Grazie Presidente, colleghi. Ringrazio i gruppi di Lega e di Fratelli d'Italia per aver proposto queste mozioni perché ci permettono di aprire un focus su un tema che, come ricordato anche dal collega del MoVimento 5 Stelle, è passato inosservato in questi momenti in cui si discute di emergenze ben più preoccupanti per il Paese. Un focus che deve essere preceduto da una riflessione minima sulla storia di Borsa italiana, che è nata con il decreto legislativo 23 luglio 1996 n. 415 di recepimento di una direttiva europea che ha introdotto la privatizzazione dei mercati borsistici europei. Una società che ha iniziato ad operare nel 1998 e che nel 2007, come è stato già detto, è stata fusa con la London Stock Exchange, quindi entrando in un gruppo londinese; anche allora gli analisti stimavano il valore della società in 1.100 milioni, poi il prezzo di mercato è stato un 1.600 milioni di euro; quindi, a proposito dei numeri che gli analisti spesso danno, c'è un precedente abbastanza clamoroso, con una differenza di valutazione molto ampia. Dopodiché, questa società si è occupata egregiamente in questi anni dell'attività di regolamentazione e gestione dei mercati, ha vigilato sul corretto svolgimento delle negoziazioni, si è occupata di diffondere l'educazione finanziaria - un altro tema cruciale - e si è occupata in particolare, a partire dal 1994, delle attività di gestione dei mercati obbligazionari (il MOT, il Mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato). Quali sono oggi i dati e cosa è diventata Borsa italiana Spa? è diventata una società che ha raggiunto, nel 2019, 375 società quotate, una capitalizzazione, sempre al 2019, di 644 miliardi (che si è ridotta, per effetto di questa vicenda pandemica, di 116 miliardi in questo tempo); ha un risultato netto - e mi riferisco sempre all'approvazione del bilancio del 2019 - di 139 milioni di euro e ricavi per 182 milioni di euro. È diventata, dunque, una società con 327 dipendenti, un gruppo che in questi anni è cresciuto. L'investimento all'epoca - come detto prima - è stato un investimento - credo - giusto. Ora, la cessione avviene non per una scelta volontaria di LSE, ma avviene perché c'è stato un elemento nuovo, cioè l'acquisizione di Refinitiv Holdings, quindi un cambio di strategia della società proprietaria. In termini di concorrenza c'è stata la notifica alla Direzione generale competente della Commissione europea; naturalmente, c'è stata un'interlocuzione ed è stata aperta una investigazione sull'operazione di aggregazione in ragione del possibile impatto negativo in termini di concorrenza. Alla fine, l'esito di questa istruttoria è stato quello di cedere la società Borsa Italiana Spa perché era la condizione necessaria per perfezionare la scelta originaria di LSE. Dunque, questa scelta ha imposto al Governo e al Parlamento di affrontare un tema che, naturalmente, è una conseguenza di scelte della società proprietaria. Anche in questo caso la vendita è avvenuta con una valutazione della società che è pari a due volte e mezzo il valore originario. Parliamo di un soggetto che ha un gran potenziale e, quindi, l'interesse nazionale a tutelare questa grande struttura finanziaria è un interesse da sottolineare; è, dunque, un interesse di cui giustamente il Parlamento discute. Devo dire che anche le conclusioni rassegnate nelle risoluzioni della minoranza sono in parte condivisibili; forse possono anche essere riprese, se decidiamo di fare una mozione unitaria. Questa scelta, naturalmente, si compie a vantaggio di Euronext ma aveva due altri partner, uno dei quali è la Borsa tedesca, che come sapete ha una un valore ben più ampio, ben più importante di Euronext. In quella vicenda Borsa italiana avrebbe rappresentato il 10 per cento del gruppo combinato e avrebbe rappresentato una controllata senza alcuna influenza sul gruppo tedesco; ci sarebbe stato anche un rischio in materia di concorrenza, insomma, elementi da valutare.
Stesso tema per SIX; in questo caso un progetto di respiro europeo dovrebbe avere comunque dei partner all'interno dell'Unione europea stessa. C'erano obiezioni evidenti anche nei confronti degli altri concorrenti, quindi la scelta naturalmente la sindachiamo ex post. La mozione poteva anche essere presentata prima e il dibattito probabilmente avrebbe anticipato, valutazioni, opinioni e indirizzi. In questo caso, però, discutiamo di un fatto già accaduto ed è dunque opportuno concentrarsi sui termini della scelta fatta dalla società LSE e sul ruolo che svolgerà l'Italia nei prossimi anni. Come è stato detto prima, con questa aggregazione si crea la prima piazza di quotazione azionaria in Europa: 1.800 società quotate, 4.400 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato.
Entra CDP, quindi un elemento non irrilevante. Un soggetto pubblico CDP Equity acquisisce il 7,3 per cento dell'azionariato, una percentuale corrispondente alla Cassa depositi e prestiti francese; quindi c'è un una prevalenza, c'è un'assoluta omogeneità di posizioni all'interno della del gruppo degli azionisti, ed entra anche Intesa San Paolo, che avrà l'1,3 per cento. Naturalmente - è stato detto - questo accordo prevede una revisione della governance. Ciò mi pare del tutto naturale e non credo che si possano non discutere le eventuali scelte da fare; è una opportunità per il Paese. In qualunque altro caso ci sarebbero state delle scelte da fare e delle persone da nominare, quindi non mi appunterei su questo elemento, altrimenti ogni volta che si fa una cosa in questo Paese si finisce sempre alle poltrone e diventa una barzelletta. Aggiungiamo che questa è una infrastruttura - come è stato ricordato nel comunicato che le aziende hanno fatto - dell'Unione dei mercati dei capitali in Europa che sosterrà le economie locali; quindi ci sarà una integrazione, c'è una grande opportunità da giocare, c'è il progetto richiamato, Elite, che servirà al nostro Paese per valorizzare un grande sistema di piccole e medie imprese, che deve essere canalizzato verso queste forme di finanziamento alternativo a quello del sistema bancario. I punti di forza, quindi, sono molto utili, molto significativi, incoraggiano un giudizio positivo sull'operazione, a partire dal fatto che Borsa Italiana diventerà il principale hub per la raccolta di capitale azionario per le 375 società quotate, che rappresentano più del 30 per cento del PIL nazionale. Naturalmente, vede la presenza di investitori solidi e diversificati, oltre 10 mila tra società e fondi di investimento globali attivi sul mercato. È inoltre impegnata nella attività di promozione delle aziende quotate, per favorire l'incontro con gli investitori internazionali, e si porrà un tema, cioè quello di ridurre i costi - come è stato ricordato - per quotarsi, ridurre i costi delle operazioni. Questo può funzionare se naturalmente la creazione di una grande società produce di per sé economie di scala, che si possano riflettere sulle aziende. Infine, c'è un'operazione fatta in sinergia con SIA, che sarà partner tecnologico di riferimento di Borsa Italiana fornendo a MTS e Monte Titoli servizi per il trading per il post trading. Quindi, l'operazione è un'operazione in linea con la missione che ha Cassa depositi e prestiti, quella di promozione e sviluppo delle infrastrutture strategiche italiane. In particolare, consente di rafforzare ulteriormente un settore chiave, quello delle infrastrutture dei servizi e della intermediazione finanziaria.
Aggiungiamo, in relazione anche ai rilievi formulati nella mozione di Fratelli d'Italia, che in questo frangente il Parlamento, con il decreto n. 104, ha ulteriormente rafforzato i poteri speciali e la cosiddetta golden power per permettere al Governo di svolgere un ruolo di controllo effettivo su tutte le attività che si stanno svolgendo, non solo quelle che riguardano Borsa italiana e questo è un elemento che assegna al Parlamento e al Governo uno strumento decisivo, che io penso si debba prorogare - ha ragione la collega della Lega - perché il 31/12 è un termine entro il quale non finirà questa emergenza, dunque i rischi collegati a questa pandemia. Non solo, ma c'è l'ingresso di un soggetto pubblico, che è la vera novità, che è un soggetto di alta qualificazione, che sta svolgendo un ruolo importante nel Paese ed in Europa. Mi pare un elemento importante da valutare per chi come noi difende l'interesse nazionale, ma difende, nell'interesse nazionale, anche aziende italiane pubbliche che stanno dando buona prova in questo momento. Quindi, io rinnovo il ringraziamento ai colleghi proponenti perché abbiamo avuto una possibilità, quella di riflettere su cosa è accaduto a Borsa italiana in questo ventennio, cosa è diventata questa società, come è finita questa operazione, con l'ingresso di un socio pubblico importante, al quale affidiamo tutte le attività di controllo, di crescita e di sviluppo di questo settore e naturalmente confidiamo nell'esercizio corretto dei poteri speciali, che rappresentano uno strumento necessario in questa fase complicata, nella parte originale, cioè per quelle altre previsioni, e anche dopo, per garantire che non ci siano azioni predatorie nei confronti delle aziende italiane, ma ci sia invece l'intervento del Governo per rafforzarle e per lavorare affinché il Paese riprenda il cammino, dopo questo brutto momento che stiamo vivendo.