Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 5 Novembre, 2024
Nome: 
Lia Quartapelle Procopio

A.C. 2099

Grazie, Presidente. So che l'uso dell'Aula è quello di essere molto distratti quando si ratificano degli Accordi internazionali. Io richiamerei l'attenzione dell'Aula, perché questo non è un Accordo come tutti gli altri. Di solito noi ratifichiamo con un consenso unanime, perché tutte le forze politiche sono d'accordo di solito a rafforzare i rapporti di collaborazione con i vari Paesi del mondo, ma questo è un Accordo diverso. Lo sa bene il Presidente - che ringrazio - che ha guidato l'ultima missione che questo Parlamento ha fatto in Ucraina, una missione fatta da vari gruppi parlamentari che è stata cruciale anche per lo sblocco della ratifica dell'Accordo. La ratifica di oggi merita una riflessione e una discussione più approfondita non solo perché è l'occasione per ribadire il nostro sostegno all'Ucraina - questa volta su una materia civile -, ma serve a ribadire che saremo al fianco della resistenza di quel Paese con tutti i mezzi necessari, anche in ambito civile ed energetico.

La ratifica di oggi, però, ci permette anche di riflettere sulla pace: questo che si sta avvicinando il 3o inverno che gli ucraini vivono sotto le bombe e sotto la minaccia dell'aggressione russa. A Kiev, a Odessa, a Kharkiv e nelle città più piccole dell'Ucraina si continua a vivere nonostante gli allarmi notturni e il rischio di essere colpiti da una bomba, perché la Russia bombarda scientemente i civili e bombarda da 3 anni anche le infrastrutture civili, comprese le infrastrutture energetiche. Questo significa che l'Ucraina da 3 anni illumina le proprie case e scalda l'acqua con il 30 per cento della capacità energetica che il Paese aveva prima dell'inizio dell'aggressione. La Russia bombarda con precisione le infrastrutture di distribuzione e di produzione dell'energia - oggi c'è stata la notizia di un bombardamento proprio a Zaporizhzhia, la città di una delle grandi centrali nucleari che è stata completamente spenta dopo gli attacchi - perché ha l'interesse a distruggere quel Paese, a piegarlo, a compromettere profondamente la normalità quotidiana.

Non è la prima volta che la Russia muove all'Ucraina una guerra sul tema dell'energia, è dai primi anni Duemila che la Russia apre e chiude i rubinetti del gas, attacca le infrastrutture di fornitura del gas, e poi, durante l'invasione di larga scala, si è messa a bombardare le centrali nucleari, le reti di distribuzione, le centrali di produzione dell'energia elettrica. Questo significa che la vita quotidiana degli ucraini è scandita da molti blackout, che durano in alcuni casi ore o addirittura giorni. Significa che, in alcuni luoghi del Paese, per settimane, non c'è il riscaldamento, e sappiamo quanto rigido può essere l'inverno in in Ucraina. Significa che le industrie non sanno mai quanto possono effettivamente produrre con continuità, perché rischiano di avere un blackout. È questa la faccia della guerra che noi non vediamo ed è un peccato che l'Aula vada avanti nell'indifferenza. È una faccia della guerra che noi non vediamo e che per gli ucraini significa non essere sicuri di poter accendere la luce, non sapere se si può usare l'acqua calda, non essere certi di poter infornare la cena la sera.

Quando pensiamo alla guerra, di solito pensiamo a chi combatte al fronte e pensiamo che, per far smettere la guerra, basti far tacere le armi. C'è chi addirittura pensa che basti una tregua o persino che basti smettere di inviare le munizioni, perché le armi si fermino. Non è esattamente così. La vicenda delle infrastrutture elettriche dell'Ucraina ci dice un'altra cosa: finché quel Paese non sarà sicuro e non sarà in grado di difendere il proprio territorio, sarà un Paese la cui normalità quotidiana è profondamente intaccata dall'aggressione russa. Ed è per questo che è tanto importante inviare le armi, quanto è importante ratificare questo Accordo. Non c'è differenza tra inviare le armi per difendere le città ucraine dagli attacchi aerei e missilistici e ratificare un Accordo che prevede 200 milioni di euro di aiuti per continuare a far sì che, per quanto possibile, finché non ci sarà una fine della guerra, le città ucraine e i cittadini ucraini possano cercare, per quanto possibile, di condurre la loro normalità.

Per cui noi voteremo a favore di questo Accordo, perché fa parte di una strategia complessiva di sostegno alla resistenza e per permettere a quel Paese di arrivare alla pace: una pace che preveda la difesa del territorio ucraino, non semplicemente una pace che preveda la fine dell'uso delle armi, perché non è così che funziona. La guerra intacca la vita civile ed è importante difendere, sostenere ed essere solidali in tutti gli ambiti dell'aiuto che l'Ucraina ci richiede.