Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 21 Maggio, 2025
Nome: 
Elly Schlein

Grazie, Presidente. A Gaza c'è l'inferno in terra con più di 50.000 morti, tra cui 15.000 bambini, e bombe sugli ospedali e sulle scuole. Da marzo il Governo israeliano ha rotto la fragile tregua, ricominciando violente operazioni militari su Gaza e impedendo che arrivasse qualunque tipo di aiuto umanitario. Hanno tolto l'acqua, il cibo, le medicine, ogni cosa ai palestinesi che sono imprigionati in un lembo di terra sotto bombardamenti costanti.

Gli operatori umanitari non possono operare e abbiamo assistito all'esecuzione a freddo di 15 medici e paramedici che l'esercito israeliano ha anche provato ad insabbiare. L'ONU dice che a Gaza la fame viene usata come un'arma di guerra: 14.000 bambini rischiano di morire a Gaza nelle prossime 48 ore se non riceveranno al più presto gli aiuti necessari. Lo ha detto ieri il Sottosegretario dell'ONU agli aiuti umanitari. L'Alto Commissario per i diritti umani ONU ha detto chiaramente che l'escalation a Gaza equivale a una pulizia etnica.

Bisogna fermare i crimini del Governo di estrema destra di Netanyahu. Il mondo non può stare a guardare. La comunità internazionale, l'Unione europea, il Governo italiano devono fare ogni sforzo per fermare questo massacro e questa terribile guerra.

In questa mozione unitaria, scritta insieme tra Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e MoVimento 5 Stelle, noi chiediamo al Governo di uscire dal silenzio complice ed esprimere una ferma condanna delle azioni del Governo israeliano. Chiediamo di adoperarsi per un immediato cessate il fuoco, per la liberazione incondizionata di tutti gli ostaggi ancora nelle mani dei terroristi di Hamas, per sbloccare tutti gli aiuti umanitari necessari ad una popolazione palestinese martoriata e non la presa in giro di 7 camion quando prima della guerra ne passavano 500 al giorno.

I nostri deputati e le nostre deputate - che ringrazio - che sono stati in questi giorni a Rafah cercando di sbloccare gli aiuti per Gaza ci hanno raccontato di centinaia di camion di aiuti fermi a marcire per il cinismo criminale di Netanyahu e dei suoi Ministri. Non è accettabile. Stanno violando ogni norma di diritto internazionale umanitario, creando un pericolosissimo precedente storico che il mondo non deve tollerare.

Per questo nella mozione chiediamo sanzioni al Governo di Netanyahu e ai suoi Ministri. Per questo chiediamo un embargo totale di armi da e verso Israele. Per questo pretendiamo la fine delle occupazioni illegali e delle violenze dei coloni in Cisgiordania. In questa mozione noi esprimiamo tutto il nostro supporto alle migliaia di israeliani che stanno protestando e manifestando contro Netanyahu, accusandolo di proseguire questa guerra solo per mantenere il suo potere, disinteressandosi della sorte degli ostaggi.

Ieri il leader dei Democratici Yair Golan ha detto: se non torniamo a comportarci come un Paese normale che non fa guerra contro i civili, che non uccide i bambini per hobby, che non si pone l'obiettivo di espellere intere popolazioni rischiamo di diventare uno Stato paria, come fu il Sudafrica dell'apartheid, e questo Governo mette a repentaglio la nostra esistenza. A lui va tutta la nostra solidarietà per gli attacchi che sta ricevendo per queste parole di verità contro la guerra.

Così come esprimiamo tutto il nostro supporto ai palestinesi che protestano contro Hamas, verso cui la nostra condanna non può essere più netta e più dura perché nessuno di noi ha dimenticato l'orribile attacco terroristico del 7 ottobre, la violenza brutale e le vittime israeliane innocenti. Ma tutto questo non può giustificare in alcun modo il massacro di 15.000 bambini innocenti a Gaza.

La leadership al Governo in Israele, in totale disprezzo del diritto internazionale e delle risoluzioni ONU, non vuole soltanto impedire, come ha più volte rivendicato e votato alla Knesset, la realizzazione di uno Stato palestinese, ma vuole che la vita dell'intero popolo palestinese nella propria terra diventi impossibile. Ora sono arrivati all'assedio totale, all'annuncio dell'occupazione piena della Striscia e della deportazione di massa della popolazione palestinese. Con l'ignobile franchezza che lo contraddistingue il Ministro israeliano Smotrich ha spiegato che riapriranno l'ingresso a qualche aiuto solo per tener buona la comunità internazionale e poter andare avanti senza ostacoli nella distruzione della Striscia. Non si possono militarizzare gli aiuti umanitari, devono essere le organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite, e non l'esercito, a distribuire gli aiuti.

E Smotrich ha aggiunto la verità più atroce, dicendo: “stiamo smantellando Gaza, lasciandola in rovina con una distruzione senza precedenti e il mondo non ci ha ancora fermato”.

Ecco, noi invece pensiamo che vadano fermati.

Ma chiediamoci - e lo chiediamo al Governo e a Giorgia Meloni -, di fronte a questo oltraggio, come si può rimanere fermi? Dov'è la voce dell'Italia? Una voce di pace che, nella storia intricata e tragica del Medio Oriente, non è mai mancata. E dov'è l'Europa, sulla cui responsabilità ricade un pezzo del destino dei palestinesi, nel momento in cui il Governo israeliano gode dell'avallo degli Stati Uniti di Trump? Quel Trump che ha proposto di fare di Gaza un resort di lusso per ricchi, senza che il Governo italiano esprimesse una parola di condanna.

Non si può continuare a tacere. Non si può restare immobili di fronte a questo disegno di sterminio, di fronte ai crimini di guerra e contro l'umanità, perpetrati da Netanyahu.

Qualche giorno fa, Francia, Regno Unito e Canada hanno dichiarato, insieme, che non resteranno a braccia incrociate dinanzi alle azioni scandalose di Israele nella Striscia di Gaza. Ieri, il Governo britannico ha deciso di sospendere i negoziati commerciali con Israele; invece, la Presidente Meloni non ha espresso una condanna chiara né ha promosso un'iniziativa diplomatica all'altezza della nostra tradizione di pace.

Questo immobilismo ci rende complici, ci disonora sul piano internazionale. Quello che è successo ieri è scandaloso.

Noi, in questa mozione, colleghi, chiediamo di farla finita con il doppio standard sulla sistematica violazione del diritto internazionale, compiuta dal Governo israeliano a Gaza. L'Unione europea, ieri, ha provato a fare questo passo, rivedendo finalmente l'accordo di cooperazione con Israele, ma il Governo italiano ha votato contro. Lo diciamo chiaramente: non nel nostro nome!

Continuate ad appoggiare, acriticamente, il Governo estremista di Netanyahu, non capendo che, oltre al destino della Palestina, sono a rischio anche la sicurezza di Israele e la pace in Medio Oriente.

Abbiamo ascoltato dichiarazioni di pieno appoggio a Netanyahu da parte del Vicepremier Salvini; a fronte delle nostre richieste, il ministro degli Esteri, Tajani, anziché rispondere attacca noi e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che già prima su Gaza era molto silente, da quando è arrivato Trump, riverito e osannato, si è del tutto ammutolita. Perché non bastano le parole pronunciate, qualche giorno fa, in quest'Aula, peraltro fuori tempo massimo, dalla Presidente del Consiglio che ha detto di non condividere “le recenti proposte del Governo israeliano”. “Proposte”? Il disegno criminale di deportazione forzata della popolazione è una proposta? Le bombe che uccidono e feriscono donne e bambini sono proposte? Non sono proposte, sono crimini. È ora che dal Governo italiano arrivino condanne e atti concreti, non le sciagurate astensioni alle Nazioni Unite. Così si tradisce la tradizione diplomatica del nostro Paese, da sempre attento alla questione palestinese e attivo per i due popoli e i due Stati.

Occorre supportare il lavoro della Corte penale internazionale, anziché delegittimarla; occorre che il Governo italiano sostenga concretamente il cosiddetto Piano arabo per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza, che non può e non deve rimanere nelle mani di Hamas.

Quello che accade a Gaza ci riguarda tutte e tutti. Perché non è solo una guerra ingiusta a un intero popolo, è un attacco sciagurato al diritto internazionale e all'umanità.

Ecco, perché serve un'iniziativa immediata dell'Italia e dell'Unione europea per il cessate il fuoco, per sbloccare gli aiuti umanitari e proteggere i civili palestinesi, per la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani, ancora nelle mani di Hamas, che deve accettare di liberarli, per la fine delle occupazioni illegali e delle violenze e per le sanzioni, sì, al Governo di Netanyahu e ai suoi Ministri.

Soprattutto, chiediamo al Governo Meloni di fare come hanno già fatto la Spagna, l'Irlanda, la Norvegia e presto pure la Francia: riconoscere pienamente lo Stato di Palestina. Per procedere finalmente all'affermazione di due diritti, due diritti che devono essere riconosciuti a due popoli, che vanno liberati dalla trappola di odio nella quale sono imprigionati dal Governo estremista di Netanyahu, da un lato, e dai terroristi di Hamas, dall'altro: il diritto del popolo palestinese a vivere in pace, in uno Stato libero e sovrano, e il diritto del popolo israeliano a vivere in sicurezza, senza che nessuno neghi allo Stato di Israele il diritto di esistere.

Mi rivolgo a Giorgia Meloni, che fa la Presidente del Consiglio: la politica estera di un grande Paese, come il nostro, non si può piegare alle simpatie o antipatie personali e, tantomeno, alle bandiere di partito. Tante saranno le pagine di storia che leggeranno le prossime generazioni sulle atrocità in corso a Gaza e lei, Presidente, che ha la possibilità di incidere sul corso degli eventi, sta tacendo. Il silenzio non è un'opzione, il silenzio, oggi, è complice. Lei rappresenta l'Italia, ma l'Italia così non è rappresentata da lei. Perché l'Italia non si gira dall'altra parte, non sta in silenzio. L'Italia ripudia la guerra. Allora, è tempo che agiate per fermare questo massacro, con condanne nette e atti concreti .