilità. A fine 2023 quella sospensione terminava. Toccava a voi, in una sorta di staffetta politica ideale, prendere le redini del negoziato in Europa. Per anni, avete detto che sareste andati a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo - l'abbiamo ascoltato tutti - e a difendere le ragioni dell'Italia. La verità è che a quei tavoli non vi hanno fatto neppure sedere e, quando avete trovato uno strapuntino, non vi hanno fatto neppure parlare. E i risultati si vedono, perché avete fatto una figuraccia clamorosa. Invece di difendere con forza la proposta uscita dalla Commissione - avanzata, in particolare, dal Commissario Gentiloni - avete accettato un accordo al ribasso che evita, certo, il ripristino del vecchio patto, ma non raggiunge gli obiettivi di flessibilità e incentivo agli investimenti che era necessario ottenere. Che cosa è successo?

È successo che è mancata, anzitutto, la credibilità al vostro Governo, ai vostri Ministri e al Presidente del Consiglio. Ci rivolgiamo proprio alla Premier: quale credibilità credete di avere, se continuate a inveire contro l'Europa con i sovranisti-estremisti di Vox, con Le Pen ed Orbán? Quale credibilità credete di avere, se avete un vicepremier che, come slogan alle elezioni europee, chiede “meno Europa”? Come possono prendervi sul serio? C'è bisogno di “più Europa”, non di “meno Europa”: questa è la differenza ed è la ragione per la quale in Europa non vi fanno contare e non riuscite a incidere minimamente.

Abbiamo bisogno di “più Europa”. D'altra parte, il risultato della vostra incapacità sul Patto di stabilità è emerso plasticamente da un episodio che definirei quasi kafkiano e grottesco: mentre a reti unificate la Presidente del Consiglio si diceva soddisfatta dell'intesa raggiunta, la stessa Premier Meloni, insieme al Ministro Giorgetti, venivano sfiduciati dai loro stessi partiti, che si astenevano a Bruxelles in Parlamento europeo. Non è mai successa una cosa del genere e dovete prenderne atto!

Oggi ci ritroviamo a subire le conseguenze di questa vostra intesa al ribasso, perché le nuove regole ci costeranno - sapete quanto? - 13 miliardi di euro di correzione finanziaria, che vuol dire 13 miliardi di euro di nuove tasse o di tagli ai servizi pubblici essenziali ai nostri cittadini. Questo è il regalo che avete fatto all'Italia col Patto di stabilità che avete negoziato.

Per questo vi invitiamo a promuovere, nella prossima legislatura, una riflessione che porti a migliorare il nuovo quadro complessivo di regole economiche, coniugando gli obiettivi di stabilità finanziaria con quelli di crescita, rilancio e benessere delle nostre comunità. Proviamo, nel deserto dei vostri risultati, a indicarvi anche un'altra strada: la strada principale da perseguire è quella di continuare lungo la scia del Next Generation EU. Continuate e raccogliete l'ambizione di questo strumento. Per la prima volta, nella storia europea, gli Stati hanno deciso di mettere insieme i propri debiti pubblici con l'emissione di eurobond, per finanziare ed aiutare i Paesi più in difficoltà. Questa è una misura rivoluzionaria - dobbiamo dirlo con forza - di cui noi siamo assolutamente orgogliosi. È l'idea, il simbolo dell'Europa del futuro; dell'Europa della solidarietà; dell'Europa che rilancia il proprio oggetto di integrazione.

E non è scontato chiedervi di impegnarvi affinché in futuro si creino altri strumenti simili. Non è scontato, perché quello che avete fatto negli anni passati è evidente: innanzitutto, avete votato contro, qui in Aula - era il 15 luglio 2020 - l'invito al Governo a negoziare questo strumento e, in Europea, vi siete astenuti per ben cinque volte quando si è trattato di creare questo strumento.

Ma non è scontato neppure per quello che state facendo in Italia. Guardate, in questo anno e mezzo di Governo, voi avete rallentato e modificato in modo sbagliato il Piano che avevamo costruito. Quanto ai tempi, vi invitiamo a finirla con il racconto di un mondo che non esiste. La quinta rata di dicembre scorso ancora non è stata pagata e della sesta non si ha nessuna traccia. Questo è quello che vi chiediamo di chiarire: a che punto siete sull'attuazione del Piano e della sesta rata? Nulla è dato sapere al Parlamento.

A questo, si aggiunge poi il dramma dei tagli che avete operato. Noi lo diciamo e lo ribadiamo chiaramente, perché ve lo abbiamo già detto in altre occasioni in Aula e i dati parlano chiaro: avete cancellato progetti per 100.000 nuovi posti in asili nido e questo, per noi, è un delitto. Avete cancellato 500 progetti di case e ospedali di comunità e questo, per noi, è un delitto. Avete cancellato miliardi di euro di progetti di riqualificazione delle periferie e questo, per noi, è un delitto. Avete rivoluzionato e trasformato in peggio il Piano che avevamo costruito, alle spalle e ai danni del Paese.

Questa è la verità. Dovete chiedere scusa al Paese. Altro che “primi della classe”, stiamo diventando gli ultimi e, purtroppo, i risultati sono drammatici. Dovete chiedere scusa, da ultimo, anche di una norma di cui siamo venuti a conoscenza pochi giorni fa: una norma folle. Come è possibile immaginare di tagliare la spesa corrente dei comuni più virtuosi e più impegnati nei progetti del PNRR? Come è possibile togliere ai comuni la possibilità di gestire le opere pubbliche finanziate dal PNRR, gli asili, le scuole e gli altri interventi del PNRR? Una norma folle! Il tema allora - ed è la verità - è che per voi il PNRR non è un'occasione ma, purtroppo, è un grande peso.

Dal successo di questo strumento, invece, dipende il futuro dell'Italia e dipende, però, anche il futuro dell'Europa perché, se questo Piano avrà successo, riusciremo a proporre una ripetizione di strumenti simili nei prossimi anni ed è quello che vi chiediamo: non disperdere l'ambizione del Next Generation EU; rendere strutturali i programmi di investimenti comuni, in particolare sulle transizioni ecologiche e digitali, sulle sfide sanitarie, sulle sfide sociali e occupazionali e sui beni pubblici europei.

Così come vi chiediamo di promuovere sempre più appalti congiunti: ci sono stati due report e relazioni estremamente interessanti dell'ex Premier Draghi e dell'ex Premier, ex segretario del Partito Democratico, Enrico Letta. Prendete spunto quello che era scritto in questi report: dobbiamo rafforzare le politiche industriali integrate, i programmi di investimento comuni, creare una capacità fiscale comune europea per finanziare, con risorse pubbliche dell'Unione, le politiche a sostegno della crescita e della coesione territoriale. Guai a tornare indietro, per esempio, sugli obiettivi di lotta ai cambiamenti climatici. Guai a sostituire il negazionismo sanitario con un nuovo negazionismo climatico. Bisogna continuare a investire in quella direzione; certo, con un'attenzione a non far ricadere i costi e gli oneri sulle famiglie più fragili e sulle imprese e a non creare contraccolpi occupazionali, ma guai a tornare indietro sugli obiettivi di transizione energetica e di lotta ai cambiamenti climatici.

Infine, riteniamo fondamentale rafforzare lo strumento dell'European peace facility e gli impegni per una difesa comune, che razionalizzi e renda più efficienti gli attuali investimenti nazionali. Abbiamo bisogno di un'Europa che sia più autorevole a livello internazionale, in grado di esercitare un ruolo sempre più decisivo in politica estera anche e, soprattutto, come attore diplomatico di pace. Per questo continuiamo a chiedere con forza, in quest'Aula, un impegno maggiore a livello europeo per il cessate il fuoco in Ucraina e, soprattutto, continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato a Gaza. Basta con questa strage quotidiana di innocenti. L'Europa deve essere sempre più protagonista da questo punto di vista. Ecco quello che vogliamo e che abbiamo chiesto nella nostra mozione: un'Europa più unita, più competitiva; un'Europa della solidarietà, della coesione; un'Europa più democratica.

Vi chiediamo, insomma, di non abbandonare quello “spirito di Ventotene” che ha fatto dell'Italia uno dei sei Paesi fondatori dell'Europa unita, mettendo da parte, una volta per tutte, la vostra propaganda sovranista. Perché, guardate, non esistono soluzioni nazionali a problemi globali e chi vuole tornare a soluzioni medievali è dalla parte sbagliata della storia: questa è la realtà. È dalla parte sbagliata della storia chi non prende le distanze e chi non le prende davvero da chi ripudia lo stato di diritto, da chi ripudia la libertà di espressione, da chi ripudia i valori fondanti dell'Unione e da quanti negano le responsabilità delle SS o del nazismo! Chi non fa questo è dalla parte sbagliata della storia.

Allora, vi chiediamo di credere nell'Europa; di battervi per rilanciare il processo di integrazione e rafforzare quello spirito pionieristico dei padri fondatori, cui faceva riferimento il compianto David Sassoli. Recuperate quello spirito pionieristico che ha fatto dell'Europa una grande realtà, per rafforzare e difendere al meglio i nostri territori. Noi crediamo in questo e siamo certi che, già alle prossime elezioni europee, gli italiani siano pronti a dimostrarvi in quale direzione dovete portare il Paese. Andiamo avanti in questa direzione per una maggiore integrazione europea e una maggiore difesa dei nostri cittadini.