Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 6 Ottobre, 2021
Nome: 
Pietro Navarra

Doc. LVII, n. 4-bis

Presidente, signora Vice Ministro, onorevoli colleghi, la Nota di aggiornamento del DEF rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni di finanza pubblica del DEF e gli obiettivi programmatici. Lo scenario macroeconomico internazionale illustrato nella Nota evidenzia come le prospettive per la ripresa economica globale risultino solide, sebbene ci sia stata un'accelerazione del tasso di crescita dei prezzi a livello mondiale e l'andamento dell'epidemia e delle campagne vaccinali continuino a condizionare fortemente la dinamica delle attività produttive nelle diverse aree del mondo. In Italia l'attività produttiva sta crescendo al di sopra delle attese; dalla primavera vi contribuisce anche la ripresa del clima di fiducia delle famiglie e delle imprese, soprattutto grazie al successo delle vaccinazioni nel ridurre la diffusione dei contagi, che, a sua volta, ha dato spinta ai programmi di apertura delle attività economiche e sociali.

La quota di famiglie che dichiarano di avere ridotto le spese presso alberghi, bar e ristoranti rispetto al periodo precedente la pandemia è scesa al 71 per cento; quelle che hanno fatto meno frequentemente acquisti in negozi di abbigliamento e per servizi di cura della persona sono scese rispettivamente al 63 e al 57 per cento del totale. Permane, tuttavia, cautela nelle attese di spesa a tre mesi, in particolare tra le famiglie con maggiori difficoltà economiche. Nell'indagine della Banca d'Italia condotta tra il 26 agosto e il 16 settembre oltre il 50 per cento delle imprese valuta la situazione economica generale in miglioramento. Con riferimento al 2021, inoltre, le imprese che si attendono una crescita degli investimenti rispetto al 2020 superano di molto quelle che ne prefigurano una diminuzione. Le conseguenze della pandemia sull'attività e sul lavoro non sono però ancora del tutto superate. Il tasso di partecipazione al mercato del lavoro e le ore per occupato, infatti, sono ancora al di sotto dei livelli pre-pandemia, rispettivamente uno e tre punti percentuali. La Nota di aggiornamento del DEF presenta due scenari di previsioni macroeconomiche che sono uno tendenziale e l'altro programmatico; quest'ultimo incorpora l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2022. L'espansione superiore alle attese registrata dal PIL nella prima metà dell'anno e la previsione di un incremento ancora robusto dell'attività economica anche nel terzo semestre portano a rivedere al rialzo le prospettive per il 2021; pertanto il quadro macroeconomico tendenziale prefigura una crescita del 6 per cento nell'anno in corso, del 4,2 nel 2022, del 2,6 nel 2023 e dell'1,9 nel 2024. Nello scenario programmatico la crescita del PIL reale è prevista pari al 4,7 per cento nel 2022, 2,8 per cento nel 2023 e 1,9 per cento nel 2024. La più elevata crescita in confronto al quadro tendenziale è principalmente trainata dagli investimenti e da un effetto espansivo significativo, ancorché di entità più contenuta, della spesa per consumi finali delle famiglie.

La più elevata domanda interna incrementa le importazioni lungo tutto il periodo di previsione e genera un andamento lievemente più dinamico dell'inflazione nel biennio finale. Sul fronte del mercato del lavoro la maggiore espansione del PIL causa una riduzione più accentuata del tasso di disoccupazione, che arriva ad attestarsi al 7,7 per cento a fine periodo. Per quanto riguarda gli obiettivi di finanza pubblica tendenziali l'indebitamento netto è stimato al 9,4 per cento del PIL nel 2021, in netto miglioramento rispetto all'11,8 indicato nel DEF. L'aggiornamento si spiega già sia con la maggiore crescita nominale prevista per il 2021 sia con il buon andamento delle entrate tributarie e contributive e le minori spese connesse alle misure straordinarie a sostegno di famiglie, imprese e lavoratori. Nel nuovo scenario programmatico, incorporando gli effetti delle misure che saranno introdotte dalla legge di bilancio per il triennio 2022-2024, l'andamento dell'indebitamento netto risulta essere superiore di oltre un punto percentuale di PIL a quello tendenziale nel 2022.

Il differenziale in termini di indebitamento netto fra i due scenari si amplia ulteriormente nel 2023, raggiungendo 1,5 punti percentuali di maggiore deficit. Nel 2024 il deficit programmatico è pari al 3,3 per cento, con un differenziale di 1,2 punti percentuali nel confronto con il valore tendenziale. Rispetto al DEF il quadro programmatico della NADEF anticipa al 2021 l'avvio della fase di discesa del rapporto fra debito pubblico e PIL. L'incidenza del debito pubblico sul PIL passa dal valore massimo di 155,6 per cento, raggiunto nel 2020, al 153,5 per cento nel 2021, per poi continuare a ridursi gradualmente fino al 146,1 per cento nel 2024. Anche dopo questa sensibile riduzione, nel 2024 il rapporto debito/PIL rimarrebbe comunque superiore di quasi 12 punti percentuali rispetto al valore del 2019, che era al 134,3 per cento del PIL. Nella NADEF si conferma l'intenzione del Governo di portare il rapporto tra debito e PIL sui livelli di pre-pandemia entro il 2030. Nel complesso, la NADEF prevede uno sforzo finanziario a supporto di una politica di bilancio espansiva protratta almeno fino al 2024 attraverso una dinamica molto sostenuta degli investimenti pubblici, che nel prossimo triennio crescerebbero dell'11 per cento in media all'anno e che a fine periodo di programmazione arriverebbero a toccare il 3,4 per cento del PIL.

Questo valore è al di sopra del livello osservato negli anni precedenti la crisi finanziaria globale del 2008-2009. Successivamente a questa data il progressivo esaurirsi degli effetti delle misure straordinarie di contrasto della crisi e la piena ripresa dell'attività economica dovrebbero aprire una nuova fase favorevole al risanamento dei conti pubblici. In questo contesto, le finanze pubbliche si gioverebbero soprattutto della maggiore crescita stimolata dal rilancio degli investimenti impresso dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e dalle necessarie riforme che dovranno accompagnarlo. La NADEF fornisce solo indicazioni generali sulle aree di intervento della prossima legge di bilancio: sono previste risorse per il rafforzamento del sistema sanitario, il rinnovo dei contratti pubblici e delle garanzie pubbliche sui prestiti per le piccole e medie imprese e per la proroga di alcuni incentivi, con particolare riguardo a quelli relativi all'efficienza energetica degli edifici e agli investimenti innovativi. Verrebbero anche destinate risorse al finanziamento di alcune riforme, come quella degli ammortizzatori sociali e una prima fase di quella fiscale.

Vorrei, a questo proposito, ribadire che il Governo, e con esso il Partito Democratico, non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse.

In questo contesto desideriamo ancora una volta affermare, come ha già fatto ieri il Presidente del Consiglio, che con la riforma del catasto si compie un'operazione di trasparenza, senza aumentare il carico fiscale, con il solo obiettivo di fare emergere terreni e fabbricati non censiti e operare così un aggiornamento della mappatura catastale.

Tornando alla NADEF, il documento, inoltre, prospetta che l'assegno unico universale per i figli introdotto in via temporanea fino alla fine dell'anno in corso venga definito per poi andare a regime all'inizio del prossimo anno e che le entrate derivanti dalla revisione delle imposte ambientali e dei sussidi dannosi per l'ambiente siano utilizzate per ridurre altri oneri a carico dei settori produttivi. In ultimo, si prevede che nei prossimi anni le risorse di bilancio vengano indirizzate in misura crescente verso utilizzi più favorevoli alla crescita del sistema economico per ridurre il peso del debito pubblico in modo sistematico e graduale, dando credibilità alla nostra economia dentro e fuori dai confini dell'Italia.

Signor Presidente, nella restante parte del mio intervento desidero offrire un'interpretazione di come si possa sostenere una crescita strutturale equa e duratura, promuovendo, in linea con quanto l'onorevole Enrico Letta sta affermando in queste settimane, un'alleanza tra libertà e sicurezza che ritengo debba costituire la base strategica e culturale a sostegno del programma di rilancio dell'Italia, un'alleanza tra libertà e sicurezza che riconosca centralità alla persona come principale motore di sviluppo economico e sociale e permetta al Paese di affrontare con fiducia e da protagonista i cambiamenti epocali delle società moderne.

Quanto dirò vuole anche rappresentare un segno di riconoscimento al professore Giorgio Parisi, insignito ieri del premio Nobel per la fisica (Applausi), quale esempio del valore della persona e del suo ingegno per il progresso dell'umanità e a testimonianza delle sue battaglie per maggiori investimenti per promuovere la ricerca e il capitale umano. Viviamo in un mondo in tumultuosa trasformazione, in larga parte per effetto di due fenomeni fortemente interconnessi tra loro: la globalizzazione e il progresso tecnologico. La libera circolazione di beni, servizi, lavoro e capitale in un unico mercato globale assegna il valore produttivo più alto a quelle produzioni che sono dotate di un certo grado di unicità; infatti, data la grande facilità di accesso ai mercati su scala internazionale, un bene con un elevato grado di unicità prodotto in un Paese può essere acquistato in tutti gli altri nel contesto globale. I beni e servizi caratterizzati da unicità sono quelli prodotti nei settori tecnologicamente più avanzati, pertanto, la globalizzazione favorisce le imprese altamente innovative, perché il livello di concorrenza nei mercati di vendita esteri è molto basso, se non addirittura assente. Ecco perché globalizzazione e progresso tecnologico sono tra loro complementari; quindi, se si vuole affrontare la globalizzazione, superando gli ostacoli che essa inevitabilmente presenta e sfruttandone le opportunità, è necessario puntare con forza e determinazione sull'innovazione. Per farlo, la chiave di volta è investire sulle persone il cui rendimento economico non è stato mai così alto nel passato. Ma cosa significa investire sulle persone? Significa, innanzitutto, migliorare i livelli di salute e di istruzione, senza considerarli un costo, come spesso nel passato è purtroppo avvenuto, ma il principale fattore trainante della crescita di medio e lungo periodo per una società. La teoria economica insegna, infatti, che il principale motore di sviluppo di ogni sistema economico e sociale è la persona; essa, per dare il suo massimo contributo alla società, deve essere sana e istruita. Formazione e sanità, pertanto, costituiscono il più importante investimento che il nostro Governo possa fare per offrire una prospettiva di progresso economico e sociale duraturo al Paese.

Infrastrutture, tecnologia e innovazione, infatti, producono poco o nulla se non ci sono persone sane e istruite che possano generarle e che sappiano utilizzarle al meglio. Questa ricetta, che si fonda su un massiccio intervento a favore della salute, della scuola, della ricerca e dell'università, consente alle società moderne di favorire un'alleanza tra sicurezza e libertà che se, da un lato, permette di dare risposte alla domanda di protezione a fronte delle paure e delle incertezze legate ai processi di globalizzazione e innovazione tecnologica, dall'altro, consente di riconoscere, sostenere e valorizzare il contributo che ciascuno può riservare alla società in cui vive, potenziandone la competenza e il talento, riconoscendone il merito e distribuendone le responsabilità, una strategia che mettendo al centro tutte le potenzialità della persona, se, da un lato, risponde ai suoi bisogni, dall'altro, ne riconosce il fatto di essere il vero fattore di sviluppo di una comunità.

In altri termini, si tratta di promuovere un concetto di welfare di investimento che mette la crescita economica al servizio del benessere della società, unendone le componenti più dinamiche a quelle più esposte al rischio di esclusione, in un mondo in continuo cambiamento, così rappresentando uno straordinario strumento per correggere le disuguaglianze, dando prospettive e pari opportunità a chi incolpevolmente è rimasto indietro. In questa visione affiora con tutta la sua forza la contrapposizione tra un sistema di valori che accompagna la società aperta e dinamica di cui la persona è il motore propulsivo e quello che caratterizza una società chiusa e corporativa, organizzata in gruppi di interesse ai quali riservare assistenza improduttiva. Investire nella persona non significa soltanto accrescere il capitale umano e, quindi, la capacità produttiva della nostra economia, ma rappresenta un progetto politico nel senso più alto del termine, perché la nostra sanità, la nostra scuola e la nostra università sono ciò che dopo qualche decennio sarà il nostro Paese, con i suoi valori, la sua antropologia, il suo senso civico e il suo tessuto morale.

La crisi epidemiologica che ha colpito l'Italia ci offre una duplice opportunità: la possibilità di affrontare i grandi problemi strutturali dell'Italia e la possibilità di avere a disposizione risorse impensabili prima dell'emergenza sanitaria. Se il nostro Paese vuole cogliere entrambe puntando alla crescita di lungo periodo, ha la necessità, oggi come non mai, di mettere la persona al centro della strategia di rilancio della sua economia.

Presidente, rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi e colleghe, non perdiamo questa occasione. È con questo auspicio che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza per il 2021.