Grazie, Presidente. Intervengo oggi nella consapevolezza che la situazione in Palestina, nella Striscia di Gaza, impone oggi al Parlamento italiano una presa di posizione chiara, responsabile e coerente con i principi del diritto internazionale, ma anche con la tutela della vita umana e impone azioni conseguenti.
Intervengo dopo essere tornata da Rafah, dopo alcuni giorni a stretto contatto con profughi palestinesi, con organizzazioni umanitarie che stanno vivendo l'orrore insieme a deputati di questo Parlamento, parlamentari europei, rappresentanti di organizzazioni della società civile, giuristi. Con la carovana solidale abbiamo percorso un lungo tragitto che dal Cairo ha portato, attraverso il Sinai, al valico di Rafah, con l'obiettivo di accendere l'attenzione della comunità internazionale sul massacro non più tollerabile che si sta compiendo a danno della popolazione palestinese e di accentuare la pressione per fare entrare gli aiuti, per fermare il fuoco.
Tutte le organizzazioni che operano nella Striscia ci hanno descritto una situazione apocalittica e lo hanno fatto con parole molto diverse rispetto a quelle che ci avevano detto un anno fa. Lo hanno fatto con le parole di dignità di chi si sente abbandonato da troppo tempo al massacro. Fino all'altro ieri, ma anche oggi, da oltre 70 giorni a Gaza non è entrato più nulla di commestibile o necessario, né un chilo di farina, né un farmaco salvavita e non un solo bambino malato è stato portato per le cure negli ospedali di altri Paesi.
Dal blocco totale degli aiuti, imposto da Netanyahu a inizio marzo, sono morti di fame 59 bambini e 51.000 bambini si sono ammalati perché mal nutriti. Tutto questo non è più tollerabile!
Rappresenta non solo una clamorosa violazione del diritto internazionale ed è inaudito che alcuni governi - fra cui il nostro - non abbiano seguito le organizzazioni internazionali che hanno sanzionato le violazioni. Dopo la netta - e da noi condivisa - condanna di Hamas per l'atto terroristico del 7 ottobre non sono seguite, da parte del Governo italiano, né di quello europeo, condanne altrettanto nette per i crimini di guerra del Governo Netanyahu.
Sono tanti i racconti di vita che abbiamo ascoltato dalle dirette parole dei profughi, dall'ossessione delle madri, dall'alba alla notte, per trovare cibo, un po'di cibo per i figli ormai senza forze, ormai ridotti a scheletri, al dramma delle ambulanze che non arrivano a soccorrere i malati perché mancano i pezzi di ricambio che non vengono fatti entrare dal blocco.
Siamo tornati a visitare i magazzini di stoccaggio della Mezzaluna Rossa, vicino al valico di Rafah, dove ci sono cibo, vaccini, farmaci per decine di migliaia di metri quadri e ci sono aiuti rigettati dal Governo israeliano perché ritenuti pericolosi. Ma che cosa sono questi oggetti pericolosi? Sono generatori di corrente, filtri per depurare l'acqua infetta, sedie a rotelle per gli amputati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e Alleanza Verdi e Sinistra). Come ci è stato detto da chi si occupa dei magazzini, sono gli oggetti indispensabili per far funzionare tutto il resto, per non annientare la possibilità di vita di un popolo. E allora capite che non è possibile continuare a negare il massacro di una popolazione, una deliberata e concatenata serie di azioni per sradicare un popolo dalla sua terra. Perché adesso, il rischio da aggiungere è proprio questo: è la deportazione, lo sgombero, l'evacuazione.
Trump lo aveva già dichiarato quando ha esplicitato gli appetiti immobiliari della Striscia modello resort e Netanyahu lo ha detto con chiarezza proprio in questi giorni, quando ha detto che avrebbe permesso l'ingresso di una quantità minima di cibo: cinque TIR in due giorni quando ne servirebbero migliaia.
Gli aiuti devono entrare in maniera tempestiva, senza restrizioni, devono essere gestiti dalle organizzazioni umanitarie indipendenti, non da soggetti coinvolti nelle operazioni militari. Ogni ritardo mette a rischio la vita umana.
Cosa sta facendo il Governo italiano per questo? Ed è grave il voto contrario del nostro Paese sulla revisione degli accordi.
La mozione, per questo, assume un valore politico fondamentale, non solo per il rispetto del diritto, non solo per il riconoscimento del diritto di due popoli a vivere in pace e autodeterminazione, lo è perché è dovere del Governo intervenire per scongiurare questo ennesimo sfollamento forzato, la liberazione di tutti gli ostaggi da Hamas, la protezione della popolazione civile. L'Italia deve essere all'altezza del proprio ruolo, della propria tradizione, non può voltarsi dall'altra parte.
Voltarsi dall'altra parte di fronte a ciò che sta accadendo è complicità! Non permettiamo - e ho chiuso -, come ci ha detto responsabile del Centro palestinese dei diritti umani, che la Palestina diventi la tomba del diritto internazionale.