Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 6 Aprile, 2016
Nome: 
Marco Fedi

A.C. 3461

Abbiamo al nostro esame il disegno di legge di ratifica dell'accordo di cooperazione in materia di difesa tra Italia e Senegal, già approvato dal Senato, che si pone come intento primario, oltre al rafforzamento della cooperazione in campo militare, anche un'azione stabilizzatrice in un'area di particolare valore strategico e politico. Azione stabilizzatrice che si promuove con gli accordi bilaterali in campo fiscale ed economico ma che, sempre più, anche alla luce degli interessi nazionali e degli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dell'Africa occidentale, deve essere seguita da accordi di questo tipo. 
Lo ricordo ai colleghi che hanno espresso critiche a questo accordo: la difesa ha oggi bisogno di strumenti nazionali ma anche strumenti internazionali, bilaterali e multilaterali, modellati secondo gli interessi nazionali e internazionali del nostro Paese. Sempre rispettosi dei principi cardine sanciti dalla nostra Costituzione e nel rispetto dei nostri obblighi internazionali nella grande famiglia delle Nazioni Unite. 
È con questo spirito che annuncio il voto favorevole del Partito Democratico. L'Accordo tra Italia e Senegal sulla cooperazione nel settore della difesa, concerne i settori della ricerca e sviluppo, del supporto logistico, della formazione e addestramento, della sanità e delle esercitazioni militari. 
Si tratta in sostanza di un classico accordo di cooperazione in campo militare. 
L'Accordo delinea la cornice giuridica entro cui sviluppare la cooperazione bilaterale nel settore della difesa ai fini del consolidamento delle capacità difensive delle Parti e del miglioramento del dialogo bilaterale sulle questioni della sicurezza. 
In linea di principio l'attività di negoziazione e la sottoscrizione di tali atti bilaterali va intesa come azione stabilizzatrice di una particolare area/regione, quindi una questione di valenza politica, che non può essere sminuita o indebolita, considerati gli interessi strategici nazionali e gli impegni assunti in ambito internazionale. 
In particolare, gli Accordi nel settore generale della Difesa con un particolare Paese sono strumento per riaffermare l'adesione ai principi dettati dalla Carta delle Nazioni Unite, si inquadrano nella volontà del Governo e della Difesa italiana di sviluppare la cooperazione bilaterale, in questo caso con il Senegal, nell'intento sia di consolidare le rispettive capacità difensive ma, soprattutto, di sviluppare la reciproca conoscenza e fiducia per, alla fine, contribuire ad accrescere il dialogo e le prospettive di una migliore sicurezza regionale e globale. 
Sono queste le ragioni per cui oggi il PD esprimerà un voto favorevole a questa ratifica. 
Il Senegal è un Paese tradizionalmente democratico, stabile sin dall'indipendenza e che ha saputo sperimentare pacificamente la cosiddetta alternanza politica. Il 25 marzo 2012 si è concluso un lungo, combattuto ma ordinato processo elettorale con la vittoria alle presidenziali di Macky Sall (di stampo liberale) che si è assicurato il 68 per cento dei voti a fronte del 32 per cento del Presidente uscente Wade, capo del Partito Democratico Senegalese (PDS) e al potere dal 2000. Lo scrutinio, giudicato positivamente dai principali osservatori internazionali, ha dimostrato la maturità politica del Senegal quale esempio di democrazia per il continente africano ed attore fondamentale per rafforzare il dialogo interafricano e regionale. 
Le elezioni del luglio 2012 per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale hanno assicurato alla coalizione presidenziale anche una consistente maggioranza parlamentare. 
Le priorità del governo sono: il risanamento dei conti pubblici, il rilancio dell'economia con particolare attenzione al settore agricolo e delle infrastrutture; la lotta alla corruzione, anche nell'ottica di creare condizioni favorevoli all'afflusso di investimenti esteri; la risoluzione delle emergenze sociali (revisione del Piano Takkal per far fronte alle continue interruzioni di corrente, provvedimenti per contenimento del prezzo crescente delle derrate alimentari). 
Il Senegal è membro delle principali organizzazioni internazionali, tra cui le Nazioni Unite, l'Unione Africana, l'Organizzazione per la Conferenza Islamica e, in ambito regionale, la Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale. Il legame con l'Unione Europea è garantito dalla partecipazione agli Accordi UE-ACP. Solidi e di antica data i rapporti con l'Italia, tenuto conto in particolare del tradizionale impegno del nostro Paese nel settore della cooperazione allo sviluppo e della presenza in Italia di una numerosa e ben integrata comunità di immigrati senegalesi. 
I rapporti politici bilaterali sono tradizionalmente eccellenti e in fase di ulteriore sviluppo e consolidamento, sul piano politico, economico e della cooperazione allo sviluppo. Ciò anche in virtù della presenza in Italia di una delle maggiori comunità senegalesi in Europa. 
Intense e proficue sono anche le relazioni degli Enti Locali con le autorità senegalesi; le Regioni più attive nella cooperazione decentrata con il Senegal sono Piemonte, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna. 
Dal punto di vista economico e commerciale si segnala l'interesse del mercato senegalese per i prodotti italiani, sia per il vantaggioso rapporto qualità/prezzo (in particolare per quanto concerne i settori delle infrastrutture e dell'edilizia), sia per l'influenza della consistente comunità senegalese in Italia. 
In generale, l'imprenditoria italiana in Senegal è caratterizzata dalla predominante presenza di piccole società miste, dedite soprattutto ad attività di import-export nel settore dei prodotti ittici freschi e congelati, della loro prima trasformazione e dei materiali da costruzione. Spiccano poi alcune industrie di medie dimensioni (produzione di cloro per purificazione idrica, conceria, profilati di alluminio, lavorazione del vetro) e varie società di import/export di vari articoli. 
Sono presenti importanti compagnie di navigazione (Messina, MSC e Grimaldi, con uffici in loco), che coprono, a partire da Dakar, i traffici commerciali con la regione dell'Africa occidentale e tra l'Europa ed il sud-America. 
Non sono presenti in Senegal filiali di banche italiane. Esistono tuttavia banche internazionali francesi che hanno corrispondenti italiani. 
L'Italia è particolarmente attiva anche sul fronte della cooperazione allo sviluppo, con particolare riferimento a specifiche aree di intervento quali lo sviluppo rurale e la sicurezza alimentare (vedi PAPSEN nella sezione «dove investire»), il settore sociale e della tutela dei diritti, soprattutto dell'infanzia. 
Oltre all'impegno sopra richiamato, la cooperazione italiana in Senegal si concentra sull'appoggio al settore privato (microfinanza e PMI), per il tramite di un credito d'aiuto il cui obiettivo è di favorire lo sviluppo delle PMI nel paese, attraverso la facilitazione dell'accesso al credito con l'intento di valorizzare le risorse umane e il rafforzamento del settore del microcredito per lo sviluppo di attività economiche per i gruppi sociali più svantaggiati.
Il tessuto produttivo del Paese si caratterizza per la prevalenza di PMI, spesso nel settore informale. Il settore terziario resta quello trainante dell'economia (62,2 per cento del PIL) a fronte di un minore sviluppo (e contributo al PIL) di quelli primario (15,2 per cento) e secondario (22,6 per cento). Il 77,5 per cento della forza lavoro è impiegata nel settore primario. 
L'agricoltura non riesce ancora a produrre l'autosufficienza alimentare o considerevoli introiti commerciali a causa soprattutto di difficili condizioni ambientali e idriche, della scarsità di mezzi tecnologici a disposizione, dell'esodo rurale e di alcune scelte di produzione controverse, come la continuata enfasi sulla coltura delle arachidi. La pesca soffre di un approccio ancora tradizionale che tende a depauperare le acque costiere senza sfruttare le acque aperte, ove invece operano indisturbati forti contingenti di battelli stranieri non efficacemente controllati. La mancanza di adatte strutture di refrigerazione rende poi consistente lo spreco di prodotti non venduti immediatamente. Le autorità senegalesi ripongono inoltre forti aspettative sul settore minerario. 
Lo sfruttamento di alcuni giacimenti di fosfati e oro delle regioni interne di Thies e Matam è stato avviato nel 2010. Il settore industriale vede invece il proprio contributo alla crescita sfavorito dalla poca disponibilità di materie prime, dalla scarsità e dall'alto costo dell'energia, nonché da infrastrutture ancora inadeguate. Esso resta pertanto il pilastro più debole e meno strutturato dell'economia senegalese. Il settore terziario costituisce la migliore componente dell'economia senegalese e la più attiva, grazie soprattutto al settore del turismo, delle telecomunicazioni e alla crescente domanda di servizi connessa alla posizione geografica favorevole di Dakar, sede regionale di numerosi organismi e società internazionali. 
La modernizzazione del sistema produttivo senegalese è oggetto del «Plan Sénégal Emergent» (PSE), lanciato nel 2014 dal Presidente della Repubblica senegalese Macky Sall. Il piano, del valore di oltre 14 mld di euro, si propone di fare del Senegal il primo Paese africano destinatario di investimenti esteri ed assicurare una crescita del PIL dell'ordine del 7-8 per cento annuo (a fronte del +4,7 del 2014) che si traduca in risultati tangibili per la popolazione senegalese, a cominciare dalla creazione di posti di lavoro. Diversi i settori oggetto di interventi: infrastrutture, energia, edilizia popolare, turismo, telecomunicazioni. 
Il provvedimento si compone di 33 articoli, organizzati in 11 capitoli. 
Il contenuto del provvedimento è in larga misura omogeneo a quello dell'Accordo di analogo tenore con la Somalia. Il testo disciplina gli aspetti generali della cooperazione, prevedendo che essa si sviluppi sulla base di piani annuali e pluriennali elaborati dalle parti. Gli articoli 3 e 4, in particolare, individuano i settori e le modalità della cooperazione (ricerca e sviluppo, supporto logistico, formazione e addestramento, sanità ed esercitazioni militari). I successivi capitoli regolano gli aspetti finanziari dell'Accordo (Capitolo III), le questioni attinenti la giurisdizione (Capitolo IV) e le modalità per il risarcimento dei danni provocati dal personale delle parti in relazione all'esercizio reso (Capitolo V). 
Il Capitolo VI disciplina l'eventuale cooperazione nel settore dei materiali per la difesa con l'obiettivo di razionalizzare controlli e procedure ad essi riferibili e di garantire la protezione della proprietà intellettuale, inclusi i brevetti. 
La relazione illustrativa, a tale proposito, sottolinea che l'eventuale riesportazione verso Paesi terzi del materiale acquisito potrà essere effettuata solo con il preventivo benestare della Parte cedente in accordo ai princìpi di cui alla legge 9 luglio 1990, n. 185, recante nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali d'armamento. Il disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato il 26 novembre scorso, si compone di 5 articoli che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica (articolo 1), all'ordine di esecuzione (articolo 2), alla copertura finanziaria (articolo 3), alla clausola di invarianza finanziaria (articolo 4) ed all'entrata in vigore (articolo 5). 
Con riferimento agli oneri economici, il disegno di legge li quantifica in circa 5.000 euro, ad anni alterni, imputabili alle spese di missione. Sottolinea conclusivamente l'esigenza di pervenire ad una rapida approvazione del disegno di legge poiché questo Accordo potrà rafforzare ulteriormente l'azione di stabilizzazione svolta da Dakar di un'area di particolare valore strategico e politico, alla luce degli interessi nazionali e degli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dell'Africa occidentale, testimoniata da ultimo dalla cooperazione Senegal-Stati Uniti attraverso lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte nell'ovest del Paese.

(Testo integrale)