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La ringrazio, signora Presidente. Vorrei iniziare questo mio intervento raccontando ai colleghi una storia; la storia di due bambini, di un bambino e di una bambina, Carla, che vive a Firenze e Fabio, che vive a Napoli.
Carla ha sempre mangiato a scuola, grazie al servizio di mensa, un servizio di mensa che, nella sua regione, è assicurato a quasi l'85 per cento dei bambini. Nel pomeriggio, Carla, più volte, è rimasta nell'istituto, per praticare un'attività sportiva.
Fabio, invece, frequenta la V elementare a Napoli, in una scuola che non ha il servizio di mensa, che non gli consente di svolgere attività fisica, perché, purtroppo, in quella scuola non c'è una palestra, così come in tante scuole vicine a quella di Fabio. Alla fine dei 5 anni di scuola, Fabio rischia di aver frequentato un intero anno scolastico in meno rispetto alla sua coetanea di Firenze.
Questi sono i dati che da tracciano due scuole all'interno di uno stesso Paese; sono dati drammatici che, come narra il cortometraggio realizzato, tra l'altro, da Svimez e L'Altra Napoli Onlus, illustra proprio quei divari territoriali che esistono nel nostro Paese per quanto riguarda l'offerta educativa.
Ho voluto riportare questo racconto per fare un invito a tutti i colleghi; oggi discutiamo un tema importante, quello posto dalle mozioni sulla scuola. Allora, c'è proprio la necessità, per tutti noi che sediamo in queste Aule parlamentari, di uno scatto di serietà e di responsabilità, dell'individuazione, in particolar modo, di una serie di urgenze e priorità che le mozioni che tra poco voteremo pongono, in quest'Aula.
Il Ministro Valditara ha fatto più volte riferimento, nel suo programma di mandato, a una grande alleanza tra famiglie, docenti, personale scolastico e studenti, nel nome del merito. Il suggerimento che mi sento di dare al Ministro è quello di cambiare nome a questa alleanza; un'alleanza è sì necessaria, ma chiamiamola Alleanza per l'inclusione e la lotta alle diseguaglianze all'interno della scuola; sono le parole del cardinale Zuppi che voglio riportare in quest'Aula. Il cardinale, Presidente della CEI, ci ricorda che l'emergenza educativa è talmente forte che richiede una risposta che possiamo dare soltanto insieme, piena di incanto, per guardare al futuro. E, allora, parliamo di cose serie ed evitiamo anche le rappresentazioni caricaturali cui abbiamo assistito nei mesi passati.
Penso alla dichiarazione del Ministro di qualche mese fa intorno agli stipendi differenziati, all'elogio del valore educativo dell'umiliazione, alla minaccia di sanzioni ad una dirigente scolastica responsabile soltanto di aver sollecitato i propri studenti a non essere indifferenti di fronte alla violenza, con la condanna, tra l'altro, ogni forma di violenza e di prepotenza, dichiarazioni poi prontamente e fortunatamente smentite dal diretto interessato. Ecco perché, come gruppo parlamentare del Partito Democratico, pochi mesi fa abbiamo depositato questa mozione in quest'Aula, per chiedere un impegno serio e concreto su alcuni temi fondamentali, che riguardano la scuola, che avete ascoltato e potete leggere nella nostra mozione: la retribuzione dei docenti e l'allineamento di quelle retribuzioni alla media europea, i divari territoriali, gli investimenti sul tempo pieno e a favore del sistema integrato di istruzione ed educazione da 0 a 6 anni e, più in generale, le risorse che devono essere investite nel settore dell'istruzione nel suo complesso, perché questo sia davvero centrale all'interno delle politiche pubbliche del Paese. Infatti, mentre il Governo è impegnato in dichiarazioni e successive smentite, ci sono i dati della dispersione territoriale e dei divari territoriali, con cui dobbiamo fare quotidianamente il conto, citati anche dai colleghi e dalle colleghe che mi hanno preceduto. Il Governo rispetto a queste urgenze che cosa fa? Risponde con il dimensionamento scolastico e con la riforma costituzionale sull'autonomia differenziata. Da un lato, quindi, finisce per ridurre il contingente organico dei dirigenti scolastici, accorpando sedi e personale, con dati allarmanti, tra l'altro, proprio su quelle aree interne e sulle regioni del Mezzogiorno che più rischiano di essere colpite; dall'altro, invece, mette in campo una riforma costituzionale che rischia concretamente di spaccare il Paese e, quindi, di moltiplicare i disagi anziché ridurli. Voglio rimarcare in questa sede il nostro sostegno a quelle regioni che già hanno impugnato la norma davanti alla Corte costituzionale. Si dirà che era una riforma del PNRR. Questa riforma, però, si poteva però attuare in modo diverso. Come Partito Democratico, in legge di bilancio, abbiamo fatto delle proposte alternative, a conferma del fatto che certi obiettivi e certe misure possono essere adottate in un modo, piuttosto che nell'altro.
Vengo proprio al tema del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non è un caso che quel Piano nazionale indichi tra i suoi obiettivi - assegnando tra l'altro delle risorse importanti - proprio il tema della povertà educativa e dei divari territoriali. Non è un caso che il PNRR punti, ad esempio, sugli asili nido, un obiettivo - e sentiremo tra poco il Ministro Fitto cosa potrà dirci a questo proposito - su cui rischiamo di perdere un obiettivo centrale e qualificante per lo sviluppo e il futuro di questo Paese. Non è un caso che si investa sulla formazione iniziale e sulle assunzioni dei docenti, su cui anche qui stiamo aspettando obiettivo del PNRR e risposte chiare e certe da parte del Governo. Colleghi, siamo molto, molto preoccupati, perché al momento, di fronte alle difficoltà attuative sul PNRR, i fatti, purtroppo, rischiano di essere tagli, dimensionamento scolastico, progetti spacca-Paese e perdita di risorse ed investimenti. Abbiamo visto i tagli che sono stati apportati dalla legge di bilancio al sistema di istruzione da 0 a 6 anni. Come gruppi di opposizione abbiamo più volte sollecitato il Governo ad intervenire in modo differente, ma i nostri appelli sono stati totalmente inascoltati. È vero che avete provveduto a rinnovare il contratto del personale docente, peccato però che nella legge di bilancio mancassero quelle risorse aggiuntive, quei 300 milioni di euro che erano stati proprio inseriti dal Governo Draghi un anno prima nella legge di bilancio, risorse che non erano destinate - attenzione - ad obiettivi generici o a progetti generici, come qualcuno ha ricordato, ma che erano destinati proprio a vantaggio della valorizzazione dei docenti e, quindi, a quel merito tanto importante e fondamentale per voi, già dal nome che avete voluto attribuire a questo Ministero.
C'è un tema di visione e di investimenti colleghi. Il DEF, su cui discuteremo domani in quest'Aula, manca totalmente di misure concrete relative alla scuola, come abbiamo detto anche in Commissione, presentando un parere alternativo rispetto al vostro. Oggi chiediamo proprio visione ed investimenti. Infatti, come diceva Calamandrei, la scuola è un organo “costituzionale”, come il Governo, il Parlamento e la magistratura. Se si dovesse fare un paragone con gli organi del corpo umano avrebbe il compito di creare il sangue, di creare cittadini, non diseguaglianze Vogliamo rimarcare in quest'Aula che l'istruzione è un diritto fondamentale e, come diritto fondamentale, implica che tutti devono poter avere una scuola aperta ed inclusiva, che sia in grado di coinvolgere tutti, nessuno escluso.
Una scuola che sia capace di offrire a tutti e, ancora di più, ai più deboli e a coloro che hanno meno strumenti ciò che serve perché possano raggiungere un buon livello di istruzione, di competenza e di capacità per ragionare ed operare scelte autonome. Quindi, si tratta di estendere il tempo pieno e prolungato, di intervenire sul numero degli alunni per classe, si favorire la creazione di ambienti di apprendimento che siano sostenibili, accessibili, innovativi e sicuri. Soprattutto, interveniamo sulle comunità educante nei territori. Al Senato è iniziato da poco l'esame in Commissione cultura su tale tema, su questo strumento che può essere davvero un mezzo importante per ridurre le diseguaglianze. Siamo a fianco delle studentesse e degli studenti di fronte alle difficoltà e al disagio psicologico che stanno affrontando. Affianchiamoli e sosteniamoli, perché c'è un tema fondamentale di disagio giovanile, che non possiamo trascurare e non vedere. Non è questione di buonismo, è questione di voler costruire una comunità scolastica che sia capace di sviluppare conoscenza inclusiva, condivisa, multiculturale, impegnata a garantire la serenità e il benessere di tutti i suoi protagonisti. L'equità non si esplicita dando a tutti le stesse cose, ma cercando di modulare le opportunità, osservando i ragazzi e comprendendo le loro richieste implicite, senza lasciare indietro nessuno. Citando nuovamente il cardinale Zuppi, ci vuole tempo, ci vuole passione e soprattutto ci vuole la convinzione che per ognuno c'è un merito “e la scuola si deve dannare per trovarlo”. Dobbiamo essere all'altezza del compito a cui siamo chiamati. C'è bisogno,, colleghi, di visione e di prospettive, di un grande dibattito sulla scuola riguardo al futuro del nostro Paese. Soprattutto, riguarda la possibilità di avere un futuro, perché se non ci impegniamo ora a pensarlo e a costruirlo, rischiamo davvero di non averne uno.