Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 4 Marzo, 2015
Nome: 
Marco Fedi

A.C. 2574-A

Grazie Presidente, il disegno di legge di ratifica e di esecuzione dell'accordo di sicurezza sociale fra Italia e Canada, firmato a Roma il 22 maggio 1995, con protocollo aggiuntivo firmato a Roma il 22 maggio 2003, arriva con molto ritardo nelle aule parlamentari ed arriva come necessario aggiornamento di importanti modifiche in campo previdenziale intervenute nei due Paesi. 
Oggi molti altri cambiamenti sono intervenuti. 
Dobbiamo porci il tema dei processi di revisione degli accordi internazionali che rischiano di essere datati quando arrivano in aula per il voto definitivo. 
Lo scambio di note può rappresentare uno strumento sufficiente per superare il divario tra cambiamenti nelle legislazioni nazionali ed accordi internazionali. 
Anche per il Canada auspichiamo uno scambio di note che consenta l'inserimento nel campo di applicazione soggettivo anche dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti che sono rimasti esclusi. 
Maggiormente in un contesto di nuova sostanziale equiparazione tra dipendenti pubblici e settore privato. 
Nell'annunciare il voto favorevole del Partito Democratico ricordo che comunque siamo in presenza, però, di un positivo passaggio che risponde alle richieste della comunità italiana in Canada e che riconosce il lavoro di colleghi eletti nella trascorsa legislatura, tra cui l'On. Bucchino, la neo-eletta On. La Marca e la relatrice On. Zampa che ringrazio per l'ottima illustrazione. 
Il rinnovo dell'accordo di sicurezza sociale con il Canada, accordo che come è noto è già stato approvato dal Parlamento canadese, garantirà importanti benefici per la collettività italiana in Canada e per i cittadini canadesi che vivono in Italia. 
Ricordo che il nuovo accordo di sicurezza sociale sostituirà quello precedente entrato in vigore nel 1979 ed attualmente ancora vigente. 
Il nuovo accordo era nato dall'esigenza di valutare l'evoluzione intervenuta negli anni nelle legislazioni dei due Paesi, di migliorare lo standard di protezione dei lavoratori, e di elaborare tecniche e procedure tese a garantire una più rapida erogazione delle prestazioni previdenziali. 
L'Accordo non solo conferma e consolida i benefici già previsti dall'accordo del 1977, ma ne prevede altri che renderanno più ampia ed equa la tutela sociale. 
Nelle passate legislature i ministeri degli Esteri, del Lavoro e dell'Economia non avevano mai chiarito i motivi per cui l'importante accordo di sicurezza sociale – un accordo che introduce misure migliorative e i cui costi sono molto limitati – non veniva inserito nell'agenda dei lavori del Parlamento italiano. Sebbene il nuovo accordo rivesta grande importanza per la collettività italiana in Canada, i ministeri competenti avevano sempre sostenuto che le difficoltà di bilancio non consentivano di perfezionare l'iter di ratifica. In realtà il rinnovo dell'accordo di sicurezza sociale italo-canadese – secondo le stime degli enti competenti (ministeri e Inps) – comporterà un onere finanziario limitato che comunque verrà compensato dai benefici previdenziali e procedurali (la totalizzazione multipla, le deroghe territoriali per i lavoratori distaccati, il miglior coordinamento per le pensioni di invalidità, le migliori procedure di collaborazione amministrativa fra le parti, ecc.). Il Governo ha quindi finalmente risposto positivamente alla mia interrogazione con l'approvazione in Consiglio dei Ministri e la prossima presentazione in Parlamento del disegno di legge di ratifica del nuovo accordo di sicurezza sociale italo-canadese. In un prossimo comunicato illustrerò le innovazioni più importanti introdotte nel nuovo accordo e i benefici che ne deriveranno per lavoratori e pensionati. 
Credo tuttavia che per il fatto che il «nuovo» accordo fu predisposto negli anni ’90 e per il ritardo di questa ratifica, sarà necessario in un prossimo futuro introdurre, magari con uno scambio di note, alcuni aggiornamenti attinenti alle modifiche intervenute in questi ultimi anni nei rispettivi sistemi pensionistici ed inserire nel campo di applicazione soggettivo anche i dipendenti pubblici e i liberi professionisti che sono rimasti ingiustamente esclusi.