A.C. 4151
Presidente, sono riconoscente al gruppo del Partito Democratico per avermi consentito di tenere la dichiarazione di voto finale sulla ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra Italia e Francia per la nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Oggi, a conclusione di una procedura iniziata molto tempo fa (il primo vertice per l'avvio degli studi preliminari risale al 1990, Presidente della Repubblica italiana era Francesco Cossiga, di quella francese era François Mitterand), approviamo il frutto di due appuntamenti: quello di Parigi del 2015 e quello di Venezia dell'8 marzo scorso. Personalmente ricordo, per averli vissuti prima da amministratore locale e poi da parlamentare, perché questa è la terza volta che parliamo in questa legislatura della linea Torino-Lione, quasi tutti i passaggi politici, noti e meno noti. Ricordo per esempio un'intensa riunione del Ministro Pierluigi Bersani con i sindaci della Val di Susa, dove erano già chiari i temi connessi all'opera: un'opera di interesse europeo e comunitario, nata e pensata per unire e sviluppare l'Europa; un'opera di forte valore strategico per lo sviluppo e le comunicazioni fra Nord-Ovest dell'Italia, la Pianura Padana e il resto dell'Europa; un'opera a favore di un mezzo più ecologico come il treno, riducendo l'inquinamento e le emissioni di gas serra; un'opera che passa dalla Val di Susa non per fare un dispetto, ma perché le alternative avrebbero tagliato fuori Torino e tutto il Nord-Ovest. Quindi per noi il tema non era se fare l'opera, ma come realizzarla ! Credo che i molti errori di gestione – lo devo dire, soprattutto compiuti durante i Governi di centrodestra, sia nazionali che regionali – abbiano esasperato gli animi. Il primo tracciato era davvero inaccettabile, e per molto tempo non si sono create le condizioni per un dialogo: ricordo l'allora presidente della Comunità montana Bassa Val di Susa, Antonio Ferrentino, e il suo impegno con i comuni, compreso il mio, quello di Collegno, che consideravano sbagliato quel tracciato; ma da allora, soprattutto con la nascita dell'Osservatorio sulla Torino-Lione, moltissimo è cambiato, e il progetto attuale non ha nulla a che fare con il primo. I lavori dell'Osservatorio sono cominciati il 12 dicembre 2006, ha tenuto ad oggi 240 sessioni di lavoro, 300 audizioni, di cui 70 internazionali; ha costituito 12 gruppi di lavoro sui temi specifici per ulteriori altre 50 sessioni di lavoro; ha prodotto nelle diverse fasi documenti condivisi di analisi, e i documenti tecnici alla base della revisione del progetto. Nel corso di questo lavoro sono state raccolte proposte ed istanze del territorio e degli enti locali, dando centralità ai vincoli derivanti dalle caratteristiche territoriali e ambientali delle aree coinvolte.
Anche il movimento si è spaccato, fra chi era a priori contro le cosiddette grandi opere, e chi come noi sa quanta fatica richiedono i grandi progetti. Noi rispettiamo tutte le idee, tutte le posizioni, e sappiamo quanta fatica – ripeto – richiedono i grandi progetti, quelli che davvero cambiano la qualità della vita di una comunità. Le grandi opere sono spesso fatiche di Sisifo, non bisogna mollare mai; spesso chi le pensa, chi pone le basi, chi crea le condizioni perché si possa partire, non è poi lo stesso che avrà l'onore di inaugurarle e di utilizzarle.
La Torino-Lione è una di queste. Dal 1990, partenza degli studi preliminari, arriveremo al 2030, quando entrerà in funzione: quarant'anni.
Per questo è importante che, dai nostri commissari europei fino agli amministratori comunali e regionali, abbiamo tenuto la barra dritta contro i tentativi, più che evidenti, di lasciare cadere tutto e non di certo perché è un'opera inutile, ma per spostare risorse e progetti da un'altra parte.
Noi oggi qui alla Camera dei deputati e un mese fa lo ha fatto il Senato, dopodomani lo farà l'Assemblea nazionale francese – tutta gente che si improvvisa, così – con il voto consentiremo alla tratta internazionale della linea Torino-Lione di vedere finalmente la conclusione politica dell'accordo.
Il consenso che riceverà il provvedimento – abbiamo sentito tutte le dichiarazioni di voto – testimonia la consapevolezza della partita in gioco.
Se qualcuno vuole attardarsi nella polemica sulle infiltrazioni mafiose, noi ribadiamo che siamo d'accordo, anzi sottolineiamo che la Torino-Lione è il primo caso in Europa di applicazione della normativa antimafia sugli appalti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), indipendentemente dalle nazionalità sui cantieri.
E sulla lotta alla mafia, non prendiamo lezioni da nessuno: qualcuno si guardi in casa propria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), qualcuno guardi se per caso ha una densità, in alcune zone del Paese, una densità di indagati per chilometro quadrato che sembra di essere a Hong Kong (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Abbiamo gli strumenti per combattere la mafia e ripeto, il nostro nemico è la mafia, non le opere pubbliche: se per combattere la mafia, non facciamo più le opere pubbliche, è come se per non prendere l'influenza non uscissimo più di casa. Abbiamo gli strumenti per combattere sia l'influenza che la mafia e quando, magari in ritardo, si scoprono infiltrazioni, è perché i meccanismi funzionano.
La completa e articolata relazione del collega Marco Causi, a cui rimando per la lettura tutti gli interessati ovviamente e gli interventi che in sede di discussione generale hanno fatto i colleghi Paola Bragantini e Gianni Farina, i molti interventi che ci sono stati oggi hanno bene illustrato la posizione del Partito Democratico. A me non rimane che ribadire alcuni brevissimi concetti, che provano a descrivere la nostra idea di sviluppo economico e di coesione sociale, in un contesto complicato com’è l'Europa in questa fase storica e come questo accordo e questa opera sono determinanti anche per affermare alcuni valori: il progetto è finanziato al 40 per cento dall'Unione europea, il resto dagli accordi italo-francesi; il traffico ferroviario sull'asse italo-francese è fondamentale per l'Italia; la linea storica non è adeguata al trasporto ferroviario moderno di merci e passeggeri; la nuova linea Torino-Lione salvaguarda l'ambiente. Un'Europa che sostiene questi progetti è quella che ci piace e per la quale ci siamo battuti.
Sono obiettivi solo nostri questi ? Oppure il fatto che il 30 per cento dell'intero interscambio economico dell'Italia passa dalla direttrice verso la Francia, dalla penisola iberica e dall'Inghilterra e non può essere affidato alla vecchia linea ferroviaria di valico, con la galleria più alta d'Europa (1339 metri), abbandonata dalla gran parte degli operatori ferroviari per i costi di utilizzo, è questo il motivo per cui non è utilizzata, a causa della pendenza, della tortuosità, della sagoma, della sicurezza ?
È questo ciò di cui dobbiamo preoccuparci, è per queste ragioni che meno del 10 per cento delle merci tra Italia e Francia viaggia su ferrovia e il trasporto ferroviario, senza la Torino-Lione, addirittura sappiate che è destinato a sparire, se non l'aiutiamo, se non cambiamo.
Realizzare la nuova linea toglierà dalla strada almeno un terzo dei mezzi pesanti, riducendo le emissioni di gas a effetto serra nelle valli alpine.
Vorrei anche rispondere all'idea che questo progetto sia alternativo all'attenzione dei bisogni più quotidiani: è un'idea da respingere. Proprio in questi giorni, in Piemonte, si sono rafforzate alcune linee di trasporti ferroviari locali, favorendo connessioni e collegamenti prima impossibili, utilissimi ai pendolari, però si sono fatti anche grazie ad opere come il passante ferroviario.
Sabato scorso, a Torino, imprese e sindacati hanno voluto incontrare i parlamentari per sollecitare un sì definitivo a quest'opera.
Noi ci siamo andati, noi abbiamo questo assillo di pensare al lavoro e, se c’è la possibilità, magari anche di crearne di nuovo. Noi nei prossimi giorni andremo a trovarli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) i lavoratori della Torino-Lione, andremo a dire loro che avranno ancora lavoro per i prossimi anni e che sono, insieme con noi, i costruttori di un'Europa che supera i confini e crea collegamenti.
Per questo, il Partito Democratico voterà a favore dell'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).