Discussione generale
Data: 
Martedì, 14 Novembre, 2017
Nome: 
Fabio Porta

A.C. 4461

Relatore

Grazie Presidente, signor sottosegretario, colleghi deputati, questa Assemblea oggi è chiamata ad avviare l'esame dei due importanti provvedimenti, concernenti i rapporti tra l'Italia e la Colombia, entrambi già licenziati dall'Aula del Senato nel maggio scorso.

Prima di entrare nel merito del primo disegno di legge al nostro esame, riguardante il delicato profilo della cooperazione bilaterale in materia di difesa, desidero ricordare il processo positivo attualmente in corso in Colombia, a un anno dalla sigla dell'Accordo del 23 giugno del 2016 tra il Presidente Santos e il comandante delle FARC, le cosiddette Forze armate rivoluzionarie della Colombia, alla presenza del Segretario generale delle Nazioni Unite e di Raúl Castro, dopo oltre cinquant'anni di guerriglia costati più di 200 mila vittime, migliaia di feriti, sequestri, stupri, indicibili sofferenze e devastazioni a carico della popolazione civile colombiana.

Ricordo che questo Accordo, che è l'Accordo tra le FARC e la Colombia, fu sottoposto a referendum il 2 ottobre del 2016, referendum rispetto al quale gli elettori colombiani hanno espresso a sorpresa un voto contrario, seppur di misura. Nel successivo mese di ottobre, è stato firmato un nuovo accordo di pace, a cui è seguita una ratifica definitiva da parte del Parlamento colombiano e, in dicembre, una legge di amnistia o grazia ai guerriglieri delle FARC accusati di reati politici. Come è emerso anche nella discussione al Senato, è adesso pienamente avviato il percorso di reinserimento sociale dei circa 7 mila guerriglieri e il Governo sta progressivamente facilitando la smilitarizzazione e la consegna delle armi.

Vi è poi uno specifico problema di sminamento del territorio, un lavoro che, tra l'altro, si sta compiendo anche grazie alla cooperazione di ONG italiane. In generale, si tratta di un processo che ha subito rallentamenti e che richiede tempo e sostegno.

Oggi, ci tengo a dirlo, la Colombia è anche un Paese che contribuisce positivamente alla comunità internazionale, accogliendo al proprio interno migliaia di sfollati e profughi provenienti dal Venezuela, governato dal dittatore Maduro. Si tratta, forse, anche di una modalità, da parte di Bogotà, per restituire l'impegno internazionale ricevuto, che è culminato dallo scorso settembre con la visita di Papa Francesco.

Passando, infine, al contenuto del disegno di legge, ricordo ai colleghi che richiama in preambolo la cornice giuridica già esistente tra i due Paesi, a partire dall'Accordo di cooperazione tecnica e scientifica del 1971, fino all'importante Trattato generale di cooperazione, siglato nel 1994 e ratificato dall'Italia nel 1999, la cui portata viene adesso estesa grazie all'Accordo in esame. Come, infatti, emerge già dall'articolo 1, questo Accordo estende la portata del Trattato del 1994, incrementando il livello di cooperazione per promuovere, facilitare e rafforzare le capacità, sviluppando la cooperazione nel settore della ricerca, sviluppo e produzione delle nuove tecnologie e dell'accesso ai materiali di difesa, in base ai principi della reciprocità, buona fede e mutuo interesse tra le parti.

Ritengo significativo citare che le attività di cooperazione militare, oltre ai tradizionali ambiti, si estenderanno anche agli aspetti ambientali e alla sanità militare, e che vi è un apparato normativo specifico dedicato alle iniziative commerciali comuni e ai profili di cooperazione industriale.

Al riguardo è particolarmente interessante l'articolo 6 dell'Accordo, in tema di scambio di armamenti, perché estende la cooperazione all'acquisizione di dotazioni militari nell'ambito di programmi comuni di produzione in condizione di mutuo interesse e di cooperazione industriale. L'acquisto congiunto di materiale d'interesse delle parti sarà realizzato in conformità con l'Accordo e potrà essere effettuato sia per mezzo di accordi tra i Governi che per mezzo di ditte private autorizzate e appoggiate dai rispettivi Governi. Quanto alla legislazione nazionale, è opportuno richiamare l'applicazione della legge n. 185 del 1990, in linea con questo profilo. Tutto ciò premesso, anche nella mia qualità di parlamentare eletto nella ripartizione Sudamerica, auspico una celere approvazione di questo provvedimento.