A.C. 875-B
Grazie, Presidente. Grazie, signor sottosegretario, colleghe e colleghi. Siamo chiamati, oggi, a esprimerci con un voto su un provvedimento molto delicato, un provvedimento che introduce nella realtà delle nostre Forze armate e in quelle della Polizia a ordinamento militare, il diritto di associazione a carattere sindacale. È un provvedimento all'esame di quest'Aula, lo ricordate, per la terza volta. La prima fu nel maggio 2019, e decidemmo di rinviarlo in Commissione. La seconda nel luglio 2020; lo approvammo, dopo uno scrupoloso lavoro in Commissione, un lavoro fatto con audizioni soprattutto di esperti, di giuslavoristi e degli eletti nei consigli di rappresentanza, un lavoro di approfondimento che ha prodotto un testo molto diverso da quello iniziale, che appunto approvammo inviandolo al Senato e che ora torna all'attenzione di quest'Aula con una serie di modifiche introdotte da quel ramo del Parlamento, modifiche sottolineate anche dagli interventi di altri colleghi.
Questo percorso, che ho appena ricordato, colleghi, è sufficientemente indicativo della difficoltà che oggettivamente esiste quando si tratta di conciliare l'esercizio delle libertà sindacali, libertà sindacali che nel mondo del lavoro, più che essere regolamentate dalla legge, sono affidate a norme che potremmo definire di autodisciplina; la difficoltà era conciliarle, quindi con gli elementi fondanti di ogni organizzazione militare, che sono il principio di gerarchia e il concetto di disciplina. Il richiamo verso l'obbligo di conciliare in maniera equilibrata queste due esigenze ci viene direttamente dalla Corte costituzionale, che ha reso esplicita la necessità di una legislazione particolare nella stessa sentenza con cui, nel 2018, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1475, comma 2 del decreto legislativo 15 marzo 2010 n. 66, ossia il codice dell'ordinamento militare, in quanto questo prevede che i militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali, invece di prevedere che i militari possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale, alle condizioni e con i limiti fissati dalla legge, ma non possono aderire ad altre associazioni sindacali. Con questa sentenza, colleghi, la Suprema Corte adegua il nostro ordinamento militare ai principi democratici della Repubblica e chiama in causa direttamente il legislatore, per definirne i confini, con l'autorevolezza che proviene dalla legge.
Sarebbe presunzione, colleghi, da parte nostra, pensare di aver realizzato questo compito in maniera perfetta, in maniera inappuntabile e, quindi, di trovarci norme anch'esse perfette, mentre sarà la stessa esperienza pratica a dirci e a indicarci se e come queste norme potranno essere migliorate. Questo senso del limite deve riguardare tutti i protagonisti della vicenda, ossia i vertici militari, le costituende associazioni sindacali e il personale militare tutto, senso del limite che ancora risulta accresciuto dal particolare momento che viviamo tutti noi e, in particolare, vive il mondo militare. Anche noi del gruppo del Partito Democratico ringraziamo tutti gli appartenenti alle Forze dell'ordine, per quanto fanno quotidianamente.
C'è una guerra in atto nel cuore dell'Europa, che pensavamo pacificata per sempre. In un momento così difficile, le nostre Forze armate, le nostre donne e i nostri uomini hanno diritto a un surplus di attenzione, ma anche a una maggior quota di serenità.
Negli ultimi quarant'anni la tutela del personale è stata affidata a organismi di rappresentanza eletti da tutto il personale militare nei quali hanno operato semplici graduati ma anche alti ufficiali. Comunque la si voglia giudicare, questa esperienza ha scritto una pagina democratica nel vissuto delle nostre Forze armate. In questo periodo i delegati eletti si sono confrontati con Ministri e Presidenti del Consiglio, ai quali sono riusciti a rappresentare quella che è la specificità e la peculiarità della condizione militare attraverso il confronto con le autorità di Governo, confronto che si è sviluppato con una procedura definita di concertazione sono state definite nuove condizioni di stato giuridico e il trattamento economico dei militari, condizioni che nella sostanza equivalgono a quelle ottenute dalle Forze di polizia a ordinamento civile con le procedure di contrattazione che sono state sviluppate dai loro sindacati.
Ora i rappresentanti sindacali con le stellette avranno a disposizione anche loro lo strumento della contrattazione e quindi il tavolo sul quale avviare il confronto con il Governo. Lo faranno non più a nome di tutti, ma ciascuno in rappresentanza dei propri iscritti. Si tratta, colleghi, di un passaggio non di poco conto che può dare più concretezza e più forza ai più deboli ma che può anche appannare l'interesse generale. Ci auguriamo che questo non avvenga, che questo rischio non si concretizzi e che rimanga ben chiara la differenza che esiste tra una corporazione e un soggetto sindacale.
Vorrei però, colleghi, anche aggiungere che nel provvedimento che stiamo approvando ci sono alcuni aspetti che appaiono a noi fin d'ora discutibili. Mi riferisco in particolare alla norma che impedisce, o nel migliore dei casi, rende difficile e poco trasparente il rapporto con le organizzazioni sindacali e gli altri lavoratori come se il mondo del lavoro, fatte salve le peculiarità di ciascuno, non avesse problemi in comune.
Altrettante perplessità suscitano le norme che rendono difficili i rapporti tra le articolazioni periferiche e quelle centrali anche all'interno della stessa associazione sindacale. Il testo che stiamo approvando rimanda a diversi decreti attuativi e regolamenti specifici, aspetti questi non secondari per un corretto svolgimento dell'attività sindacale. Si tratta di norme che, benché di rango secondario, avranno un peso specifico particolare nel dare concreta effettività alla legge stessa.
Nel momento in cui dichiaro il voto favorevole del mio gruppo a questo provvedimento mi sento di rivolgere un appello alle autorità di Governo, che quelle norme dovranno emanare, e ai vertici delle amministrazioni coinvolte: nella elaborazione di queste norme si avvalgano di un confronto sereno e costruttivo con le associazioni a carattere sindacale i cui statuti sono già stati approvati dal Ministero della Difesa e con le rappresentanze militari che restano in carica fino all'entrata in vigore degli stessi decreti attuativi, come prevede la legge stessa, E' un appello, colleghi, che vuole essere innanzitutto un augurio di buon lavoro in un clima di collaborazione costruttiva tra tutti i soggetti protagonisti di questa esperienza nell'interesse delle nostre Forze armate il cui ordinamento, come dice l'articolo 52 della Costituzione, si informa allo spirito democratico della nostra Repubblica. Infine, come preannunciato poco fa, dichiaro il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico.