Discussione generale
Data: 
Venerdì, 30 Giugno, 2023
Nome: 
Piero De Luca

A.C. 712​ e abbinata

Grazie, Presidente. Quest'ultima comunicazione che arriva dai banchi della maggioranza cambia completamente anche la prospettiva del dibattito che immaginavamo di fare oggi in quest'Aula. Era un momento molto importante per il nostro Paese, perché finalmente, dopo tanti mesi, direi anni, di bugie e di propaganda su questo strumento, si iniziava a fare chiarezza, entrando nel merito della discussione e della riflessione di uno strumento che è oggetto di una modifica estremamente significativa, positiva e importante non solo per il nostro Paese, ma per l'intera Eurozona. E ci arriverò tra poco. Credo sia doveroso, anche da parte mia, a nome del gruppo del Partito Democratico, fare una breve ricostruzione dell'oggetto della discussione di oggi.

Il Trattato MES esiste sin dal 2012, com'è stato ricordato. Esiste sin dal 2012: non è qualcosa d'innovativo e non si sta discutendo oggi di un nuovo Fondo salva-Stati. Si sta discutendo della modifica di uno strumento che è già in vigore, da ben 11 anni ed è stato creato per dare assistenza finanziaria a Stati che rischiavano il default. È stato firmato a Bruxelles il 2 febbraio 2012 e autorizzato per la ratifica in Italia il 12 luglio 2012, al Senato, e il 19 luglio seguente in questa Camera. Il suo Consiglio, il suo board, l'organismo decisionale è composto dai Ministri dell'Economia e delle finanze degli Stati appartenenti alla zona euro. In questi mesi, quindi, stiamo discutendo di qualcosa di un po' differente, ascoltiamo un dibattito un po' surreale, soprattutto da parte di pezzi della maggioranza.

Ricordiamo che il capitale sottoscritto ammonta a circa 704 miliardi di euro ed è circa di 80 miliardi il capitale effettivamente versato dagli Stati membri. L'Italia ha sottoscritto il capitale del MES per 125 miliardi, ne ha versati soltanto poco più di 14. Il nostro Paese è terzo per contributo, quindi, al capitale del MES, dopo Germania e Francia, e il proprio voto, come quello degli altri membri, è proporzionale al capitale sottoscritto. Pertanto, Germania, Francia e Italia - lo ricordava il collega Della Vedova - hanno diritti di voto superiori al 15 per cento e possono porre il proprio veto anche sulle decisioni prese in condizioni di urgenza: credo che sia un elemento da tenere sempre a mente. Siamo noi tra i primi azionisti di questo Fondo salva-Stati che ha un carattere ancora oggi intergovernativo, certo, ma che è estremamente utile per fornire prestiti ai Paesi in difficoltà economico-finanziaria, per evitare che eventuali dissesti nazionali possano produrre ripercussioni sistemiche nell'intera zona euro e, quindi, anche nel nostro Paese.

La riflessione su una possibile riforma del Trattato non è di questi mesi o di queste settimane: è una discussione che si è avviata già nel dicembre 2017, sono anni che si ragiona della necessità di migliorare l'impianto esistente.

I negoziati per la riforma del MES sono andati avanti negli anni: le prime linee guida approvate dal Consiglio europeo risalgono al dicembre 2018, sulla base di proposte elaborate dall'Eurogruppo per la prima volta il 4 dicembre 2018. Il 13 giugno 2019 l'Eurogruppo ha raggiunto poi un ulteriore consenso su una bozza di revisione del Trattato, approvata definitivamente con un accordo di massima il 4 dicembre 2019. Sono anni che discutiamo di questa riforma. All'esito del percorso negoziale, il 27 gennaio 2021 i rappresentanti di 19 Paesi dell'area euro hanno firmato l'accordo che reca la modifica del Trattato: c'era anche l'Italia, lo ricordiamo. Un accordo successivamente sottoscritto anche dalla Croazia che, dal 1° gennaio 2023, ha aderito all'Eurozona. La firma di questo Accordo ha avviato le procedure di ratifica nei vari Stati membri. La modifica del Trattato MES, così come definita nell'ambito di questo accordo, entra in vigore solo una volta ratificata dai Parlamenti di tutti i 20 Stati aderenti al MES. L'Italia ad oggi - lo ricordiamo – purtroppo, è l'unico Paese europeo aderente che non ha proceduto alla ratifica. Siamo gli ultimi e la responsabilità è, in questo momento, della maggioranza e del Governo.

Quello che è doveroso ricordare è che il nuovo Trattato presenta aspetti innovativi estremamente positivi rispetto a quello vigente; ed è appunto doveroso ricordarlo in quest'Aula, sia pur per rapidi tratti. Da un lato, si vincola finalmente l'operatività del MES al rispetto all'ordinamento giuridico europeo. Vengono raddoppiate le linee di assistenza finanziaria preventiva, introducendo una nuova ipotesi di credito precauzionale attivabile con la stipula di una semplice lettera di intenti, senza più quel protocollo d'intesa, quel Memorandum of understanding che aveva tanto allarmato e che produce e determina, poi, l'intervento della trojka nella verifica dell'attuazione successiva. Si rafforza il dialogo con il Parlamento europeo, si stabiliscono nuove e più efficaci forme di cooperazione tra gli organismi decisionali del MES e la Commissione, per evitare rischi di azioni incoerenti o non coordinate e, da ultimo, come è stato ricordato, si prevede la garanzia comune, il cosiddetto backstop, al Fondo di risoluzione unico per le banche, ossia si prevede che il MES oltre a sostenere la stabilità dei Paesi aderenti, fornisca anche un dispositivo di sostegno, sotto forma di linee di credito rotativo, al Fondo istituito per le crisi bancarie. Ossia, al MES si attribuisce la possibilità di dare una mano per contenere i rischi di contagio connessi a eventuali crisi bancarie. Si tratta di un tassello importante, fondamentale dell'Unione bancaria, che aumenta le tutele dei risparmiatori europei, compresi i risparmiatori italiani.

Allora, in questo quadro che era doveroso ricordare, noi crediamo indispensabile svelare la nebbia delle fake news che sono state raccontate in questi anni e che ancora ascoltiamo in questi giorni di dibattito.

È falso che la revisione del MES autorizzi un prelievo forzoso sui conti correnti di famiglie e imprese nel nostro Paese. È falso che la revisione del MES istituisca un meccanismo automatico di ristrutturazione del debito degli Stati membri. È falso che attivi una sorveglianza macroeconomica permanente in capo al MES o alla trojka. È falso che la riforma tolga poteri in materia di governance economica alla Commissione. È falso che il nuovo Trattato preveda un meccanismo in grado di aiutare solo le banche tedesche. È falso che la riforma obblighi l'Italia a versare 125 miliardi di euro, perché questo è il capitale sottoscritto, non cambia nulla da questo punto di vista. In altri termini, si è attivata, su questo tema, una delle più grandi campagne di disinformazione di massa mai realizzata nella storia del nostro Paese e, oggi, proviamo a fare chiarezza.

Questa campagna, d'altro canto, continua, purtroppo, anche in queste ore: questo è il dramma vero. Il MES esiste già, l'ho appena ricordato e l'hanno ricordato i colleghi: la mancata ratifica di questa riforma non lo farà scomparire. Manterrà soltanto in vigore lo strumento vigente, con l'impianto esistente, proprio quello che voi state contestando.

Allora, delle due l'una: o il MES iniziale è pericoloso e va cambiato e, allora, dovete ratificare questa riforma quanto prima, insieme a noi; oppure, il MES attualmente vigente va bene, allora quello che state raccontando sono solo bugie e propaganda, perché preferite tenere in vigore l'attuale impianto del Fondo salva-Stati.

Non ci sono alternative: se ritenete che questo fondo sia un problema nella sua versione attuale, dovete ratificare la riforma insieme a noi, subito.

L'attuale ratifica, peraltro, non vuol dire - vorremmo essere chiari, perché anche questo stiamo ascoltando nelle ultime ore - attivare la richiesta di utilizzo dei suoi fondi e delle sue risorse. Non è così: basta con allarmismi infondati e pericolosi anche per la stabilità e la tenuta del nostro Paese! Non create allarmi ingiustificati con questo argomento.

Oggi parliamo della ratifica della riforma del Trattato, non dell'attuazione di una richiesta di utilizzo dei suoi fondi.

Da ultimo, ne abbiamo ascoltate di cose al riguardo, il Vicepremier Salvini continua a dire che preferisce mantenere il debito pubblico nelle mani degli italiani. Ma non ha nulla a che vedere con la discussione odierna; la riforma non ha nulla a che vedere con la titolarità del debito pubblico italiano! Il MES non acquista titoli di debito italiani, il MES è uno strumento al quale ci si può rivolgere per chiedere prestiti in caso di crisi, in caso di difficoltà economico-finanziarie, non ha nulla a che vedere con la titolarità del debito pubblico degli Stati aderenti!

Allora, basta inquinare il dibattito con informazioni o disinformazioni che non hanno davvero alcuna attinenza con il merito di questo strumento. La verità, però, è che queste cose credo le sappiate molto bene. Il problema vero è che voi, in questo momento, non sapete come uscire dall'impasse in cui vi siete messi, considerato che, per anni, avete raccontato cumuli di bugie sovraniste, in uno slancio antieuropeista, per campagne elettorali costanti e permanenti. E oggi non sapete in quale direzione andare: siete confusi e divisi, peraltro, al vostro interno.

Allora, preferite fare una cosa semplice. È accaduto ieri in Commissione e sta accadendo ancora oggi: preferite fuggire dalle vostre responsabilità e questo per noi è molto, molto grave, perché preferite fuggire piuttosto che assicurare la conclusione di un percorso che mira a dare credibilità e affidabilità al nostro Paese sui tavoli europei. State mettendo in discussione la credibilità del nostro Paese per le vostre divisioni e per la vostra confusione: questa è la verità.

Questo è molto grave, perché è un tema che tocca il posizionamento europeo del nostro Paese. È stato un unicum quello che è accaduto in queste ore, ossia il fatto che il Governo non abbia espresso una propria posizione in materia di politica estera, un'anomalia europea, un'anomalia assoluta; un'anomalia ancora maggiore quella che abbiamo ascoltato nelle ultime ore, quando il Governo si è rimesso addirittura alle decisioni della Commissione o dell'Aula. Peccato che, in quella Commissione esteri, ieri, era presente solo l'opposizione: non è mai accaduto che il Governo rimetta nelle mani dell'opposizione la propria linea di indirizzo su materie strategiche in tema di politica estera ed europea.

Noi vi ringraziamo per la fiducia che ci avete ovviamente attribuito, ma, allora, dovete andare fino in fondo. Oggi dovete venire qui e dire che vi fidate della proposta di legge presentata dalle opposizioni e siete disposti a ratificarla subito: questo dovreste fare. Invece, non è così. La strada ve l'abbiamo indicata, abbiamo fatto noi il lavoro al posto vostro. Abbiamo depositato due proposte di legge di autorizzazione alla ratifica. Il lavoro sarebbe molto semplice: basterebbe venire qui e, all'esito della discussione, votare e ratificare questa riforma, togliendo - quello sì - lo stigma dell'unico Paese che ancora non ha proceduto a rispettare gli impegni assunti a livello europeo ed internazionale.

Questo, sì, è uno stigma, altro che ratificare il MES! Invece di fare questo, state continuando a buttare la palla in tribuna, con argomenti incomprensibili, anche surreali e con un atteggiamento dilatorio strumentale che per noi è assolutamente sbagliato, ma, soprattutto, pericoloso per il nostro Paese.

Vorremmo essere chiari: con questo atteggiamento - e lo vediamo dalle dichiarazioni di questi giorni - state mettendo in imbarazzo l'Italia di fronte all'Europa: questa è la verità e noi abbiamo il dovere di rappresentarlo oggi in quest'Aula. State mettendo in imbarazzo l'Italia, state mettendo a rischio la sua credibilità, ma state anche impedendo nel merito l'entrata in vigore di uno strumento che rafforza la tenuta economico-finanziaria dell'intera zona euro e migliora, come ricordavo prima, le tutele per i risparmiatori italiani ed europei, in caso di crisi bancaria. Questa è la realtà.

Allora, vi chiediamo di assumervi le vostre responsabilità. Abbiamo sentito da ultimo rievocare formule particolari per dilatare i tempi. Le ha ricordate anche il collega Della Vedova: la logica di pacchetto è ritornata ad aleggiare tra noi. Non siamo spaventati dalla logica di pacchetto, siamo preoccupati da quello che, a Roma, viene definita la logica del “pacco”, siamo preoccupati della figuraccia e dei rischi sistemici che deriveranno, per il nostro Paese, dalla mancata ratifica immediata di questo strumento decisivo per la coesione dell'intera zona euro. Questa è la nostra vera preoccupazione.

Non si rafforza il potere negoziale del nostro Paese, nelle trattative sulla nuova governance europea, al contrario di quello che avete detto, non ratificando questo strumento, e, soprattutto, non ci si rafforza, a livello di posizione sui tavoli europei, nell'ambito delle trattative o negoziati, legati alla revisione del PNRR. Tutto questo ci rende, al contrario, molto più deboli e molto meno affidabili.

Sul PNRR, peraltro, rileviamo i dati di queste ore che sono davvero preoccupanti: il Governo ha mancato la rata e gli obiettivi di giugno.

Sono 7 gli obiettivi, su 27, che non sono stati raggiunti e questo sta mettendo in discussione l'erogazione della prossima rata da 16 miliardi di euro. Non siete stati in grado di completare gli obiettivi legati all'affidamento dei lavori di asili nido, di colonnine elettriche per sviluppare la mobilità sostenibile, di stazioni di rifornimento a idrogeno; siete in ritardo drammatico e non si sa quale sia lo stato dell'arte rispetto alle modifiche del piano che vi abbiamo chiesto di presentare in quest'Aula poche settimane fa.

C'è ancora un vuoto drammatico. Avete raggiunto un obiettivo che era forse quello che, peraltro, avete annunciato dal punto vista politico: avete insabbiato e bloccato il PNRR e questo per noi è gravissimo. Dovete fare l'esatto contrario di quello che state facendo. Allora, vi invitiamo davvero a cambiare direzione. Questo atteggiamento è pericoloso per il Paese. Ci sono asili nido che rischiano di non essere più realizzati e la mobilità sostenibile rischia di essere messa in discussione per colpa dei vostri ritardi e delle vostre inadempienze.

D'altro canto, per ritornare al MES, e mi avvio a conclusione, l'insussistenza di effetti negativi, anzi la presenza di effetti positivi, legati alla ratifica di questa riforma, è stata indicata, peraltro, da ultimo, in una lettera, elaborata qualche giorno fa, proprio, dal MEF, dal Ministero dell'Economia e delle finanze, dal Capo di Gabinetto del Ministro Giorgetti che dice l'esatto contrario di quello che abbiamo letto oggi in questa richiesta di sospensione dell'esame del provvedimento. Sono argomenti esattamente opposti; non so se vi siete coordinati o se vi parlate tra di voi. Questa lettera non è stata preparata dal Partito Democratico, dalla Commissione, dalla BCE o dalla trojka. Questa lettera è stata scritta il 9 giugno dal Capo di Gabinetto del Ministro dell'Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e ha detto che il MES produce effetti positivi, sia diretti che indiretti, legati alla ratifica.

“Per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica” - si legge in questa lettera del 9 giugno 2023 - “non discendono nuovi e maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità del 2012” (la prima ratifica). Ci sono poi eventuali effetti indiretti. “Non si rinvengono nell'accordo” - leggo testualmente - “modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio, legato a suddetta istituzione” ed è possibile affermare, al contrario, che “la riforma del MES, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a elevato debito come l'Italia”. In sostanza, la ratifica della riforma del MES migliorerebbe anche la valutazione del rating dei nostri titoli di Stato, i nostri BTP, questo è quello che ha detto il Ministero dell'Economia e delle finanze.

Allora, per riprendere una felice espressione che abbiamo ascoltato proprio dalla Presidente del Consiglio dei ministri, qualche giorno fa, in quest'Aula, in un torrido 9 giugno del 2023, viene giù la maschera e crolla il castello di sabbia, di bugie e di invenzioni sostenute dalla destra sulla presunta pericolosità della riforma del MES. Non c'è alcun rischio derivante da questa riforma, anzi, solo effetti positivi per il nostro Paese. Questa è la realtà e l'ha certificato il Ministero dell'Economia e delle finanze.

L'Italia avrebbe solo da trarre vantaggi dalla ratifica di questa riforma. E ci saremmo aspettati e ci auguriamo, ancora adesso, un atteggiamento costruttivo, serio, di analisi di merito da parte della maggioranza e del Governo. Credevamo che l'avvio della discussione in Aula potesse portare, finalmente, ad un confronto serio nel nostro Paese. Purtroppo, abbiamo appena ricevuto la lettera, che è stata depositata, sulla richiesta di rinvio per pausa estiva. Spero immaginiate, voi, forse sotto l'ombrellone, l'estate, di poter approfondire gli effetti positivi della ratifica di questo strumento, ma sono già lì, indicati da tutti, chiariti anche dal Ministero dell'Economia e delle finanze. Invece, avremmo bisogno di serietà e responsabilità da parte della maggioranza e del Governo. Ogni giorno che passa è un mattoncino in meno che togliete alla credibilità del nostro Paese sui tavoli europei ed internazionali.

State danneggiando gli interessi degli italiani e del nostro Paese. Fermatevi finché siete in tempo e ratificate subito la riforma del Trattato MES.