Data: 
Giovedì, 3 Dicembre, 2020
Nome: 
Lucia Ciampi

Grazie, Presidente. La Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, che ricorre oggi, è stata istituita nel 1981 dall'ONU per promuovere l'inclusione delle persone con disabilità e combattere ogni forma di discriminazione. La ricorrenza assume quest'anno un valore ancora più significativo, alla luce delle gravi conseguenze che sta causando la pandemia da Coronavirus soprattutto nei confronti delle categorie più fragili.

In Italia, sono infatti 3.100.000 le persone disabili, il 5,2 per cento della popolazione. Tra queste persone ce ne sono molte che frequentano la scuola. Ora, il tema che quest'anno l'ONU ha individuato per quanto riguarda questa giornata da celebrare per ricordarci della situazione della disabilità è: “Ricostruire meglio: verso un mondo post COVID-19, inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile”. Un tema molto attuale e impegnativo.

Certamente, la situazione mondiale di pandemia che stiamo vivendo ha colpito più duramente le persone socialmente più deboli, come le persone con disabilità, e noi proponiamo appunto oggi questa nostra riflessione comune. Io vorrei riflettere soprattutto sui ragazzi con bisogni educativi speciali che si trovano molto frequentemente nelle nostre scuole, i cosiddetti BES, secondo un acronimo che chi frequenta la scuola conosce e, in particolare, gli studenti con disabilità.

Ecco, dallo scorso marzo ad oggi, hanno visto ridursi ulteriormente la loro già limitata vita sociale, mentre hanno visto aumentare le proprie difficoltà, il proprio disagio e i propri limiti, relegati all'interno delle quattro pareti della propria stanza. La didattica a distanza è stata, per la maggior parte degli studenti con disabilità, drammatica, perché ha accentuato tutte le difficoltà. Mi scusi Presidente, ma vorrei ricordare che anche il Presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato, in più occasioni, come le persone con disabilità rappresentino un giacimento di qualità, energie e risorse di cui il Paese spesso si priva, perché non li mette nelle condizioni di esprimerle.