La ringrazio, Presidente. Mi scuso ancora, ma vede, io rispetto le opinioni della collega Ravetto e non le darei mai dell'ignorante e neanche della deficiente, anche se il verbo deficere è un verbo che il dizionario italiano comprende; e non direi mai ignorante o deficiente al collega Iezzi, o alla collega Bordonali, perché penso che il linguaggio in quest'Aula debba rispettare il fatto che, molto semplicemente, come ha ben spiegato la collega Pollastrini, noi abbiamo una visione del mondo diversa. E non c'è niente di male ad avere una visione del mondo diversa.
Capisco meno - e dopo ci tornerò - che voi parliate del fatto che noi non siamo compresi e voi sì, diciamo che questo non è successo recentemente a Verona, a Parma, a Lodi, a Monza, a Padova, ad Alessandria, a Riccione, a Cuneo, a Catanzaro, a Piacenza e a Crema. Ma comunque, se voi siete contenti così. Noi siamo perché i diritti della persona siano sempre una priorità, il che non vorrà mai dire per noi che non ci possano essere molte priorità insieme, dipende dalla visione complessiva che si ha. E non permetteremo che non ci sia mai, come diceva il collega Orfini, questo tempo per i diritti civili o per i diritti di cittadinanza. Si può scegliere che non ci siano mai, ma non è il nostro caso, perché per noi la persona umana, l'individuo - e secondo me è un bene che se ne sia dibattuto in quest'Aula, questa sera, anche se bisogna dire tra pochi, comunque noi c'eravamo, i colleghi della Lega c'erano e pochi altri - deve essere considerato come dotato di un diritto complessivo che abbraccia la sua dimensione sociale, la sua dimensione economica, la sua dimensione lavorativa e la sua dimensione culturale. Per noi è la democrazia, il Governo del popolo, la forma più alta di espressione che abbiamo elaborato nella storia per difendere i diritti di ciascuno e di tutti, e non conosciamo altro metodo. E devo dire, a me ha fatto particolare impressione che, nella giornata di oggi, molte delle cose che ho sentito da chi avversa questa legge, abbiano parlato della democrazia parlamentare. Ma io non comprendo, a parte la nostra diversità di opinioni… ma quale forma più alta della democrazia parlamentare c'è, che una legge di iniziativa parlamentare che viene discussa in Parlamento? Che cos'è la somma complessiva dell'idea di democrazia, se non il popolo che elegge dei rappresentanti e li delega ed elaborare dei provvedimenti di norma, che vengono discussi nel Parlamento e approvati oppure bocciati? Noi non conosciamo altro metodo. Anzi, è proprio in questi mesi - colleghi della Lega, mi rivolgo a voi - che forse, mai come adesso, per questa generazione, oggi in Parlamento abbiamo toccato con mano, per lo scenario internazionale, la differenza tra democrazie e non democrazie, che a qualcuno di voi sono piaciute tanto. Le democrazie sono il luogo dove gli individui sono uno eguale all'altro, sotto il profilo dei diritti individuali, civili e politici. Questo è il succo della democrazia. Oggi la Lega di Matteo Salvini, e anche Forza Italia, hanno minacciato la crisi di Governo, lo abbiamo sentito direttamente nella Conferenza dei capigruppo, se noi e se gli altri voteremo lo ius scholae e anche la legalizzazione della cannabis in questo Parlamento, in quest'Aula. Che cosa è successo? È successo - questa è la mia valutazione politica - che la destra parlamentare, nel mentre di questa lunghissima discussione sulla legge sullo ius scholae, ha perso nel frattempo molti ballottaggi, molte competizioni, diciamo molte di più di quelle che erano previste nelle città che prima citavo, a Verona, a Parma, Lodi, a Monza, a Padova, ad Alessandra, a Riccione, a Cuneo, a Catanzaro, a Piacenza, a Crema e in molti altri posti. E potrei continuare. Questo non vuol dire che noi non abbiamo avuto le nostre sconfitte, ma è più facile, invece che fare i conti veramente con le ragioni per le quali un partito, una volta vince, una volta perde, oggi è capitato di più in queste città a voi.
È difficile, più difficile, analizzare l'andamento di queste sconfitte; è troppo pesante affrontare la vera competizione con lo stato di salute del vostro alleato, Fratelli d'Italia, è troppo rischioso. Allora, è meglio deviare l'attenzione in queste ore, meglio montare la panna della possibile crisi di Governo, meglio alzare l'attenzione, meglio fare cambiare i titoli dei giornali domani, non per parlare delle divisioni interne del centrodestra, non per continuare a parlare di quelle sconfitte, ma affinché ci si scordi di quei risultati. È meglio trovare un nemico da additare, succede sempre nella storia. È successo migliaia di volte nella storia che si cambia, si devia, ci si sposta per non parlare di quello che è successo, come dite voi, per il giudizio degli elettori in queste elezioni amministrative. È meglio anche trovare un nemico da additare. Voi lo avete trovato in questa legge, meglio ancora se questa legge riguarda qualcuno socialmente debole, più difficilmente difendibile come soggetto, come sono i bambini o i ragazzi stranieri, che studiano nel nostro Paese o che sono nati nel nostro Paese e che fino a 18 anni non hanno la possibilità di essere identicamente uguali nei loro diritti ai loro compagni di banco italiani. Infatti, questa affermazione è innegabile: i diritti vengono sempre dopo per voi, per la destra italiana, dopo tutto, meglio ancora se in alcuni casi non vengono mai, come voi vorreste da trent'anni su questo argomento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Poi vorrei sapere che cosa c'entra Peschiera del Garda, che voi citate sempre. Che cosa c'entrano quei criminali che volevano violentare o che hanno molestato quelle povere ragazze, che hanno detto quelle frasi inaccettabili, vergognose che non si possono che esecrare? Noi vogliamo che la giustizia faccia il suo corso contro i crimini commessi da questi ragazzi. Che cosa c'entra? Perché voi pensate che, se non avessero avuto la cittadinanza, non avrebbero commesso quegli atti? Perché non ci dite di quell'episodio, che ha fatto molto bene il mio collega Matteo Mauri a ricordare, quell'episodio spaventoso della ex sindaca di Lodi che voleva negare la mensa ai bambini, i cui genitori non riuscivano a ritrovare i documenti del reddito dei Paesi provenienti di origine, dai quali magari erano scappati in condizioni disumane, oppure di quell'altro episodio che ha citato, della ragazza di Verona che mangiava crackers? Infatti, al fondo c'è la sensibilità, oltre che il merito della legge. Io non ho capito se, nel rispetto che ci dobbiamo reciprocamente, come giustamente ha improntato il suo intervento Barbara Pollastrini, voi pensiate al fondo di quell'episodio o di quei due episodi di Lodi e Verona, - per citarne due, due città nelle quali è cambiata l'amministrazione -, che cosa abbiano pensato alla fine quei bambini, che fino a cinque minuti prima giocavano con i loro compagni di banco e cinque minuti dopo non potevano mangiare con i loro compagni di banco. Alla fine il diritto è una questione umana, non sono delle parole che si scrivono in una legge: è come si sente un essere umano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) vicino ad un altro essere umano. Al centro della nostra attenzione c'è la condizione umana, che riguarda centinaia di migliaia di ragazzi nel nostro Paese. Non è ideologia, questo è umanesimo: pensare all'essere umano. Può essere che noi ci sbagliamo, ma io voglio lanciarvi questo messaggio: pensateci!
Io vengo da una storia millenaria, sono il meno titolato a citarla, questa storia. La parola “ebreo” deriva dall'ebraico biblico e vuol dire “colui che è passato”. Abramo 'ibhri si trova nel testo ebraico dell'Antico Testamento, colui che veniva dall'altrove. L'ebreo, quando viene citato per la prima volta nella storia dell'umanità, è colui che viene dall'altrove, l'altro.
Non c'è nessuna polemica con voi; a me la storia del mio popolo ha insegnato a sapere che noi siamo “l'altro” dall'inizio della nostra storia e chi è stato “l'altro” nel corso di questi millenni deve avere le antenne molto alte quando guarda gli “altri”, perché sa che cosa significhi avere una condizione minorata, minoritaria: avere meno di te, perché viene da un'altra parte; avere meno diritti di te, perché viene da un'altra parte. È questo che a noi interessa, non c'è l'ideologia dietro queste cose. E vorrei anche dirvi, perché qui si ricorda poco questo episodio, voi fate molto i puri, qualcuno ha citato, Zennaro, i decreti Salvini - ho finito, Presidente - per il contrasto all'immigrazione, per la riduzione del numero di persone che venivano da noi. Matteo Mauri ha citato i vostri tagli al sistema dell'integrazione, io voglio citare un'altra cosa. Ricordatevelo, sono i Governi Berlusconi che in due occasioni hanno sanato un milione di persone in questo Paese che facevano le badanti. Allora si vede che ci sono delle volte in cui conviene sanare ope legis le posizioni, e altre volte, quando si hanno degli interessi o degli obiettivi elettorali, non conviene guardare ai diritti della persona. Per noi, invece, il diritto della persona viene prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).