Discussione generale
Data: 
Lunedì, 22 Novembre, 2021
Nome: 
Luca Sani

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Grazie Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, signor sottosegretario, è innegabile che l'insieme degli incentivi destinati alla ristrutturazione, all'efficientamento energetico e al miglioramento antisismico di edifici, in particolar modo il cosiddetto superbonus, sia alla base di quel processo virtuoso che in questi ultimi mesi ha interessato il settore delle costruzioni, restituendo al comparto quel ruolo trainante per il sistema economico e occupazionale del Paese, che negli ultimi anni aveva registrato una crisi dalle dimensioni piuttosto preoccupanti.

È bene ricordare che, nel maggio 2020, in pieno periodo di crescita della curva dei contagi dovuti al COVID-19, proprio per fronteggiare gli effetti indotti sul tessuto economico e occupazionale, il Governo ha emanato il cosiddetto “decreto Rilancio”, contenente un insieme di misure volte, tra l'altro, alla tutela delle famiglie e dei lavoratori e alla salvaguardia e al sostegno delle imprese. Proprio in quel contesto, investendo sull'importante effetto moltiplicatore che il settore delle costruzioni e dell'edilizia ha sul prodotto interno lordo, con l'articolo 119 è stata introdotta una detrazione pari al 110 per cento, cosiddetto superbonus, delle spese relative a interventi volti a incrementare l'efficienza energetica degli edifici, alla riduzione del rischio sismico e agli interventi ad essi connessi. Inoltre, con il successivo articolo 121, è stata introdotta una misura anti-regressiva, favorendo in particolare i soggetti con minori disponibilità economiche, che prevede per tali interventi la possibilità per il contribuente di optare per un contributo sotto forma di sconto in fattura da parte del fornitore ovvero per la trasformazione in un credito d'imposta cedibile. Grazie al proficuo lavoro della maggioranza, in sede di confezione del decreto, il bonus è stato esteso alle seconde case, agli impianti sportivi e al Terzo settore. L'insieme di queste misure ha risvegliato, perciò, l'interesse da parte delle famiglie soprattutto e delle imprese a investire per riqualificare il diffuso patrimonio edilizio esistente, concorrendo, soprattutto grazie alla riqualificazione energetica, attraverso tanti piccoli interventi, a un obiettivo più generale, che è quello della riduzione delle emissioni in atmosfera e della mitigazione dell'inquinamento ambientale. A tal proposito gli obiettivi del superbonus sono in linea con quanto stabilito dal PNRR e, in particolar modo, alla componente efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, che destina complessivamente circa 14 miliardi di euro alla misura del superbonus, a cui si aggiungono ulteriori risorse nazionali, per un ammontare di ulteriori 6,5 miliardi di euro. Di fatto, il PNRR offre una garanzia economica, certificata dall'Unione europea, per dare certezze alle famiglie di poter portare a compimento i progetti di ristrutturazione delle abitazioni; nello stesso tempo, l'impegno e la risposta positiva che sta arrivando dalle famiglie e dalle imprese sul gradimento e sulla richiesta di accesso a queste misure è la dimostrazione migliore che le risorse destinate dall'Europa al nostro Paese, a differenza di altre fasi, verranno effettivamente impiegate, senza rischi di disimpegno. Rispetto al superbonus, il Partito Democratico sin dalla sua introduzione ha lavorato costantemente in sinergia con le categorie direttamente coinvolte, per implementare, migliorare e chiarire la normativa, in particolar modo per risolvere diversi problemi burocratici che hanno rallentato l'avvio e la piena attuazione della misura, tenendo conto del fatto che indubbiamente, anche per il protrarsi dell'epidemia e delle conseguenti ricadute negative sull'economia, molti cantieri non sono stati avviati, proprio a causa delle iniziali difficoltà applicative e della complessità della norma originaria. È proprio per questo che il PD ha fortemente voluto che con la legge di bilancio 2021 fosse prorogata l'efficienza delle misure, spostando i termini, sostanzialmente, al 30 giugno 2022 per alcuni aspetti e al 30 giugno 2023 per altri. Inoltre, nella stessa legge di bilancio 2021, sono state inserite ulteriori novità, che superano le difficoltà registrate nei primi mesi di sperimentazione. In particolar modo, su richiesta del PD, è stata inserita fra gli interventi strutturali la possibilità di richiedere le misure di ulteriori agevolazioni, per esempio, anche per l'abbattimento delle barriere architettoniche.

Il cosiddetto “decreto Semplificazioni”, poi, su forte richiesta e iniziative del Parlamento, ha reso più agevole l'utilizzo del superbonus da parte delle famiglie, chiarendo che per procedere basta una semplice CILA e non più la SCIA, necessaria quando l'intervento riguarda elementi strutturali. Si tratta di una svolta importante, fortemente voluta dal nostro gruppo parlamentare, suggerita dal confronto con il mondo dell'impresa, con i cittadini e con gli amministratori locali, che semplifica l'applicazione eliminando l'obbligo della dichiarazione di conformità urbanistica, sia in caso di superbonus, sia in caso di ecobonus, sia in caso di sismabonus.

Da ultimo vi è la proroga introdotta con la legge di bilancio 2022, che sposta al 2023 la scadenza del superbonus e poi prevede una progressiva diminuzione del beneficio attraverso una riduzione e stabilizzazione della aliquota. Il testo all'esame del Senato - stiamo parlando sempre di leggere il bilancio -, approvato dal Governo, recupera e supera l'iniziale decisione di escludere dalla proroga le abitazioni unifamiliari, una distinzione che come PD avevamo giudicato non corretta e che merita comunque di ulteriori approfondimenti.

Con la mozione oggi in esame, presentata dal PD, a prima firma della collega Martina Nardi e seguita dalla firma della presidente del gruppo, onorevole Debora Serracchiani, e dei nostri deputate e deputati, il Partito Democratico conferma perciò tutta la propria attenzione e il proprio impegno su questa tematica, che riteniamo centrale per il rilancio economico e occupazionale del Paese, in risposta alle attese delle famiglie, delle imprese e delle professioni, per una attuazione del PNRR rispetto alla voce della transizione ecologica. Questa mozione si aggiunge alle tante iniziative che il gruppo parlamentare del PD ha promosso e continuerà a proporre in merito al superbonus e a tutti gli incentivi edilizi, un'azione che si è caratterizzata, in particolar modo, anche in Commissione finanze, prevalentemente su iniziativa del nostro capogruppo, il collega Fragomeli, attraverso una serie di interrogazioni, volte a dirimere gli aspetti più problematici e dando tempestività certezza applicativa alla normativa.

Venendo agli impegni che chiediamo con la mozione, noi siamo per la proroga certa al 31 dicembre 2023 per tutte le tipologie di intervento. Questo, in primo luogo, perché, come ho accennato, fin dall'inizio del varo del superbonus si è posto un problema rispetto ai tempi di attuazione, per l'interpretazione delle norme, per la loro applicazione, per la necessità che è emersa dopo l'approvazione di una loro semplificazione, sollecitata e promossa anche ad opera del Parlamento - ricordavo prima dell'intervento sulla conformità urbanistica e sull'introduzione della CILA - ma anche per il fatto che, in particolar modo sulla questione del credito e sullo sconto in fattura, non avevamo soggetti pronti. Gli istituti di credito, in particolar modo, hanno impiegato mesi prima di definire i loro prodotti in merito all'acquisizione del credito e tutto ciò ha spostato molto in avanti nel tempo l'avvio dei cantieri, con il rischio iniziale di escludere dal beneficio una platea molto vasta tra cittadini e imprese. La proroga è necessaria anche perché ad oggi ancora si registrano alcuni problemi, rispetto alla reperibilità di imprese disponibili alla realizzazione degli interventi. Non dimentichiamoci che gli effetti della pandemia nelle sue fasi iniziali hanno avuto sul tessuto produttivo un effetto devastante, ma anche nel periodo di crisi, precedente alla pandemia, come abbiamo ricordato, nel settore delle costruzioni particolarmente forti sono state le difficoltà delle aziende con le ristrutturazioni, per la perdita di posti di lavoro e di professionalità. La proroga è necessaria anche perché c'è un carico di lavoro eccessivo, a cui sono sottoposti soprattutto gli studi professionali che, in particolar modo nel settore termotecnico, non sono diffusissimi sul territorio. La proroga è necessaria anche rispetto alla carenza che si sta registrando in merito a materie prime, semilavorati e attrezzi di cantiere, su cui tra l'altro registriamo un aumento dei prezzi pressoché insostenibile.

Inoltre, il fattore tempo è essenziale anche per far bene le cose, in termini di programmazione, progettazione, realizzazione degli interventi, ma anche in relazione alla sicurezza sui luoghi di lavoro. Evitare la fretta può corrispondere a lavorare meglio da tutti i punti di vista. Occorre la proroga certa per tutte le tipologie. Su questo, non nascondo una certa perplessità, per esempio rispetto al limite di reddito di 25.000 euro, fissato appunto dalla bozza della legge di stabilità per i proprietari di case unifamiliari, in primo luogo perché le unifamiliari hanno rappresentato la tipologia di maggior richiesta di accesso al bonus, non perché i proprietari hanno maggiori disponibilità, ma per il fatto che, rispetto a cantieri più complessi, come i grandi condomini, le procedure di carattere progettuale e burocratico sono indubbiamente più snelle ed efficaci per l'avvio dei lavori. Ciò ha rappresentato un'opportunità, non solo per i proprietari, ma anche per una platea molto larga di imprese piccole e diffuse sul territorio, magari non in grado di assumere commesse più grandi e complesse. È, in particolar modo, a questo tessuto di imprese che dobbiamo dare certezza, rispetto alle loro effettive capacità di lavoro, di acquisizione di commesse e di completamento degli interventi in cantiere. La modifica del quadro normativo, se non è di semplificazione non aiuta mai, signor Presidente. Il limite dei 25.000 euro per i proprietari di case unifamiliari ha ingenerato perplessità, anche perché, rispetto all'obiettivo del superbonus, non è di carattere sociale, ma ambientale. L'obiettivo è l'efficientamento energetico per ridurre le emissioni. Poi anche qualora si volesse introdurre una questione di equità sociale, questa è stata mal posta: per esempio, si rischia il paradosso che un funzionario di banca, proprietario di una casa unifamiliare di modesto valore, collocata in un comune di provincia, non possa accedere al superbonus rispetto invece all'amministratore delegato della stessa banca, che vive in un lussuoso condominio di città e accede al superbonus con appartamento e pertinenza, raddoppiando quindi addirittura i massimali di spesa. La perplessità è confermata anche dal fatto che la norma che ha istituito il superbonus prevede giustamente un massimale di spesa e il vincolo del salto di classe energetica e quindi speculazioni su grandi ville sono di per sé escluse. Per questo, auspichiamo che, durante l'esame della legge di bilancio, il tetto di reddito sia opportunamente rivisto, se non rimosso. Con la mozione si chiede un impegno a rendere strutturale il meccanismo della cessione del credito e dello sconto in fattura per tutte le tipologie di intervento, questo al fine di consentire al maggior numero di cittadini e imprese di accedere agli incentivi, senza necessariamente caricarsi di opere significative. È il caso, per esempio, del rifacimento e della sostituzione degli impianti termici e delle caldaie, interventi fra l'altro che stanno registrando una larga diffusione - con ritorni positivi, come il coinvolgimento di tante micro o piccolissime imprese -, l'accesso alla misura da parte di cittadini con ridotte capacità di spesa e di investimento, sensibili risparmi in termini di consumi, in un momento in cui il caro bollette si fa drammaticamente sentire, e benefici di carattere ambientale. Per questo, anche qui Presidente, ha destato perplessità che nelle norme cosiddette antifrode, intervenute successivamente anche alla presentazione di questa mozione, sia stata introdotta una complicata e costosa asseverazione anche per interventi come la semplice sostituzione della caldaia, con il rischio di bloccare, se non di impedire, la prosecuzione di questa tipologia di interventi. I provvedimenti antifrode sono sacrosanti rispetto al contrasto degli abusi e delle furbizie, ma attenzione a non provocare incertezze tra gli operatori che, anche a causa della pandemia e della crisi da cui proveniamo, fanno fatica a misurarsi con un cambio e una complicazione delle norme in corso d'opera. Anche per questo, sempre nella mozione, per quanto attiene all'asseverazione, chiediamo l'acquisizione di prezziari certi e aggiornati per tutte quelle voci e quei massimali su cui ad oggi non vi è alcuna indicazione e che rendono il lavoro dei tecnici molto complicato; così come una riflessione sulla retroattività delle stesse norme antifrode rispetto a commesse già sottoscritte, a pratiche avviate e a lavori in corso d'opera sarebbe comunque da evitare. Concludendo, perciò, sottoponiamo all'attenzione della Camera questa mozione, convinti - come Partito Democratico - che il superbonus e l'insieme degli incentivi edilizi rappresentino una grande occasione di ripartenza rispetto alla crisi e anche un'opportunità per consolidare strumenti che possono essere estesi e promossi con il concorso tra pubblico e privato rispetto a tutto ciò che è riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana, al fine di rendere tutti gli edifici ambientalmente e socialmente sostenibili, più sicuri e accessibili, con il recupero di spazi abbandonati, minor consumo di suolo e di energia, maggiore visibilità dei centri urbani, con una maggiore qualità della vita dei cittadini e molte occasioni di lavoro e crescita per le imprese.