Intervento sugli articoli
Data: 
Giovedì, 9 Gennaio, 2025
Nome: 
Debora Serracchiani

A.C. 1917​ e abbinate)

Presidente, in realtà, siamo ben consapevoli che tutto quello che c'era in questa legge avrebbe potuto essere fatto con legge ordinaria; due concorsi dei magistrati, una diversa formazione dei magistrati. Questo avrebbe potuto essere fatto con legge ordinaria. Quello che non si poteva fare con legge ordinaria - ed è il motivo per cui state facendo una riforma costituzionale - è intervenire sui principi fondanti della nostra Carta costituzionale.

Tutto quello che si può fare con legge ordinaria ha due paletti fondamentali: l'ordine dei magistrati deve rimanere unico e il Consiglio superiore della magistratura deve rimanere uno solo. Questo è il motivo per cui si fa una legge di riforma costituzionale. Però, presidente Pagano, quello di cui stiamo parlando è un principio che ha il valore e la statura della garanzia costituzionale. È per questo che insistiamo che debba essere nella proposta di riforma della Costituzione, nella formulazione che riterrete voi, ma è un principio di statura, di rango costituzionale, su cui lei non può risponderci: lo rimetteremo a una legge ordinaria. Infatti, se così fosse stato, non saremmo qui a discuterne e avremmo fatto non una riforma costituzionale, ma una legge ordinaria che disciplinava l'ordinamento giudiziario. Invece si fa la riforma costituzionale perché si interviene sui principi fondanti della Costituzione: la divisione dei poteri, l'ordine unico, l'unico Consiglio superiore della magistratura.

Ma, allora, perché tenere fuori anche soltanto questo, che è un altrettanto principio costituzionale, quello della garanzia della parità di genere, quello che non ci sia discriminazione tra sessi, che non ci sia discriminazione, che, invece, in questa formulazione, fatta con questa genericità, discrimina un valore così importante? Lo dico anche alle colleghe deputate degli altri gruppi politici: se, come dice anche la nostra Costituzione - abbiamo già citato l'articolo 51 e l'articolo 3 della Costituzione -, questo è un principio di rango costituzionale, perché farlo scadere a qualcosa che può essere previsto con legge ordinaria? Perché non accettare, invece, la sfida di questa riforma costituzionale? Ripeto, non riteniamo che questa riforma ci appartenga, e abbiamo tutti i motivi per dire che siamo contrari, entreremo nel merito, siamo entrati nel merito, vi diremo anche qual è l'eterogenesi dei fini, però, presidente Pagano, da lei, che è presidente della Commissione affari costituzionali, la I Commissione del Parlamento, noi, che da legislatori, dobbiamo avere a cuore la Carta costituzionale, noi che, da legislatori, quella Carta costituzionale, dovremmo tentare di attuarla tutti i giorni, perché rifuggire proprio da questo principio? Perché scantonare su questo principio? Perché dire che un principio, come quello della parità di genere, può anche essere fatto con una legge ordinaria?

Perché l'idea che lei sta dando è che non sia così importante. L'idea che lei sta dando è che ne possiamo fare a meno. L'idea che lei sta dando è che quella Carta costituzionale, alla fine, è cartastraccia)! Per noi non è così! E glielo diciamo ancora una volta che per noi non è così! E siccome non riteniamo che sia cartastraccia, è dato che questo è un Governo che viene presieduto da una donna, chiediamo a lei e al Vice Ministro Sisto che, di questo principio, non si faccia cartastraccia, e che, di questo principio, si mantenga il rango costituzionale, perché troviamo inaccettabile e intollerabile che su questo, proprio su questo, ci si dica: si può fare con legge ordinaria.

Non è una concessione. Non è una concessione questa! Qui noi chiediamo che questo principio venga riconosciuto per l'importanza che ha. E lo dico anche a quelle colleghe - lo so, sono tante, anche dall'altra parte dell'emiciclo - che la pensano come noi, e che pensano che ci voglia, ogni tanto, proprio per garantire quella parità di genere, una sua esplicitazione, perché a tenerla sempre sotto il tappeto, quella parità di genere, prima o poi, non sarà un problema, forse, solo per noi, che, grazie a quelle donne, che si sono sacrificate, oggi siamo qui e possiamo dire quello che pensiamo, ma anche per le vostre figlie e le vostre nipoti. Infatti, questi diritti non sono mai scontati! Questi diritti, anche oggi, vengono messi costantemente in discussione.