Dichiarazioni di voto finale
Data: 
Mercoledì, 25 Giugno, 2014
Nome: 
Francesca La Marca

A.C. 1927

Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento, che finalmente ratifica l'Accordo sul rafforzamento della cooperazione nella prevenzione e lotta alle forme gravi di criminalità, stipulato dal Governo italiano e da quello degli Stati Uniti fin dal 2009, vale a dire oltre cinque anni. 
   Le ragioni di questo voto favorevole risiedono, prima di tutto, nell'esigenza di sviluppare e rendere più fluida la collaborazione tra gli Stati al fine di consentire l'uso delle più sofisticate tecnologie e lo scambio di dati sensibili per rendere più efficace l'opera di prevenzione e di contrasto alle forme più gravi ed insidiose di criminalità transfrontaliera e di terrorismo. 
  Voglio sottolineare che, in genere, il livello di pericolosità di questo tipo di organizzazioni è legato al possesso di strumentazioni altrettanto complesse e al ricorso a tecnologie altrettanto avanzate, sicché è necessario ed urgente elevare il livello di difesa, ricorrendo a quanto di meglio la scienza e la tecnica possono mettere a disposizione. 
  Nessuno, in un campo come questo, nel quale entrano in discussione i livelli di legalità e di sicurezza dei cittadini, può pensare di cavarsela da solo né di procedere con sistemi e tempi che non tengano conto del nesso strettissimo che c’è tra prevenzione e velocità delle informazioni. Una ragione non meno importante del nostro voto favorevole risiede nell'equilibrio che si è riusciti a creare sia nell'accordo iniziale, che nel progetto di legge di ratifica tra l'esigenza di collaborazione nell'investigazione dei dati e la preoccupazione di tutela della privacy
  Le impronte digitali e i profili di DNA sono notoriamente tra i dati più delicati e sensibili che possano essere maneggiati in un percorso investigativo.

Ebbene, nel provvedimento in esame le cautele e le tutele sono molteplici e ricorrenti. Intanto, l'Accordo è modellato su un precedente importante a livello europeo, quale il Trattato di Prüm, del 27 maggio 2005, tra diversi Paesi europei, al quale l'Italia ha aderito nel 2009. Un Trattato notoriamente attento alla tutela delle prerogative personali e delle legislazioni nazionali. 
  Il provvedimento, inoltre, vieta i raffronti collettivi e prescrive, invece, che le interrogazioni debbano riguardare casi specifici e ben individuati. In ogni caso, è riaffermata la regola che le attività investigative in nessun caso possano forzare e travalicare le normative nazionali in materia di privacy. Sono, poi, previste precise procedure per il criptaggio e per l'accesso ai dati, sostenute da investimenti in tecnologie che possano assicurare il rispetto delle indicazioni contenute nell'accordo. 
  Un importante rafforzamento del sistema di tutela, infine, è venuto da precise richieste del garante per i dati personali, con riferimento alla compatibilità dell'Accordo con le norme europee ed internazionali. A questo scopo, come è già stato detto, è stato fissato un termine di 150 giorni dall'entrata in vigore del provvedimento che oggi approviamo per l'adozione dei decreti previsti dagli articoli 46, 49, 53 e 57 del codice in materia di protezione dei dati personali. In questo modo, si pone un decisivo elemento di salvaguardia della privacy, che consente di conciliare l'efficacia dell'azione investigativa con le prerogative di tutela personale. 
  Nel ribadire, dunque, il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico, mi sia consentito di esprimere una particolare soddisfazione di eletta nella ripartizione nord e centro America nella circoscrizione estero in ordine a due aspetti: prima di tutto, la constatazione che in questa legislatura, ad opera dei due Governi che si sono succeduti, è ripresa l'attività di ratifica di convenzioni internazionali, ferma ormai da anni, con danno dei soggetti interessati e della stessa credibilità internazionale del nostro Paese; in secondo luogo, il fatto che l'Italia si dimostri pronta ad una seria, moderna ed incisiva collaborazione nella lotta alla criminalità con un Paese, come gli Stati Uniti, in cui si sono storicamente radicati discutibili stereotipi sulla malavita di origine italiana, consente di dire che i tempi sono cambiati e che l'Italia oggi, nel contrasto alla criminalità organizzata, può giustamente vantare dei titoli che ne migliorano sensibilmente l'immagine a livello internazionale.