Dichiarazione di voto sulla pregiudiziale
Data: 
Mercoledì, 8 Gennaio, 2025
Nome: 
Simona Bonafè

A.C. 23​-434​-806​-824​; A.C. 1917

Grazie, Presidente. Abbiamo sentito di tutto su questa riforma, e quindi vale la pena, con questa occasione, di mettere qualche punto, anche perché stiamo parlando di un disegno di legge costituzionale, per di più in prima lettura. Allora è importante sgombrare il campo dai falsi scopi. Abbiamo sentito dire che questa riforma metterebbe fine all'influenza, per il solo fatto di appartenere al medesimo ordine, dei magistrati requirenti nei confronti dei giudici, quando le statistiche dicono che già oggi, in più del 40 per cento dei casi, le decisioni giudiziarie non confermano le ipotesi accusatorie. Abbiamo sentito dire che questa riforma serve per portare a compimento l'introduzione, avvenuta nel 1988, del sistema accusatorio nel nostro codice di procedura penale, con accusa e difesa che si scontrano alla pari davanti a un giudice terzo ed imparziale, ma ricordo che la parità è garantita dalle regole del processo, non serviva una modifica costituzionale.

E non solo, a detta di un famoso avvocato, che è uscito pubblicamente e che non può certo vantare amicizie di sinistra, non si capisce perché, solo per effetto del nuovo sistema, il giudice non dovrebbe continuare a ritenere il PM più imparziale e l'avvocato del cliente meno. Ma abbiamo sentito anche dire che questa riforma porterà a una migliore efficienza e qualità della giurisdizione, ma non si capisce come, visto che, peraltro, non si investe un euro, anzi, al comparto sono stati tagliati, con l'ultima legge di bilancio, 500 milioni da qui al 2027. E ancora, abbiamo sentito dire che questa riforma garantirà finalmente al cittadino e alle imprese, che si misurano ogni giorno con le inefficienze del nostro sistema, una giustizia più giusta.

Ma, al di là dei buoni propositi, il presupposto per una giustizia più giusta, per esempio, è quello che un cittadino comune non debba aspettare anni per vedere valere un proprio diritto e che non debba aspettare che la prima udienza di fronte al giudice di pace sia fissata al 2030, come invece succede oggi. E se è vero, come sostengono molti giuristi, che la lungaggine dei processi sia anche la conseguenza dell'eccessivo numero delle inutili figure di reato nel nostro ordinamento, allora possiamo dire che in 2 anni, con il vostro approccio panpenalistico emozionale, che a ogni problema fornisce alla bisogna una nuova fattispecie di reato, avete persino peggiorato la situazione.

Non si illudano i cittadini che le cose possano cambiare per loro, perché non è all'orizzonte nessuna politica, e men che meno questa riforma, che affronti le vere priorità del sistema giudiziario, che sono la velocizzazione dei processi, come dicevamo prima, e il rafforzamento degli organici, in particolare negli uffici giudiziari. Non c'è niente su come far fronte a sistemi informatici obsoleti e precari, niente sulla digitalizzazione dei processi, niente su come mettere fine alla penosa situazione delle carceri italiane, dove con il cronico sovraffollamento viene meno anche il principio costituzionale della rieducazione della pena. Questo provvedimento, a dispetto del nome, non separa nemmeno le carriere, perché le carriere sono già separate: ci ha pensato il Governo Draghi con la Ministra Cartabia, che aveva già fissato limiti stringenti e rigorosi, tant'è che i passaggi di funzione da magistratura requirente a giudicante e viceversa sono oggi meno dell'1 per cento.

E allora perché fare una riforma? Questo disegno di legge abbiamo detto che non separa le carriere, ma separa le magistrature, questo sì, con la creazione di 2 CSM e un'Alta Corte con poteri disciplinari, dove il sedicente Governo del merito non trova di meglio, per combattere la degenerazione correntizia, che affidarsi al criterio del sorteggio, con i componenti che saranno selezionati dal caso anziché dalla competenza, come si converrebbe a chi deve svolgere compiti così delicati. Tant'è che qualche scrupolo deve essere venuto anche a Forza Italia, visto che era stato presentato un emendamento per cancellare questo sistema di selezione, che poi magicamente è stato ritirato.

Devo dire che Forza Italia sta registrando il record degli emendamenti presentati e ritirati prima di discutere. È bene dire, allora, che alla fine la verità è che questa riforma, che prevede 2 CSM, ha un solo obiettivo, che è quello di dividere l'ordine giudiziario e indebolire l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, perché il risultato sarà quello di creare una casta separata di procuratori autoreferenziale con un proprio CSM di riferimento, è questo il punto. Allora lì sarà ineluttabile, prima o poi, una forma di controllo diretto o indiretto del potere esecutivo sulla pubblica accusa, come succede in tutti i sistemi che prevedono il PM separato dai giudici.

È per questo che noi non possiamo condividere questo disegno costituzionale, perché il fine ultimo a cui porta questa riforma non è quello di mettere la giustizia al servizio del cittadino, ma quello di mettere la magistratura al servizio della politica, dove è la politica a dire che cosa va perseguito e cosa no, quali sono i reati sui quali indagare e quali no, e attraverso questa strada cancellare anni di cultura giuridica italiana, fare carta straccia del principio della separazione dei poteri alla base delle Costituzioni liberali e, lo voglio dire, alla fine rendere il cittadino più debole nei confronti della giustizia.

E allora la battaglia contro questa riforma è la battaglia per difendere il sacrosanto principio dell'indipendenza della magistratura, che è un pilastro costituzionale che distingue un sistema democratico autentico da uno in cui il potere giudiziario è subordinato all'interesse di pochi. Alle accuse di chi dice che noi vogliamo mantenere la situazione e lo status quo ribadiamo che noi siamo disponibili a un impegno comune per le riforme che assicurino davvero funzionalità e garanzie al processo, ma per questo siete voi che dovete abbandonare i vostri feticci ideologici sulla giustizia.

Quand'anche pensiate di non considerare le opposizioni, bocciando tutti gli emendamenti, e di rivolgervi direttamente ai cittadini con il referendum, sappiate che non vi basterà chiedere agli italiani se sono contenti del lavoro della magistratura, ma dovrete chiedere loro se accettano di vedere stravolto l'equilibrio dei poteri costruito dal saggio lavoro dei costituenti, e il tutto per motivi ideologici e logiche punitive che niente hanno a che fare con un buon modello di giustizia giusta davvero nell'interesse dei cittadini e delle imprese.