A.C. 1260
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe, onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, il Partito Democratico voterà convintamente a favore della ratifica di questa intesa, che va nella direzione della collaborazione, dell'agire rapido e transnazionale indispensabile per dotare gli inquirenti di quegli strumenti efficienti ed attuali per combattere le mafie e la criminalità organizzata. Un accordo importante ed è un accordo che viene siglato con un Paese che è un partner importante dell'Italia.
Noi sappiamo la storia dell'Armenia, la conosciamo, l'emozione che chi è stato a Yerevan prova quando sale le scalinate della cascata, vede la città, il monte Ararat, le origini della nostra cultura che supera ogni confine; ma ci sono anche i rapporti economici molto importanti. Noi del gruppo Partito Democratico abbiamo il Vicepresidente, Toni Ricciardi, che è eletto in quel collegio e che ci ricorda l'importanza dei rapporti, anche attuali, commerciali, i rapporti nel 2023 e abbiamo visto un valore dell'export italiano in Armenia che ha raggiunto i 334 milioni di euro, un aumento del 34,2 per cento, un aumento che è rimasto confermato anche in quest'anno 2024, lo stesso trend. C'è una forte capacità di rapporto, che è un rapporto commerciale, che è un rapporto culturale, che è un rapporto sociale e che è un rapporto politico con l'Europa nei confronti dell'Armenia. Questa è una direzione importante per il futuro dell'Europa, perché l'Europa ha la necessità di dialogare, di parlare una lingua fondata sui propri valori, sulla collaborazione anche con quei Paesi che sono, magari, politicamente fuori dal perimetro dei nostri trattati, dei nostri accordi, ma che guardano ai nostri valori, ai nostri principi, al riconoscimento di ciò che è la storia oggi europea, italiana da un punto di vista positivo.
Per noi questo è molto importante e va al di là dell'adempimento delle singole ratifiche, è un orizzonte di marcia fondamentale per il nostro continente e per il nostro Paese, per questo, nell'intervenire oggi a nome del gruppo del Partito Democratico, non possiamo che ricordare - come ha fatto il collega Enzo Amendola -, solo pochi giorni fa, la interrogazione che abbiamo presentato a firma Amendola, Provenzano, Quartapelle Procopio, Boldrini, Porta, Fassino e Orlando su quello che è successo nelle ultime settimane. Un atto gravissimo che riguarda i colleghi Fassino e Orlando, che riguarda la senatrice Zampa, il senatore Verducci e anche la senatrice Floridia, che hanno semplicemente partecipato a una votazione a larga maggioranza dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che ha deciso - per le reiterate violazioni di diritti umani e dei principi costitutivi del Consiglio d'Europa di cui si sono rese responsabili le autorità azere e per il fatto che sono state ignorate le ripetute sollecitazioni degli organi del Consiglio d'Europa - ha fatto un voto in cui ha espresso una legittima posizione politica.
Ecco, di fronte a tutto questo è stato preso un provvedimento inaccettabile nei confronti di cinque parlamentari che sono vistati, che sono stati listati e inseriti in una lista nera, insieme ad altri parlamentari, da parte dell'Azerbaijan. Ecco, da questo punto di vista, noi vogliamo dire una cosa semplice e chiara. Per quanto riguarda il conflitto atroce che si è svolto in Nagorno-Karabakh, il Partito Democratico ha avuto sempre una posizione lineare, ha sempre chiesto che ci fosse attenzione nei confronti della sicurezza delle persone, nei confronti del rispetto della vita, di quelle persone che sono state colpite da un dramma tremendo e ha chiesto che ci fosse un impegno della comunità internazionale per costruire un percorso di pace. Ma quello che è avvenuto con questa scelta nei confronti di alcuni parlamentari, che semplicemente per avere espresso una propria posizione sono stati listati in questa maniera, non riguarda solo cinque parlamentari dell'opposizione, ma riguarda tutti i parlamentari, riguarda tutto il Parlamento e ci deve essere una presa di posizione ufficiale della Camera dei deputati e del Senato della repubblica per chiedere la revoca di questo provvedimento ingiusto.
È inaccettabile che queste parole non siano ancora arrivate, che la risposta alla nostra interrogazione non sia arrivata e che anche la Presidente del Consiglio, anche il Governo, nei colloqui che stanno andando avanti, non metta da parte quelle che sono le altre valutazioni per dire che non è pensabile, non è accettabile, non è tollerabile che dei parlamentari che esercitano nell'ambito delle istituzioni italiane ed europee le loro legittime prerogative vengano, per questo, listati.
Noi dobbiamo assolutamente pretendere che ci sia una presa di posizione ufficiale, dobbiamo continuare a camminare nella direzione che consenta ai parlamentari di esercitare legittimamente le proprie prerogative, anche attraverso il ruolo fondamentale della diplomazia parlamentare, chi di noi ha avuto l'onore - e ringraziamo gli uffici della Camera per il grande e prezioso lavoro che svolgono - di partecipare ad azioni di diplomazia parlamentare sa quanto è importante il rapporto, non solo fra i Governi, non solo fra gli Stati, non solo fra le economie, ma anche fra i Parlamenti dei singoli Paesi per trovare dei percorsi comuni, per affrontare insieme le questioni, per cercare di costruire dei passi avanti, non dei passi indietro. Ecco, questo atto, che va contro l'importanza e la diplomazia parlamentare, l'importanza del ruolo del Parlamento, è un atto che deve essere condannato.
Noi oggi siamo qui per sottoscrivere uno dei tanti accordi che vengono portati avanti, proprio per far sì che i valori e i principi dell'Europa possano dialogare con i Paesi che sono fuori dall'Europa; ecco noi dobbiamo avere la schiena dritta nei confronti di quei Paesi che calpestano quei principi, che calpestano i valori della democrazia parlamentare, che vanno a colpire parlamentari che hanno avuto l'unica colpa - e qui ancora una volta noi riconosciamo tutto il nostro sostegno ai parlamentari coinvolti, a Fassino, Orlando, Zampa, Verducci, Floridia - di votare secondo scienza e coscienza per chiedere che tutti i Paesi che dialogano con l'Europa rispettino i principi dell'Europa.