Presidente, onorevoli colleghi, io ho avuto l'onore e l'onere di intervenire sul primo scostamento di bilancio. Ormai sono passati molti mesi e oggi intervengo sul quinto. È quasi impressionante immaginare e pensare quello che è accaduto in questo lasso di tempo, non solo in Italia ma nel mondo. Siamo stati travolti da un qualcosa di totalmente nuovo, inaspettato e crudele nelle sue modalità di azione, un nemico subdolo, un nemico invisibile, un nemico a cui è facile attribuire un nome, cioè un virus, che ha sconvolto le nostre vite e tutt'oggi ci lascia una contabilità di vittime che a dire drammatico è dire poco. Ogni giorno leggiamo un bollettino che ci ferisce. Molti di noi si sono ammalati, molti sono fortunatamente guariti, altri non ce l'hanno fatta, e in questo momento, mentre noi stiamo discutendo dello scostamento di bilancio, ci sono i nostri meravigliosi angeli del mondo della salute che lottano per salvare vite. In questo stesso momento, per le decisioni difficili che abbiamo preso in Italia, ma che sono state anche prese in altre parti del mondo e nella stessa Europa, ci sono tanti che stanno soffrendo, che hanno incertezza e paura per il loro futuro, i tanti che lavorano nel mondo dell'impresa, i commercianti, i professionisti, i lavoratori autonomi, gli artigiani, coloro che lavorano nel mondo dello sport, gli allenatori, di cui parlava prima il collega, i tanti giovani che guardano a che cosa accadrà nel loro futuro, se avranno le stesse opportunità che abbiamo avuto noi o chi era ragazzo solo cinque anni fa, sei anni fa, chi ha dovuto rivedere i propri programmi di studio, di vita. Le donne - le donne! - sono quelle più massacrate da questa crisi, come anche ieri l'Istat ci ha segnalato, nelle opportunità di lavoro, nella visione del proprio futuro, ai bambini che non stanno nascendo nel nostro Paese. Ecco, questa è la mole gigante di responsabilità che in questo Parlamento ci stiamo prendendo e ci siamo presi in questi mesi. E questo scostamento di bilancio che cos'è? È un'ulteriore prova di resistenza del nostro Paese, un'ulteriore prova di capacità di mettere in campo misure per venire in aiuto a chi oggi sta soffrendo. L'appello che è venuto da tanti colleghi, cioè quello di immaginare in prospettiva il nostro Paese, è l'appello a cui siamo chiamati nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Dunque, non solo disegnare come intervenire per queste categorie e, quindi, immaginiamo i ristori come un qualcosa che permette oggi, subito, di dare una risposta sia dal punto di vista fiscale, cioè dal punto di vista delle tasse, a chi dovrebbe pagare tasse nel momento in cui non sta avendo un reddito, a misure che permettono a chi oggi fa impresa di prospettarsi nel futuro e di resistere a questo momento, ma anche interventi mirati, immediati di ristoro a chi, signori, vive con il proprio stipendio mensile e che se non ce l'ha non c'ha da mangiare, perché è questo di cui stiamo parlando in molti settori della nostra società, anche in luoghi, in posti e in professioni che non conoscevano la paura della miseria e che vedono questo spettro dato dalla perdita del proprio reddito. Tenere queste due cose, cioè aiutare a mangiare, aiutare a sopravvivere, aiutare a resistere in questa fase chi è più colpito, i colpiti da questa crisi maggiormente, e, dall'altra parte, prospettare la crescita del nostro Paese. Come uscirne? Innanzitutto, abbiamo una buona notizia e questa dobbiamo saperla dare ai nostri cittadini, perché, se questa è una guerra ed è una guerra di resistenza al virus, abbiamo finalmente anche una linea di fine che ci viene data a questa guerra, che è data dalla vaccinazione, dalle nuove terapie che arriveranno nel nostro Paese, da un piano nazionale vaccini che ci verrà presentato qui, in quest'Aula, il 2 dicembre. E, quindi, sappiamo che questo periodo in cui dobbiamo resistere è un periodo limitato nel tempo e dobbiamo mettere in campo quelle misure, attraverso la legge di bilancio e attraverso, poi, il Recovery Plan, che ci permetteranno di fare che cosa? Di tornare a crescere, di avere fiducia nel nostro futuro e nelle nostre capacità di resistenza, perché senza la parola “fiducia” non andiamo da nessuna parte. È la fiducia la chiave con la quale possiamo uscire da questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). È la fiducia, la fiducia nelle nostre imprese, la fiducia nella nostra capacità di immettere liquidità, la fiducia nella gente di rimboccarsi le maniche ma per farlo dobbiamo guardare con fiducia a un futuro. Ora noi accogliamo con grande favore - lo abbiamo sempre fatto - il fatto che in quest'Aula nei momenti veramente difficili siamo l'Italia: non siamo i nostri singoli partiti, non siamo i nostri elementi di divisione, non siamo fazioni, siamo l'Italia; e quando facciamo questo siamo in grado di dare il massimo di noi stessi e diamo anche una risposta a come mai questo nostro Paese, così difficile e complicato da governare, nei momenti più difficili riesce sempre a sollevare la testa e a stupire il mondo. Dobbiamo credere nella nostra capacità di fare questo, dobbiamo crederci, perché soltanto così affronteremo meglio il 2021 e daremo la risposta a come pagare il debito che stiamo mettendo sulle spalle delle prossime generazioni. Come lo pagheremo? Lo pagheremo tornando a crescere. E come faremo a crescere? Lo faremo con le risposte che insieme dobbiamo trovare sul nostro piano di resilienza, sulle misure che qui dentro dovremo votare sulla legge di bilancio e dando anche oggi, con questa scostamento di bilancio, una risposta a chi non avrà gli introiti nei prossimi mesi per via delle chiusure invernali, per il mondo del turismo così schiacciato da questa crisi, soffocato, a chi ha i bar, a chi in questo momento con i ristoranti ha dovuto fare un ulteriore sacrificio e ai tanti professionisti, ai tanti professionisti, che si vedono spaventati dal presente e dal futuro. Ecco, io credo che oggi - e noi crediamo convintamente - con questo voto e con l'apertura che è venuta anche dalle opposizioni noi potremo affrontare anche con maggiore serenità i prossimi mesi. Questo non vuol dire che ognuno non fa la sua parte. Guardate, io lo dico con grande chiarezza: l'opposizione deve fare l'opposizione, è giusto. È giusto che ci inchiodi laddove ci sono degli errori, è giusto che faccia un lavoro di segnalazione delle cose che non ritiene appropriate, è giusto fare questo lavoro, ma non è, invece, corretto quando si nega che sia stata fatta qualsiasi cosa. Ecco, questo no! Questo vuol dire decapitare, deprivare, distruggere un capitale messo in campo in questi mesi di sacrificio. Io spero che con questo scostamento di bilancio noi non solo daremo ristoro alle tante persone che in questi giorni sono spaventate per quello che potrà accadere, ma avremo le misure per affrontare meglio la fine di questa seconda ondata, ci prepareremo, con le misure sanitarie, a trasformare ipotetiche terze o quarte ondate in delle risacche, cioè una gestione e un contenimento di un virus che oggi conosciamo molto meglio di ieri. Questa crisi finirà e noi siamo impegnati, come Partito Democratico, a che l'Italia esca da questa crisi con la testa alta e con la capacità e la forza, anche, nelle nostre, morale e psicologica, di affrontare un futuro che vogliamo costruire per i nostri figli assolutamente migliore.
Discussione generale
Data:
Giovedì, 26 Novembre, 2020
Nome:
Beatrice Lorenzin