Discussione generale
Data: 
Martedì, 15 Febbraio, 2022
Nome: 
Francesca Bonomo

A.C. 3467

Grazie, Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo. Ogniqualvolta dobbiamo discutere e approvare disposizioni atte a contrastare e a contenere il COVID non possiamo non iniziare senza riavvolgere il nastro della lunga, drammatica, estenuante e dolorosa storia, che stiamo vivendo dal marzo 2020 - sono oramai due anni dall'inizio della pandemia - con il suo pesante fardello di sofferenze e di ristrettezze e non possiamo non pensare a tutti quei cittadini che non ce l'hanno fatta, a quanti si sono adoperati perché ce la facessimo, a coloro che si sono fidati, con ragione, della scienza e delle scelte compiute per vincere questa battaglia. Per tutte queste ragioni, mi è spiaciuto molto sentire ancora in quest'Aula gli interventi strumentale del collega Mollicone e poi del collega Gemmato - non basati su dati scientifici, sulla realtà e sull'evidenza dei dati di questi giorni -, che tentano sempre di spingere verso le paure e verso un'interpretazione dei dati non corretta.

Si parlava anche dell'evidenza del momento nel quale c'è stata la votazione del Presidente della Repubblica, del fatto che in quest'Aula sia stato richiesto di fare il tampone ai deputati. Ecco, il collega Gemmato sa bene che infatti in quest'Aula, così come in tutti gli altri posti di lavoro, è richiesto il super green pass rafforzato a noi deputati, proprio per garantire la tutela della sicurezza di tutti. In quel momento particolare è stato chiesto in più il tampone, perché in quel momento in quest'Aula, così come a Palazzo Montecitorio, c'erano più di 2.000 persone che gravitavano all'interno della struttura. Quindi, continuare con dati strumentali a usare appunto la paura del Paese e la paura degli italiani non è una cosa utile per raggiungere l'obiettivo che tutti abbiamo e tutti dovremmo avere in quest'Aula, così come nel Paese, di vincere la battaglia contro il COVID. Il provvedimento oggi in discussione infatti racchiude in sé due decreti-legge: il decreto-legge n. 221 del 24 dicembre, sulla proroga dello stato di emergenza, e il decreto-legge n. 229 del 30 dicembre 2021, sul super green pass e la sorveglianza sanitaria, integrati dalle necessarie misure di contenimento, di coordinamento e chiarificazione, introdotte dal Senato durante l'iter di conversione. È importante sottolineare che questo provvedimento vede la fine del suo iter di conversione in tempi di pandemia diversi rispetto a quelli in cui era stato emanato, in una fase nuova, meno virulenta, con una curva pandemica in costante discesa, anche se occorre continuare a mantenere la necessaria prudenza e le norme di sicurezza che oramai conosciamo da tempo fino alla fine dell'emergenza. A fine dicembre, quando questi due decreti sono stati emanati, la situazione epidemica stava peggiorando rapidamente: la variante Omicron, con una decina di giorni di ritardo rispetto alla situazione che già si delineava in altri Paesi europei, stava prendendo il sopravvento e risultava molto più contagiosa delle precedenti varianti e, per questo, era necessario prendere ulteriori misure più rigorose per ridurre, o quantomeno contenere, i contagi. La proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo, l'uso del green pass rafforzato, l'estensione dell'obbligo vaccinale, disposizioni che oggi dobbiamo convertire in legge, sono solo alcune delle misure che hanno permesso di contenere questi contagi, di contenere i ricoveri e di contenere i decessi. Se ora possiamo pensare alle riaperture, anche se parziali, se registriamo meno ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti COVID ordinari, è proprio perché queste misure, fin qui prese per contenere il virus, hanno funzionato. Certo, ci sono stati molti decreti che si sono succeduti anche a breve distanza tra loro, ma questo è stato necessario per mantenere il passo con l'evolversi repentino della pandemia, che - è opportuno rimarcare - non è ancora finita, come sottolineato dall'Organizzazione mondiale della sanità o dall'Unione europea, che affermano che è ancora troppo presto per considerare il COVID-19 un virus endemico. Questo ci porta a dire che serve ancora prudenza e che la strada verso la normalità è ancora lunga. Alcune delle misure introdotte con questi due decreti sono ormai superate dal susseguirsi delle norme, come la riduzione del green pass da 9 a 6 mesi, che è stata in parte modificata da decreti successivi, dove è stata introdotta la validità illimitata per chi ha fatto la dose di richiamo o è guarito dopo aver completato il ciclo vaccinale primario, o dopo aver fatto la dose di richiamo. L'utilizzo del green pass rafforzato sui mezzi di trasporto è stato in parte mitigato per i collegamenti con le isole o per i collegamenti lacunari o lacustri e l'obbligo delle mascherine all'aperto è finito pochi giorni fa. Altre misure sono ancora attuali, come l'utilizzo del green pass rinforzato e l'utilizzo delle mascherine FFP2 per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso o all'aperto nei teatri o nei cinema e anche per gli eventi sportivi, per partecipare ai concorsi pubblici, per soggiornare negli alberghi, per il consumo di cibi e di bevande al banco o al chiuso e nei servizi di ristorazione, per utilizzare gli impianti sciistici ed evitare un'altra stagione di chiusure.

Sono state poi prorogate fino al 31 marzo le tutele dei lavoratori fragili previste dagli articoli 26, commi 2 e 2-bis, del decreto-legge n. 18 del 2020.

Oggi se possiamo guardare al futuro con maggiore serenità e se abbiamo retto contro l'ondata della variante Omicron lo dobbiamo non solo alle misure restrittive adottate ma soprattutto alla massiccia campagna di vaccinazione. Al 14 febbraio, secondo il report del Governo, sono state somministrate 132.208.910 dosi di vaccino e il 91,09 per cento della popolazione over 12 ha ricevuto almeno una dose di vaccino; l'88,63 per cento della popolazione over 12 ha completato il ciclo vaccinale primario, mentre sono 36.255 le dosi booster somministrate, pari all'85,27 per cento della popolazione potenzialmente oggetto della dose addizionale o booster che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno quattro mesi.

Chi ha aderito alla campagna vaccinale ha reso un servizio generoso a sé, ai suoi cari e a tutta la comunità nazionale. Per l'impegno di tutti dobbiamo compiere gli ultimi decisivi passi per uscire definitivamente dalla pandemia.