Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 16 Luglio, 2014
Nome: 
Alessandro Naccarato

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Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, dico subito che noi accogliamo la riformulazione proposta all'inizio della seduta dal sottosegretario Legnini. Ci pare un modo molto serio e concreto di affrontare la questione e anche di superare la tanta demagogia e ipocrisia che ha caratterizzato il dibattito su questo argomento in questi anni. Noi voteremo a favore, quindi, del testo a prima firma dell'onorevole Fiano e di tutti i testi che hanno accolto la riformulazione del Governo, perché cogliamo un impegno serio, da parte del Governo, a volere intervenire per migliorare l'efficienza e l'efficacia del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Sostanzialmente, il Governo si impegna attraverso due azioni, accettando le riformulazioni: la prima è una riforma del sistema difesa e sicurezza, sul quale si sta lavorando da molto tempo; la seconda è un aumento del trattamento economico dei lavoratori del settore. Noi, infatti, non dimentichiamo che il sistema oggi si basa soprattutto su donne, uomini, militari, poliziotti, vigili del fuoco, finanzieri, carabinieri, che svolgono, spesso in condizioni difficili e pericolose, con grandi sacrifici personali, una funzione delicata e fondamentale per difendere il Paese e per garantire le libertà dei cittadini e delle istituzioni democratiche. 
Partiamo anche dalla consapevolezza – e il Governo lo ha confermato in più occasioni – di una situazione drammatica, nella quale è ormai messo seriamente in discussione il livello operativo del sistema difesa e sicurezza e, non a caso, da tempo il Partito Democratico è impegnato, con atti parlamentari, per correggere gli errori e le storture introdotti in questi anni e io credo che su questo, Presidente, vada in qualche modo ripreso il ragionamento che alcuni colleghi hanno svolto qui oggi, proprio per superare la demagogia sul punto. La situazione è stata determinata, sostanzialmente, da due provvedimenti, tutti e due segnati dalla volontà politica del centrodestra negli anni scorsi. Il primo è il decreto-legge n. 112 del 2008, che ha previsto il blocco del turnover per gli anni 2010-2011 e, poi, il blocco parziale al 20 per cento per il triennio 2012-2014 e al 50 per cento per l'anno 2015. Questo è un provvedimento che ha un segno politico preciso, perché venne assunto dal Governo Berlusconi nel 2008. È stato seguito, poi, da un provvedimento altrettanto negativo per il comparto, che è il decreto-legge n. 78 del 2010, qui ricordato da molti colleghi, che ha previsto l'esclusione, per l'intero triennio 2011-2013, dei meccanismi di adeguamento previsti per legge, dell'applicazione degli aumenti retributivi, scatti e classi di stipendio, collegati all'anzianità di ruolo e, addirittura, il riconoscimento dei benefici economici correlati alle progressioni di carriera delle retribuzioni del personale della pubblica amministrazione, tra cui rientrano anche i comparti oggetto dell'ordine del giorno. 
Ebbene, entrambi questi due decreti avevano, appunto, un segno politico preciso e trovo paradossale che oggi chi ha votato quei provvedimenti se ne sia dimenticato e, una volta passato all'opposizione, scarichi su altri l'onere di risolvere la situazione. Peraltro, questi provvedimenti hanno inciso non solo sul peggioramento economico degli operatori del settore, ma hanno prodotto altre due storture gravissime: la prima è l'innalzamento dell'età media, dato che siamo oggi uno dei Paesi con l'età media maggiore d'Europa e si supera la soglia dei 45 anni; poi, un'ingiustizia legata al diverso trattamento economico tra soggetti che svolgono le stesse funzioni, in base alle diverse decorrenze e provenienze. 
Credo sia anche giusto ricordare che, per quanto riguarda il centrosinistra e il Governo Letta prima e Renzi poi, con la legge di stabilità 2014 c’è stato un tentativo, riuscito, di correggere parzialmente, per quanto riguarda le assunzioni, le storture introdotte nei provvedimenti appena citati. In particolare, è stata elevata al 55 per cento la facoltà assunzionale per il 2014 e questa è stata elevata fino al 70 per cento a partire dal 2015. Quindi, non è vero che non si è fatto nulla, perché alcuni segnali sono stati dati e vanno nella direzione giusta.
Ora, per superare questa situazione noi riteniamo necessaria la riforma del sistema, riprendendo lo spirito e i principi in particolare della legge n. 121 del 1981, legge rimasta in buona parte inattuata che noi riteniamo contenga ancora diverse opportunità di riforma e di miglioramento del sistema e, soprattutto, il contenuto della nostra mozione. Il Governo accogliendola, diciamo così, ha riconosciuto, in particolare, quattro aspetti nella riformulazione, che ricordo brevemente e che sono alla base del nostro voto favorevole. 
Il primo è individuare misure finalizzate ad assicurare al personale dicevo, Presidente, quattro aspetti fondamentali sono stati colti nella riformulazione del Governo sulla nostra mozione e ci convincono, quindi, ad accoglierla e a votare favorevolmente. Il primo è individuare misure finalizzate ad assicurare al personale di tutti comparti il recupero, naturalmente nella misura compatibile con l'andamento delle finanze pubbliche, dei trattamenti economici connessi con l'impiego e la funzione, con l'effettiva presenza in servizio e la maturazione dei requisiti di anzianità e di merito. Il secondo è ripristinare i meccanismi di concertazione con le organizzazioni di rappresentanza del comparto, abbandonata colpevolmente dai Governi di centrodestra, quindi va ripristinata, al fine di riconoscere la giusta dignità professionale per gli operatori di questo comparto. Il terzo punto è la relazione che chiediamo al Governo di presentare entro tre mesi sulle condizioni professionali e retributive degli operatori, sugli organici e sulle dotazioni. Infine, il quarto punto è sostanzialmente sempre un'altra relazione da presentare al Parlamento, sempre entro tre mesi, descrittiva della situazione retributiva del personale delle Forze armate e del comparto sicurezza. Devo dire che in questo noi chiediamo anche al Governo, e mi pare di averlo colto nelle parole del sottosegretario Legnini, l'impegno, qualora si trovassero risorse nell'arco dei prossimi mesi anche in base all'andamento della finanza pubblica, ad anticipare lo sblocco appena questo fosse possibile già nel corso del 2014. Siccome il Governo su questo ha sempre manifestato grande sensibilità, lo ribadiamo nella nostra dichiarazione di voto favorevole, sapendo che, oltre a questo anticipo, poi per quanto riguarda la legge stabilità del 2015, c’è un impegno forte del Governo e della maggioranza ad andare in questa direzione. Per queste ragioni voteremo a favore del testo così come riformulato dal Governo.