Relatrice
Data: 
Lunedì, 23 Maggio, 2022
Nome: 
Lia Quartapelle Procopio

A.C. 3423-A

Grazie Presidente. L'importanza del Trattato di collaborazione tra Italia e Francia, altrimenti detto “Trattato del Quirinale”, è nota a quest'Aula ed è nota, soprattutto, al dibattito pubblico italiano. È uno dei pochi accordi internazionali di cui si è discusso molto anche nel nostro Paese. Se ne è discusso, perché effettivamente amplia di molto le aree di collaborazione tra il nostro Paese e la Francia. Mai come in questo momento sappiamo quanto sia importante il tema delle alleanze internazionali del nostro Paese. In un momento di grande difficoltà a livello internazionale ci rendiamo conto di quanto la tradizionale postura della politica estera italiana, ovvero una postura di collaborazione e lavoro comune con i Paesi a noi vicini, sia la postura giusta, la strada verso cui tendere. Rafforzare le nostre relazioni con la Francia ha un valore in sé e un valore più di carattere generale, perché è un momento in cui dobbiamo valorizzare le possibilità di lavoro comune in aree importanti, quali la difesa, la cooperazione culturale, la cooperazione sui confini e le materie di natura economica, nelle quali solo la cooperazione permette al nostro Paese di avere una presenza qualificata e innovativa a livello internazionale. Abbiamo avuto la possibilità di approfondire durante la discussione tutti gli ambiti di cooperazione, dalla pubblica amministrazione alle materie di carattere tecnologico, alle materie di difesa, con un ciclo approfondito di audizioni, fortemente voluto anche dal presidente della Commissione affari esteri Fassino. Rimando, quindi, per queste materie al tanto lavoro svolto in Commissione su questo Trattato.

Voglio soffermarmi solo su due punti, che sono stati affrontati sia nella discussione pubblica che nella discussione in Commissione. Questo Trattato è stato attaccato per due ragioni principali. Il primo attacco ci è venuto da quelle aree culturali e politiche che ritengono che il nostro Paese faccia meglio da solo. Tali aree politiche - poi vedremo come si comporteranno tutti i partiti nell'approvazione della ratifica di questo accordo - ritengono che rafforzare le nostre relazioni con un altro Paese voglia in realtà dire che noi siamo deboli sullo scenario internazionale. A questo tipo di critiche io voglio rispondere esattamente il contrario: più il nostro Paese è in grado di collaborare, più è in grado di proiettare, sia rispetto al Paese con cui collabora, sia rispetto agli altri Paesi dell'Unione europea e a gli altri Paesi del mondo, la possibilità di avere un'influenza; rafforzare le alleanze vuol dire rafforzare la nostra capacità di influenzare il corso delle questioni globali, che ci troviamo ad affrontare.

La seconda critica che è stata mossa a questo Trattato è una critica che ha a che fare con il processo di integrazione europea: si è detto che il processo di integrazione europea è un processo che deve avvenire indipendentemente dai rapporti tra Stati e che anzi il rafforzamento dei legami con uno o un altro Stato vada un po' a discapito di un percorso di integrazione europea, che dovrebbe avvenire partendo anche dalle istituzioni europee con sede a Bruxelles. Vorrei contrastare questo tipo di affermazione: in questi giorni, proprio in occasione della crisi ucraina, ci siamo resi conto di quanto la leadership di alcuni Paesi europei abbia portato la nostra Unione a prendere delle decisioni importanti, in materia di difesa, in materia di scambi commerciali, in materia di visti, in materia di accoglienza dei rifugiati. Per far avanzare l'Unione europea noi abbiamo bisogno che i Paesi con interessi comuni, come sono la Francia e l'Italia, ma anche altri Paesi – come la Germania e la Spagna - si mettano insieme per far fare un salto di qualità al processo di integrazione europea. Quindi, noi vediamo questo Trattato come un rafforzamento dei meccanismi politici alla base dell'integrazione europea e non come un contrasto all'integrazione europea. È per questa ragione che riteniamo che questo Trattato sia davvero importante e auspichiamo che questa Camera arrivi ad approvarlo il prima possibile per poi farlo passare al Senato, per arrivare a concludere nel mese di giugno, quando il procedimento sarà concluso anche in Francia, tutto il processo di ratifica. È un momento in cui dobbiamo fare presto e fare bene, nell'atteggiamento che teniamo a livello internazionale e nel rafforzamento delle nostre alleanze.