Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 25 Giugno, 2014
Nome: 
Fabrizia Giuliani

A.C. 1589-A

Presidente, colleghi, io credo che quando andiamo a trattare questioni come quelle che trattiamo qui oggi, che hanno a che fare con la protezione dei minori e la responsabilità genitoriale, dovremmo davvero abbandonare steccati ideologici che sono definitivamente superati e riuscire ad andare al merito delle questioni. 
  Ora, io credo che siano sostanzialmente tre le ragioni che ci portano ad esprimere il nostro parere, decisamente favorevole, rispetto alla necessità di questa ratifica. 
  In primis, il fattore che richiamo è l'appartenenza dell'Italia alla dimensione europea, un'Europa che non è soltanto austerità, non è soltanto vincolo economico, ma è soprattutto espansione dei diritti. Poi va riconosciuto lo sforzo che è stato iniziato dal Governo Letta e poi proseguito oggi dal Governo Renzi, perché questa legislatura porta il segno – e credo possiamo dirlo anche con qualche orgoglio – di un allargamento degli spazi democratici, di allargamento della democrazia partecipativa, di un'espansione dei diritti e delle opportunità. 
  Credo che – l'hanno detto anche molti colleghi prima di me – forse siano soprattutto i numeri a ricordarci e a sollecitare la necessità del perché oggi arriviamo tardi a ratificare questa norma e perché dobbiamo farlo. Questa norma riguarda i minori che sono portati via dall'Italia verso altri Paesi: il numero arriva a 105 nel 2013 e – come è stato anche reso noto dal Ministero della giustizia – è con i Paesi dell'Europa dell'est che il nostro Paese ha il maggior numero di contenziosi. Verso la Romania le denunce sono passate da 19 del 2012 a 25 nel 2013; in totale, le denunce verso i Paesi dell'est – parlo della Lettonia, della Lituania, dell'Ucraina e poi l'Albania, la Bosnia, la Bulgaria, la Polonia, la Repubblica ceca, la Romania, la Slovacchia, la Slovenia e l'Ungheria – sono state addirittura 57 nel 2013, scendendo lievemente, e 50 nel 2012. In Germania, i contenziosi aperti erano 18 nel 2012 e 13 nel 2013. Insomma, in generale, guardando ai casi attivi e passivi, il fenomeno dell'emigrazione clandestina nel 2013 è cresciuto del 20 per cento, passando a 130 unità e a 160 casi. Dietro a questi numeri – lo sappiamo sempre – ci sono vite umane, nella fattispecie vite di minori, che confermano che si tratta di un problema che non conosce mappe geografiche, né confini e in cui soprattutto ogni Paese è chiamato a fare la sua parte, sopratutto quando sono in ballo i diritti delle persone e soprattutto quelle maggiormente bisognose di tutela, come i minori, ai quali la Convenzione si rivolge. 
  Le ragioni che portano il nostro partito ad esprimere un parere favorevole sono sostanzialmente queste. Su questa ratifica esprimiamo un parere favorevole perché – come hanno detto con molta chiarezza la presidente Ferranti e il collega Nicoletti, che sono stati relatori per le Commissioni coinvolte – è necessario introdurre elementi sempre più precisi e puntuali, elementi di certezza e di definizione, quando sono in gioco i diritti dei minori. Il diritto deve essere capace di individuare con chiarezza le responsabilità e le autorità. Occorre individuare quale sia l'autorità competente sui minori, sottraendoli all'esposizione e al rischio di abusi. 
  Questo è precisamente il segno di quell'approccio multilaterale di cui parlava la collega Tinagli, che ci porta a cooperare insieme per cercare di circoscrivere e di attribuire sempre più certezza quando parliamo del destino dei minori. 
  Votando «sì» andiamo dunque oltre un atto dovuto e anche a quel linguaggio un po’ freddo che esprimono talvolta le convenzioni internazionali, andiamo oltre un atto dovuto di un obbligo comunitario. Colmando il ritardo, che altri colleghi prima di me hanno espresso, esercitiamo una responsabilità che è morale e politica, e speriamo di andare sempre più nella direzione di un tempo nel quale questa responsabilità sia condivisa e capace di superare steccati ideologici come quelli che ci hanno portato oggi addirittura ad evocare un principio di incostituzionalità. Infatti, questi fatti e questi divari sono stati superati dalla storia dei popoli, dall'incontro di culture e di religioni, che rappresentano il nostro paesaggio contemporaneo.

È un contesto al quale non possiamo più sottrarci, ma che, invece, siamo chiamati a governare con un senso di responsabilità e, sopratutto, di umanità. 
  Per queste ragioni, preannunzio il voto favorevole del Partito Democratico.