La ringrazio, signor Presidente. Vede, Presidente, anche alla luce dell'ultimo intervento, noi abbiamo la sensazione che quanto accaduto con la pronuncia della Corte non sia stato ancora percepito dalla maggioranza. Allora, lo ribadiamo noi una volta per tutte, così da fare una bella operazione verità. Ministro Calderoli, la sua autonomia differenziata non esiste più, è finita, game over. L'impianto su cui si reggeva è stato totalmente demolito. Dica definitivamente addio al suo progetto di autonomia differenziata, alla sua idea sbagliata e ingiusta di spaccare l'Italia, perché il suo disegno è stato cancellato. Se ne faccia una ragione e se ha problemi o difficoltà a spiegarlo a Zaia e a Fontana non può essere un problema nostro.
Noi, Ministro, glielo avevamo detto. Gliel'avevano detto tutti gli esperti auditi in Commissione, la Commissione europea, la Banca d'Italia, la Conferenza episcopale italiana, Confindustria, i sindacati e oltre un milione di italiani che in pochissimi giorni hanno raccolto le firme per il referendum. Voi siete andati avanti lo stesso ed ecco i risultati, che poi sono anche i risultati di ieri, per tornare un po' alle cronache, con le bellissime vittorie dell'Umbria e dell'Emilia-Romagna, con un segnale chiaro ai fan dell'autonomia differenziata.
Allora, Presidente, noi abbiamo sempre criticato nel merito questo provvedimento, sempre nel merito, e lo abbiamo definito innanzitutto antistorico, perché non c'è Paese al mondo, Presidente, che dopo il COVID non abbia deciso di accentrare la propria catena di comando. È valso soprattutto nell'ambito sanitario, proprio per garantire una maggiore efficienza di intervento. Vale anche, però, sul campo economico, anche per provare a combattere quelle diseguaglianze che non sono soltanto ingiuste ma sono anche un freno alla competitività del nostro Paese. Voi, invece, vi siete mossi sul versante opposto, senza mai ascoltare le opposizioni, e l'abbiamo visto a partire dal tema delle politiche energetiche. Averne una per regione, con quello che sta accadendo nel mondo, fa semplicemente ridere. Noi siamo già il Paese che in Europa paga di più l'energia. Voi, con 20 politiche energetiche differenti, stavate mettendo a rischio le nostre imprese; la sicurezza energetica del Paese era a rischio. Ma come pensavate di competere? Noi oggi dovremmo porci il tema di avere una grande politica energetica dell'Unione europea. Voi, invece, volevate farne addirittura 20.
Anche sulla sanità e sulla scuola ve lo abbiamo ripetuto mille volte che facevate male a tutto il Paese, perché se i cittadini del Mezzogiorno sono costretti ad andare a curarsi al Nord non è un problema solo dei meridionali, perché le liste d'attese si allungano per tutti. Se il personale sanitario emigra dalle aree interne, in quei territori non resta più nessuno. Allo stesso modo sulla scuola, dove voi volevate pagare i docenti del Sud meno di quelli del Nord, fare i concorsi differenziati, i programmi scolastici differenziati. Insomma, voi volevate realizzare una vera e propria secessione, così chiamiamo le cose col loro nome e cognome.
Allora, Presidente, almeno oggi spieghiamo come stanno le cose ad alcuni presidenti di regione che anche in questi minuti si avventurano in comunicati un po' strani. Smettetela di parlare di trasferimento di materie - e lo dico anche ai colleghi della maggioranza che sono intervenuti prima - perché le materie non potranno essere più devolute dopo la sentenza della Corte. Se si vorrà chiedere una funzione quest'ultima dovrà essere legata a una specificità, a una particolarità di quel territorio che giustifichi tale richiesta, e questo fino ad oggi non era mai avvenuto. Ma soprattutto per trasferire una funzione la regione dovrà provare di essere in grado di garantire una migliore efficienza rispetto alla gestione dello Stato e dovrà rispettare gli equilibri di bilancio, oltre che i principi di sussidiarietà, di solidarietà e di uguaglianza. Insomma, dopo la sentenza della Corte voi non potete mettere più in discussione la coesione e l'unità della nostra Repubblica.
Oggi, Presidente, quello che resta è fondamentalmente un guscio vuoto. Voi non potete fare praticamente più nulla, e non c'entra niente - anche prima è stato detto proprio dal Ministro - la distinzione tra materie LEP e materie non LEP, perché anche su questo la Corte è stata chiarissima. Ministro, gli eventuali trasferimenti non potranno riguardare funzioni che attengono a prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. Che cosa significa? Ve lo traduciamo in termini concreti che cosa significa. La Protezione civile, che avete già chiesto, non la potete più richiedere; l'istruzione resterà allo Stato, le politiche energetiche, le reti di trasporto, i porti, gli aeroporti idem.
Quindi, Presidente, attenzione su questo, lo dico in particolar modo ai colleghi di Forza Italia. Se vogliamo rispettare la Corte, le intese che il Ministro Calderoli si affrettava a chiudere con Liguria, Piemonte, Veneto e Lombardia vanno fermate immediatamente, non domani, non domani ma oggi, e lo chiediamo con questa mozione, e lo ripeto ai colleghi di Forza Italia: è finito il tempo delle dichiarazioni e delle interviste, oggi è il giorno della verità, il Parlamento è chiamato a pronunciarsi anche su questo.
Se chiedete la moratoria, come dice il presidente Occhiuto, allora la prima cosa da fare è bloccare quelle intese e votare per questo impegno di questa mozione, altrimenti sarete ancora una volta complici della peggiore legge di questa legislatura, e non vi basterà neanche dire: prima facciamo i livelli essenziali delle prestazioni, anche perché il tema - lo abbiamo sempre detto - non è mai stato solo determinarli, ma anche garantirli, metterci le risorse, renderli reali, non un foglio di carta. E non ci venite a dire che c'era il Comitato CLEP per fare questa cosa, perché tra i criteri che si volevano utilizzare nel CLEP c'era anche quello del costo della vita, e se tu realizzi i livelli essenziali delle prestazioni in base al costo della vita stai dicendo che i diritti e le opportunità di un cittadino di un'area metropolitana valgono di più di quelli di un cittadino di un'area interna o di un cittadino del Mezzogiorno, e questo non può essere previsto proprio dalla nostra Costituzione.
Allora, Presidente, noi ci opponiamo, ma non siamo sorpresi, perché quello che volevate fare è del tutto coerente con l'attuale disegno della destra italiana. Sono due anni, infatti, che questo Governo se la prende sempre con chi è più debole, con chi è più povero, con i cittadini del Sud, con quelli delle aree interne. Presidente, questo è il Governo più anti-meridionalista della storia repubblicana. Nelle ultime due leggi di bilancio ci sono stati tagli importanti a risorse del Sud e alle aree interne, sono una roba che non è mai avvenuta nella storia repubblicana: 5 miliardi di decontribuzione Sud presi e tagliati, non avete neanche avviato una trattativa con la Commissione europea; avete tagliato 2,5 miliardi di risorse agli enti locali, che faranno ancora più fatica a garantire i servizi; a proposito della responsabilità degli amministratori, prima gli togliete le risorse, poi volete la responsabilità degli amministratori; mancano le risorse per il trasporto pubblico locale e per le infrastrutture, e la vostra risposta è stata tagliare 3,5 miliardi dal Fondo perequativo infrastrutturale, un fondo che serviva per i nostri porti, le nostre strade, le nostre autostrade, le nostre reti idriche, presi, cancellati. E anche oggi, nell'intervento dei colleghi della Lega, si diceva che bisogna andare avanti sull'autonomia, in un Paese in cui un cittadino del Veneto ha di spesa pubblica 18.500 euro e un cittadino del Mezzogiorno 13.500 euro. Voi oggi state continuando a legittimare l'idea che, in questo Paese, debbano esistere cittadini di serie A e cittadini di serie B, e questa roba noi la contrasteremo sempre.
Allora, Presidente, vado a chiudere. Oggi il Ministro sarebbe dovuto venire qui, in Parlamento, per chiedere scusa all'Italia, e invece si presenta dopo aver, ancora una volta, dimostrato a tutti la sua arroganza, il suo mancato rispetto per la Costituzione e la sua idea di democrazia per il nostro Paese, un Paese in cui i professori che criticano il Governo vanno sospesi, un Paese in cui è normale che i Ministri attacchino ogni giorno la magistratura, un Paese in cui, per lei, le opposizioni dovrebbero tacere per sempre. No, Presidente, ci dispiace, ci dispiace deludere il Ministro, noi non staremo in silenzio davanti ai vostri disastri, noi non staremo in silenzio davanti a chi esercita il potere come una clava contro chi vi si oppone, noi non staremo in silenzio dinanzi a chi è stato bocciato, ancora una volta, dalla Corte costituzionale. Anzi, noi continueremo ad opporci con maggiore forza nei confronti di chi vuole spaccare l'Italia e mettere in discussione la coesione, e non vi avventurate - accettate almeno questo consiglio - nel dibattito referendum sì/referendum no, perché noi non ci fermeremo fino a quando questa legge non verrà cancellata, ve l'abbiamo detto centinaia di volte e continueremo a farlo anche oggi.
Caro Governo, caro Ministro, l'Italia è una e indivisibile, e resterà tale nonostante voi, fatevene una ragione.