A.C. 1974
Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, il testo in esame concerne la proroga del termine per l'esercizio delle deleghe previste dall'articolo 2 della legge 15 luglio 2022, n. 106, recante la delega al Governo e altre disposizioni in materia di spettacolo, approvata definitivamente verso il termine della XVIII legislatura.
La ringrazio, signora Presidente. Essa è composta di 12 articoli e contiene disposizioni volte sia a ridefinire la governance complessiva del settore, sia a disciplinare i profili di più stretta attinenza lavoristica, previdenziale e assistenziale. L'articolo 1, comma 6, della legge di conversione n. 14 del 2023 del decreto-legge n. 189 del 2022, ha già prorogato da 9 a 24 mesi, dall'entrata in vigore della legge n. 106, il termine per l'esercizio della delega legislativa in essa prevista.
La delega riguarda il riordino delle disposizioni in materia di spettacolo e degli strumenti in favore dei lavoratori del settore, nonché il riconoscimento di nuove tutele in materia di contratti di lavoro e di equo compenso per i lavoratori autonomi. Di conseguenza, il termine per l'esercizio della delega veniva prorogato dal 18 maggio 2023 al 18 agosto dell'anno corrente. L'articolo 1, comma 1, del presente disegno di legge, oggi in discussione, dispone la proroga di ulteriori 12 mesi del termine - quindi, da 24 a 36 mesi - che viene fissato al 18 agosto del 2025.
Nella relazione illustrativa leggiamo che tale ulteriore proroga si è resa necessaria per andare incontro...
La ringrazio ancora, signora Presidente. Nella relazione illustrativa leggiamo che tale ulteriore proroga si è resa necessaria per andare incontro alle richieste provenienti dalle rappresentanze delle varie categorie delle parti sociali di una elaborazione, il più possibile approfondita e partecipata, dei provvedimenti normativi, già in fase avanzata di redazione, che riguardano materie vaste e complesse.
Noi, signora Presidente, riteniamo che queste siano solo false giustificazioni e non condividiamo la scelta della maggioranza di Governo di postergare ulteriormente la scadenza delle deleghe. Inoltre, sosteniamo da molto tempo e con forza, che al settore dello spettacolo, che attende ormai da troppo tempo questa riforma, vadano date risposte urgenti e serie. È utile ricordare in questa sede che le deleghe riguardano, nello specifico, il coordinamento e il riordino delle disposizioni legislative vigenti e di quelle regolamentari in materia di attività, organizzazione e gestione delle fondazioni lirico-sinfoniche, nonché la riforma, la revisione e il riassetto della vigente disciplina nei settori del teatro, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti, delle attività circensi, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche, mediante la redazione di un testo unico denominato “codice dello spettacolo”. Inoltre, le deleghe riguardano l'adozione di disposizioni in materia di contratti di lavoro nel settore dello spettacolo, l'adozione di disposizioni in materia di equo compenso per i lavoratori autonomi dello spettacolo e, infine, il riordino e la revisione degli ammortizzatori e delle indennità, e l'introduzione di un'indennità di discontinuità strutturale e permanente in favore di alcune tipologie di lavoratori discontinui dello spettacolo.
Signora Presidente, l'ulteriore proroga, dal nostro punto di vista, è la dimostrazione dell'incapacità e dell'inconsistenza di questo Governo, al quale, già due anni fa, il Parlamento aveva affidato il mandato di dare attuazione a una norma che per noi è giusta e necessaria. Nel 2022, infatti, dietro nostro sprone e dietro, soprattutto, nostra proposta, era stata approvata la legge delega che, tra l'altro, è stata stravolta in questi due anni dal Governo Meloni.
È stata stravolta proprio colpendo nel cuore la legge in uno dei suoi capisaldi, cioè, l'indennità di discontinuità, che noi abbiamo pensato come strumento strutturale e permanente, ma che è stata ridotta ad un mero sostegno al reddito. Uno strumento inefficace e dal valore irrisorio, che ha anche ridotto la platea di beneficiari a soli 20.000, a fronte di un potenziale di 320.000, e ha impedito a molti di partecipare a un bando, fatto frettolosamente e in modo raffazzonato.
Oggi, ci state chiedendo di spostare ancora in avanti di altri 12 mesi, di rinviare ulteriormente un provvedimento che questo settore attende da troppo tempo. Noi non possiamo accettare che un intero settore venga ancora mortificato. Questi lavoratori attendono da mesi che vengano riconosciuti loro diritti e tutele. Il Governo è in ritardo, nonostante i proclami del Ministro Sangiuliano e del Sottosegretario Mazzi, che avevano annunciato di poter riuscire ad arrivare pronti con il nuovo codice dello spettacolo, addirittura già a luglio. Ma siamo ad agosto, signora Presidente, e oggi ci viene sottoposta un'ulteriore proroga di 12 mesi, che ci porterà - e non è nemmeno detto e certo che sarà così - al 18 agosto del prossimo anno.
Di ieri pomeriggio, invece, è l'ennesimo annuncio propagandistico della bozza di un decreto-legge, l'ennesimo decreto omnibus, che pare preveda un aumento del Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo, arrivato proprio oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri approvato. Avremo modo di vedere nel dettaglio i contenuti del testo del decreto omnibus, ma parrebbe, ed è emerso già nella serata di ieri attraverso la stampa, che il Governo, per rimpinguare il Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo che, altrimenti, non avrebbe a disposizione risorse adeguate, farà cassa sui giovani, operando un ulteriore taglio di altri 20 milioni sulla Carta per la cultura.
Noi ci chiediamo il perché; quali siano le ragioni che stanno dietro a questa agire e ad una scelta simile. Ci chiediamo che senso abbia. Quello che è indubbio è che si tratta di un altro provvedimento utile per aggirare l'ostacolo, per non arrivare alla definizione di un provvedimento strutturale ed è la dimostrazione, se mai ve ne fosse ancora bisogno, che non c'è la volontà politica di dare attuazione alle deleghe, unica cosa seria e concreta da fare.
Mentre le lavoratrici e i lavoratori aspettano, un settore intero di professionisti delle arti e dello spettacolo aspetta risposte: una grande filiera che crea lavoro e ricchezza e che produce cultura e identità; un settore che crea coscienza civile e coesione nel nostro Paese, ancora aspetta risposte e concretezza.
A tutte e tutti loro, signora Presidente, il Governo ha deciso di dare un ulteriore schiaffo; un'ulteriore delusione; un'altra mortificazione dei loro diritti; è l'ennesimo disconoscimento delle loro tutele. E noi voteremo convintamente “no”. Il nostro sarà un “no” deciso - lo annuncio - forte e convinto, con cui manifesteremo il nostro disappunto verso questa ulteriore proroga e nei confronti del Governo, la cui volontà è ormai chiara: quella di tornare indietro e di rallentare un provvedimento che, invece, richiede serietà e concretezza e che, dal nostro punto di vista, è urgente e indifferibile.
Noi voteremo “no” contro il fallimento di questo Governo anche nel campo della cultura e contro la propaganda fatta sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori di questo settore.