A.C. 3773
Grazie, Presidente. «Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo», inizio con delle parole straordinarie pronunciate da Gandhi che prima ha trasformato se stesso, poi il suo intero popolo, e poi ancora oggi ha una profondissima influenza su milioni e milioni di persone. Sono parole che risuonano nell'impegno e negli scritti della Soka Gakkai oggi al nostro esame nel disegno di legge che regola l'Intesa tra lo Stato e l'Istituto Buddista italiano Soka Gakkai siglata a Firenze il 27 giugno dello scorso anno dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dal presidente dell'Istituto italiano buddista Soka Gakkai, Tamotsu Nakajima. L'Intesa è in attuazione dell'articolo 8 della Costituzione: tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge, e al terzo comma: i loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. Non riprendo l'articolato Presidente, ma riprendo però, ancora una volta, solo l'articolo 3, al primo comma: la Repubblica riconosce all'Istituto Buddista italiano Soka Gakkai la piena libertà di svolgere la sua missione religiosa, spirituale, educativa, culturale e umanitaria. Non sfugge a nessuno di noi, Presidente, quanto in questi tempi sia importante riconoscere la libertà religiosa, in tempi insanguinati di continuo in ogni area del mondo dagli atti di criminali e di terroristi che vogliono spacciare le loro azioni per rispetto di uno qualche credo religioso, quando nessuna religione mai può giustificare atti di tale violenza ed efferatezza.
In particolare, la Soka Gakkai è stata fondata nel 1930 in Giappone, nel Giappone militarista del 1930, da un educatore pedagogista Tsunesaburo Makiguchi che riprende gli scritti di un monaco del 1200 Nichiren Daishonin, poi presieduta da Josei Toda in carcere per l'opposizione al regime militare giapponese durante la Seconda guerra mondiale e ora presieduta da Daisaku Ikeda che è il presidente della Soka Gakkai internazionale fondata nel 1976 nell'isola di Guam e diffusa ora in 192 Paesi, con 80 mila aderenti in Italia e milioni in tutto il mondo. Dicevo Presidente quelle parole di Gandhi «sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo» risuonano in un concetto chiave nella buddismo della Soka Gakkai che è quello della rivoluzione umana. Così la descrive Ikeda: un cambiamento di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine ad un cambiamento nel destino di tutta l'umanità. Qui, Presidente vediamo un'incrollabile fiducia nel potenziale illimitato di ogni essere umano, nella inviolabilità della dignità umana e della vita stessa, nel potere straordinario del dialogo e dell'empatia, il saper mettersi nei panni dell'altro, sentire e abbracciare la sua realtà e su questa base avviare un dialogo che possa portare a soluzioni condivise, che possa portare alla pace.
Qui possiamo rintracciare l'umanesimo buddista, il valore inestimabile di ogni essere umano, di ogni vita, unica e insostituibile. E qui ancora rintracciamo l'impegno a formare cittadini, persone responsabili che si impegnano per la propria comunità, cittadini globali in relazione l'uno con l'altro, in dialogo l'uno con l'altro, per affrontare le sfide globali. Affrontare come le sfide della comunità, di ogni singolo individuo, le sfide globali ? Con tensione, con concentrazione, sforzo, con l'impegno a rafforzarsi e a tenersi sempre pronti, come una persona di coraggio che non smette mai di impegnarsi senza porsi limiti con una fede incrollabile nel proprio potenziale illimitato e in quello di qualunque altro essere umano. Molte le sfide globali che sono al centro dell'azione della Soka Gakkai internazionale, esposte ogni anno, da 35 anni a questa parte, in una proposta di pace che il presidente Ikeda invia alle Nazioni Unite. Ne cito alcune: l'impegno contro la povertà estrema, una minaccia al diritto delle persone e alla vita stessa, perché manca l'accesso all'acqua potabile, al cibo, alle cure mediche di base, una terribile diseguaglianza che può innescare odio e violenza e che è inaccettabile se la guardiamo con gli occhi dell'empatia di chi riesce a mettersi nei panni dell'altro; l'impegno per la sicurezza umana, non una presunta sicurezza basata sull'affermazione di violenza e paura, ma una sicurezza che è basata sul rifiuto di cercare la propria felicità a spese degli altri e che è basata sull'impegno a proteggere la dignità della vita in ogni circostanza; l'affermazione di una cultura dei diritti umani per espanderli continuamente. Per usare le parole di Martin Luther King «il movimento dei diritti civili deve diventare espansione della democrazia, una sfida nella quale ogni nuova generazione può sentirsi responsabile di espandere la democrazia oltre il livello al quale l'ha trovata». E ancora, Presidente, per riprendere i tre impegni che sono nella proposta di pace del 2016, quella per i rifugiati: vedere il volto umano, la storia singola dietro i numeri. Fa una particolare impressione leggere le parole di un giapponese come Daisaku Ikeda riportare commosso le parole di un abitante di una cittadina costiera italiana che così scrive: sono persone in carne e ossa come noi, non possiamo rimanere a guardarle annegare; e ancora una volta va il nostro grazie, come sempre, alla Marina, a tutti quelli che soccorrono persone in mare, a chi si impegna ogni giorno, ogni notte, per salvare vite umane, allo sforzo incredibile degli abitanti di Lampedusa simbolo dell'accoglienza e della straordinaria generosità di tantissimi italiani in tutto il Paese. E ancora, l'integrità ecologica e la riduzione degli impatti delle catastrofi naturali legati ai cambiamenti climatici. L'Accordo di Parigi, storico, perché siglato da 195 Paesi. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile con l'Agenda 2030 adottata a settembre dello scorso anno nelle Nazioni unite. L'impegno degli Stati, l'impegno delle città ora responsabili della maggiore carico di emissioni di gas serra e quindi chiave per trovare una soluzione. L'impegno di ognuno di noi, di ogni singola persona.
Infine, Presidente, l'impegno per la messa al bando delle armi nucleari. Danni enormi arrivano dalla diffusione estrema delle armi convenzionali, e ancora la strage di Orlando ce lo ha ricordato drammaticamente due giorni fa, ma le armi nucleari hanno una pericolosità in più per l'ampiezza della distruzione che producono e per gli impatti che si protraggono nel tempo. Solo armi nucleari riescono a produrre da anni sopravvissuti, hibakusha come li chiamano i giapponesi, di seconda o terza generazione. E l'impegno qui per usare le parole del secondo presidente della Soka Gakkai è a sradicare gli artigli delle armi nucleari e questi artigli sono l'idea che si possa voler annientare altri esseri umani. Davvero è stata storica la visita del Presidente Obama a Hiroshima nello scorso mese, è stato il primo Presidente in carica degli Stati Uniti a visitare Hiroshima. E vi è l'impegno continuo dell'Istituto buddista italiano Soka Gakkai nell'organizzare anche mostre come «senza atomica».
Dicevo, Presidente, uno straordinario impegno per la pace muove l'azione della Soka Gakkai internazionale e ciò che sarà decisivo è la solidarietà delle persone comuni, una diplomazia parallela fatta di incontri, di scambi, di dialogo, di conoscenza diretta, una diplomazia parallela fatta di un nuovo modo di vedere. E di nuovo per usare le parole del presidente Ikeda « l'idea che siamo in conflitto può essere reinterpretata in questo modo: condividiamo un problema, legati come siamo l'uno all'altro per l'interdipendenza che unisce ognuno di noi ad ogni altro essere umano e ognuno di noi all'ambiente circostante e se condividiamo un problema, possiamo certamente trovare insieme il modo per risolverlo».
Con una consapevolezza forte delle sfide globali che ho richiamato, riprendo le parole di Jeffrey Sachs, un economista che è a capo dello Earth Institute, Istituto della terra, uno dei maggiori studiosi delle soluzioni per affrontare il cambiamento climatico. Jeffrey Sachs, dopo aver esaminato cosa ha portato a porre fine a pratiche terribili come schiavitù, colonialismo, apartheid, scrive: «Altre generazioni sono riuscite ad espandere vittoriosamente il livello della libertà e del benessere dell'umanità, combinando insieme impegno, persuasione, pazienza e il profondo beneficio di trovarsi dalla parte giusta della storia». Per questi motivi, Presidente, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.