Signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il 2 agosto 1980 una bomba esplose nella sala di attesa di seconda classe della stazione di Bologna; 85 le vittime innocenti che fece, 200 i feriti e una ferita ancora più grande nella storia intera della democrazia di questo Paese. Ancora una volta, questa mattina, migliaia di cittadini di Bologna si sono stretti attorno ai familiari delle vittime e noi idealmente da qui li abbracciamo tutti. La verità giudiziaria su quanto è accaduto è chiara, anche grazie al nuovo percorso processuale che è in corso. L'attentato è stato compiuto da terroristi fascisti, finanziato dalla loggia massonica P2 e coperto con un'azione anche di depistaggio da settori deviati dei nostri servizi segreti. I processi in corso stanno aprendo squarci importanti di verità, che ci potranno portare alla piena consapevolezza su mandanti e sostenitori della strategia della tensione, che ha così pesantemente condizionato la storia del nostro Paese.
È grazie all'associazione dei familiari delle vittime - che ancora ringraziamo, per l'impegno coraggioso ed appassionato, che rappresenta un riferimento fondamentale per la nostra democrazia - se la battaglia per la verità e la giustizia non si è mai interrotta, malgrado una lunga storia di depistaggi iniziata già prima del giorno della strage e che è arrivata fino ad interessare i processi che sono in atto oggi.
In questa Camera stavamo per approvare la legge per le vittime del terrorismo, a prima firma del collega Andrea De Maria, firmata anche dal collega Critelli e sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari, un testo di legge nato da un percorso condiviso con le associazioni dei familiari delle vittime. L'iter si è interrotto con la crisi di Governo; come ha chiesto ancora con grande determinazione Paolo Bolognesi, già nostro collega, del nostro gruppo, presidente dell'associazione delle vittime, dobbiamo lasciarci con l'impegno di tutti che quella legge, che onora il ricordo di quella strage fascista, possa essere approvata nella prossima legislatura, a imperitura memoria di quella strage, delle sue vittime e della ferita alla nostra democrazia.