Discussione generale
Data: 
Martedì, 12 Luglio, 2022
Nome: 
Antonella Incerti

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La ringrazio. Signor Presidente, colleghi, sottosegretaria Fontana, il cambiamento climatico è stato spesso raccontato anche con retorica e comunicato come un problema che comporterà conseguenze serie, sì, ma forse fra qualche anno. Così si dice, anche giustamente, che il nostro dovere è di pensare alle generazioni future. Eppure il cambiamento climatico è già qui, è ora e riguarda il nostro presente: la tragedia ultima della Marmolada, che ha causato la morte di 11 persone, ci ricorda che il tempo di agire è qui e ora e la crisi idrica, l'ennesima perché non è un'estate anomala ma già ne abbiamo avute altre, ci dice con evidenza che il cambiamento climatico è assolutamente in atto.

È una crisi idrica che sta impattando su un Paese come il nostro, che è già stato classificato da tempo come un Paese fortemente soggetto a stress idrico medio-alto. Quindi, è vero: ci sono le alterazioni del ciclo idrogeologico, l'aumento delle temperature, la riduzione della copertura nevosa, l'alta variabilità stagionale delle precipitazioni, però dobbiamo anche aggiungere un uso del nostro territorio con una diffusa impermeabilizzazione dei suoli che ha minato nel tempo la capacità di regolazione dei flussi idrici, alterazioni che stanno producendo conseguenze sulla sicurezza idrica, sulle famiglie, sulle imprese ma anche sulla tutela del nostro ambiente e sulla biodiversità. Come hanno già ricordato in molti prima di me, in molte zone del Paese - soprattutto al Nord - c'è una situazione che non possiamo più considerare anomala ma davvero preoccupante, così come si evince da molte note informative. L'ultima è quella pubblicata dall'Autorità di bacino del fiume Po sulla secca del più grande fiume d'Italia che è la peggiore da settant'anni a questa parte. Sempre a proposito del Po, la risalita del cuneo salino, che è causata dall'erosione della costa, ha accentuato la siccità e ha ridotto l'apporto idrico, anche a causa di errate opere di drenaggio che hanno ridotto l'apporto della materia naturale dei fiumi, andando nell'entroterra e mettendo a rischio migliaia di ettari, anche di coltivazione, di aziende agricole che operano nel territorio verso la costa, soprattutto nel delta del Po, a causa della maggiore salinità sia delle acque necessarie per l'irrigazione così come delle falde, che sono altrettanto importanti.

Dunque, anche con questa nostra mozione del Partito Democratico, peraltro preceduta anche da una risoluzione nelle Commissioni ambiente e agricoltura, si evidenzia che servono soluzioni immediate certo, ma soprattutto servono politiche di sistema a medio e lungo termine. Serve una programmazione che non c'è stata in questi decenni. Quindi, va bene aver proclamato lo stato d'emergenza per le cinque regioni colpite dalla siccità, la previsione di uno stanziamento di supporto e la nomina di un commissario, ma l'impegno che chiediamo al Governo è maggiore e deve estendersi a una serie di interventi molto più consistenti, a partire dal Piano nazionale di ripresa e resilienza che certo ha messo in campo 880 milioni ma che non sono sufficienti, perché occorrono più risorse. Soprattutto, devono partire al più presto i lavori, che sono già stati previsti grazie anche alla progettazione dei nostri consorzi di bonifica, e vanno anticipati quelli che vanno a efficientare la rete idrica. È stato ricordato che tratteniamo solo l'11 per cento dell'acqua, ciò vuol dire che più dell'80 per cento viene disperso. Vanno snellite alcune procedure per la realizzazione immediata di questi lavori.

Nella mozione chiediamo, quindi, impegni per la realizzazione delle infrastrutture di accumulo idrico, per il recupero delle acque piovane a fini di usi industriali ma anche irrigui e domestici. Serve, come abbiamo ribadito in tante occasioni e anche in questi anni attraverso interrogazioni in Commissione, la realizzazione di nuovi invasi, anche piccoli invasi interaziendali, a servizio delle imprese agricole. È mancata spesso la manutenzione. Molti di questi invasi non sono stati manutenuti in questi anni e, quindi, hanno perso la loro capacità di fornire acqua.

A proposito del settore agricolo, vanno individuate - certo anche con l'ausilio della ricerca - varietà di colture che possono resistere maggiormente e utilizzare i sistemi dell'agricoltura di precisione, che possono dare un contributo in questo senso proprio per il risparmio di acqua sulle colture. Sempre nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza vanno realizzate infrastrutture agricole proprio per il riutilizzo dell'acqua nella direzione che è stata indicata dalla Corte dei conti europea, che ha sollecitato gli Stati membri dell'Unione a intervenire proprio in tal senso.

Vanno anche “rinaturalizzati” i corsi d'acqua e ripristinata la capacità di contenimento in caso di eventi meteorologici estremi, quali alluvioni e precipitazioni. Serve anche capacità di spesa per gli enti preposti alla prevenzione del rischio idrogeologico, aumentandone anche la capacità tecnica e progettuale.

Bisogna, quindi, uscire dall'approccio emergenziale e, come dicevo prima, avere una seria programmazione, utilizzando anche risorse e progetti in modo maggiormente coordinato, proprio per migliorare l'approvvigionamento idrico, per risanare il sistema fluviale, per migliorare la capacità previsionale, per anticipare la disponibilità naturale della risorsa e ottimizzare, quindi, il volume immagazzinato.

Serve soprattutto un luogo di coordinamento vero in cui tutte le competenze e le conoscenze, che oggi sono frammentate fra vari enti, possano davvero fare un'opera di programmazione coordinata per avere sempre un rapido monitoraggio dei bacini idrografici e, quindi, essere in grado di intervenire con un coordinamento razionale, che ancora non è avvenuto.

Questo è ciò che è necessario e che chiediamo nella nostra mozione, anche perché - è vero e certamente è stato ribadito più volte - l'acqua è una risorsa strategica per la popolazione, per le nostre imprese e per le nostre imprese agricole, ma l'acqua, soprattutto e prima di tutto, è vita,