Discussione generale
Data: 
Martedì, 14 Novembre, 2017
Nome: 
Fabio Porta

A.C. 4462

Relatore

Presidente, signor sottosegretario, colleghi, richiamo ovviamente quanto ho appena detto sul precedente provvedimento in merito alla fase politica in atto in Colombia, e mi accingo ad illustrare il disegno di legge recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Ministero dell'interno della Repubblica italiana e il Ministero della difesa nazionale della Repubblica di Colombia in materia di cooperazione di polizia, già approvato dal Senato lo scorso 4 maggio.

Il Governo della Colombia, Paese, come abbiamo appena detto, importante per la cooperazione internazionale, per i rapporti con l'Italia, un Paese apparentemente lontano ma in realtà molto vicino a tutti noi, in particolare sui temi della sicurezza, dell'ordine pubblico e della difesa, vanta un impegno specifico sul versante dell'azione di contrasto al narcotraffico, un traffico che aveva connessioni anche con la complessa galassia delle Farc, atteso che molti combattenti dissidenti, rispetto agli accordi del 2016, sono ancora oggi impegnati nel traffico di droga. È noto quindi quanto l'instabilità politica colombiana abbia giovato in passato alla grande criminalità organizzata locale e internazionale specializzata nella gestione del narcotraffico, basti ricordare il famigerato cartello di Medellin, certamente il gruppo criminale internazionale più noto tra quelli colombiani.

La Colombia di oggi, come emerso anche dalla discussione al Senato, non è più quel Paese: è un Paese che ha superato la guerra civile; Bogotà è riuscita anche nello smantellamento di un forte contropotere criminale interno, pur scontando tuttora il perdurare di traffici connessi alla sua natura di Paese produttore di stupefacenti e chiamato dunque ad agire con specifica severità su sodalizi criminali che dalla Colombia esportano droga in tutto il mondo. Da qui deriva la speciale rilevanza di un provvedimento che mette in connessione i nostri Paesi, accomunati da una responsabilità e anche da un forte expertise nella lotta contro il crimine organizzato transnazionale. Non a caso, il preambolo di questo Accordo ricorda le Convenzioni delle Nazioni Unite siglate a Palermo nel 2000 contro la criminalità organizzata transnazionale, sugli stupefacenti e contro la tratta delle persone, nonché le risoluzioni del Consiglio di sicurezza e le Convenzioni delle Nazioni Unite contro il terrorismo. Il provvedimento prevede infatti anche un fronte specifico di collaborazione nella prevenzione, nella repressione di atti terroristici, ma i settori di cooperazione includono anche la tratta delle persone, il traffico di migranti e quello di armi, nonché i reati economici. Appare cruciale quindi l'apparato normativo in esame, che disciplina la collaborazione bilaterale anche sul terreno delle attività di polizia nei tradizionali formati degli scambi di esperienze e di informazioni stabilendo connessioni dirette, soprattutto sfruttando i canali offerti dall'Interpol. Si definiscono poi le modalità di cooperazione bilaterale, prevedendo scambio di informazioni, prassi operative e misure per l'attuazione di operazioni congiunte, scambio di esperti.

Evidenzio infine l'attenzione che su questo delicato terreno è stata comunque riservata anche al tema dei diritti umani e alle libertà fondamentali, laddove si disciplina l'ipotesi del rifiuto dell'assistenza ex articolo 5 dell'Accordo. Analoghe cautele sono adottate nella gestione dei dati personali, ai sensi del successivo articolo 7. Tutto ciò premesso, considerato quanto detto in precedenza e l'importanza quindi di rafforzare la nostra cooperazione, in questo caso della polizia con la Colombia, auspico una rapida e definitiva - visto che il provvedimento è stato già ratificato anche dal Senato - approvazione di questo provvedimento.