Dichiarazione di voto finale
Data: 
Martedì, 10 Gennaio, 2017
Nome: 
Marietta Tidei

A.C. 4108

Presidente e onorevoli colleghi, il processo di adesione all'Alleanza atlantica da parte del Montenegro è iniziato nel dicembre del 2015, in occasione della riunione dei Ministri degli affari esteri della NATO.
Il protocollo di adesione è stato firmato dai 28 alleati in occasione di un'altra riunione dei Ministri degli esteri, il 19 maggio 2016.
Trascendendo le ulteriori fasi, che dovranno susseguirsi per il perfezionamento sul piano formale dell'adesione del Montenegro alla NATO quale ventinovesimo Stato membro, giova ricordare come il processo di allargamento della NATO ad est risale a circa 20 anni fa, dapprima con l'adesione, nel 1999, dei Paesi quali la Polonia e l'Ungheria, poi, nel 2004, con l'ingresso di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia, Slovenia ed infine, nel 2009, con l'adesione dell'Albania e della Croazia.
Oggi come allora non sfugge la questione delle relazioni con Mosca, che ho sentito evocare poc'anzi, e che ha sempre guardato con circospezione l'allargamento ad est della NATO ed è proprio in ragione della sensibilità nei confronti di Mosca che la NATO stessa ha congelato talune richieste di adesione.
Per quanto riguarda l'adesione del Montenegro, non può non rilevarsi come la legittima aspirazione dello Stato balcanico di aderire al complesso dei valori e delle strutture euroatlantiche è stata manifestata a livello politico e parlamentare sin dal momento della sua indipendenza dalla Serbia, nel 2006.
Il Montenegro da allora si è risolutamente avviato sulla via dell'integrazione europea ed atlantica.
Il percorso di avvicinamento all'Unione europea si è realizzato con gradualità, dapprima con l'adozione unilaterale dell'euro come moneta e successivamente, nel 2008, a seguito della presentazione della domanda di adesione, cui sono succeduti i negoziati relativi nel 2012.
Non va dimenticato peraltro, a sostegno di quanto detto sinora, che lo scorso 17 giugno, dopo la firma del protocollo di adesione, il Parlamento montenegrino ha votato a maggioranza una risoluzione a sostegno dell'adesione del Paese alla NATO, nella quale viene ribadito l'impegno del Montenegro nel percorso di adesione euroatlantica, considerato una priorità strategica.
È indubbia, pertanto, la volontà politica del Montenegro di aderire all'insieme dei valori e dei principi ispiratori dell'euroatlantismo e da parte nostra è prioritario rispettare la volontà del popolo montenegrino e delle sue istituzioni rappresentative democraticamente elette.
È con questa lente che a mio avviso va letto il processo di avvicinamento del Montenegro alla NATO e anche all'Europa. Il Montenegro si è così avviato lungo il sentiero che porta al rafforzamento della sua democrazia, della sua autonomia, dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali e io voglio ribadire che, essendo l'Italia un Paese geograficamente vicino al Montenegro, non può che guardare con favore al percorso di adesione alla NATO e, auspicabilmente, all'Unione europea. Favorire i processi di stabilizzazione della regione balcanica può aprire spiragli positivi in tema di governo dei flussi migratori, di lotta al terrorismo, promuovendo una serie di costruttive collaborazioni.
Io voglio ricordare che proprio in quest'Aula, nella riunione che si è tenuta a novembre, è stato proprio il nostro Paese a volere la partecipazione solo dei Paesi membri della NATO, chiaramente, ma anche dei Paesi balcanici, proprio perché l'Italia li considera strategici per le nostre priorità e – voglio aggiungere – per il nostro interesse nazionale. Certo, sullo sfondo restano i problemi con Mosca, che riguardano, in misura differente, le relazioni tra l'Unione europea e la Federazione russa, da un lato, e, dall'altro, quelle tra la NATO e la Federazione russa. Ma l'adesione alla NATO del Montenegro non può essere letta alla luce di un'inimicizia o dell'ostilità verso la Russia. Non credo che sia questo il punto. Credo, invece, che sia necessario riaprire il dialogo e la collaborazione per affrontare le grandi minacce che insidiano l'Europa tanto quanto la Russia e dobbiamo impegnarci per un concreto riavvio con Mosca di un dialogo costruttivo, riprendendo e rafforzando i contatti che chiaramente si sono deteriorati a causa della crisi ucraina.
Vorrei concludere con una brevissima riflessione. L'Italia ha compiuto consapevolmente la scelta europeista ed atlantica. Da De Gasperi in avanti tutti i Presidenti del Consiglio, con le loro politiche e con le loro affermazioni, hanno avvalorato e approfondito quella scelta. Non credo che la nostra democrazia e la nostra economia si sarebbero sviluppate nel modo che conosciamo tutti se l'Italia non avesse partecipato da protagonista alla nascita dell'Unione europea e non credo che senza quella straordinaria intuizione, che è stata l'integrazione europea, e senza l'adesione alla NATO avremo conosciuto un periodo di oltre cinquant'anni di progresso, di benessere e – voglio dirlo – di pace. Anche sulla base di questa considerazione finale, esprimo, a nome del gruppo del Partito Democratico, voto favorevole al disegno di legge di ratifica in oggetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).