Relatore
Data: 
Giovedì, 26 Novembre, 2020
Nome: 
Pietro Navarra

Doc. LVII-bis, n. 3

Grazie, Presidente, signora Viceministra, onorevoli colleghi. Il 21 novembre 2020 il Governo ha presentato la relazione al Parlamento, predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, nella quale illustra l'ulteriore aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, ai fini della relativa richiesta di autorizzazione alle Camere. L'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 prevede che scostamenti temporanei dal saldo di bilancio strutturale dall'obiettivo di medio termine possono essere consentiti in caso di eventi eccezionali, sentita la Commissione europea e previa autorizzazione, approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, indicando nel contempo il piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine. La relazione oggi in esame è stata preceduta da quattro autorizzazioni allo scostamento dal piano di rientro, approvate a maggioranza assoluta dalle Camere nel corso del 2020. I primi tre scostamenti di bilancio sono stati autorizzati per compensare l'impatto economico e sociale delle misure di contenimento resesi necessarie per fronteggiare la prima ondata di pandemia.

Il quarto scostamento di bilancio ha invece dato una prima risposta agli effetti delle misure restrittive adottate nel nostro Paese per far fronte alla seconda ondata di contagi esplosa dopo il periodo estivo. Le risorse finanziarie della prima autorizzazione presentata il 5 marzo sono state impiegate quasi integralmente per finanziare le misure contenute nel decreto-legge n. 18 del 2020 e in parte per finanziare le misure dei decreti-legge nn. 23 e 34 del 2020. Il 24 aprile del 2020, in occasione della presentazione del Documento di economia e finanza, il Governo ha presentato al Parlamento una seconda relazione, le cui risorse finanziarie sono state quasi integralmente utilizzate per il finanziamento delle misure introdotte dal decreto-legge n. 34 del 2020. La terza relazione al Parlamento è stata presentata dal Governo il 23 luglio 2020, a copertura delle misure introdotte dal decreto-legge n. 104 del 2020. Nei decreti-legge finanziati dai tre scostamenti di bilancio appena menzionati il Governo ha prontamente mobilitato ingenti risorse per fronteggiare la pandemia sanitaria, per sostenere famiglie, lavoratori e imprese ed evitare una grave depressione e favorire una pronta ripresa. Tra i numerosissimi interventi sono state varate misure di rafforzamento dei servizi sanitari e di sostegno ai redditi dei lavoratori dipendenti e autonomi, sono state approvate moratorie rispetto agli impegni finanziari delle imprese e delle famiglie nei confronti della pubblica amministrazione e sono stati attivati aiuti settoriali per i comparti più danneggiati dall'epidemia. È stato affrontato il problema delle nuove povertà attraverso un trasferimento di risorse ai comuni per aiutare le persone in difficoltà a reperire prodotti di prima necessità e generi alimentari, è stata rafforzata l'erogazione di credito alle famiglie e alle imprese, sono stati rinviati gli adempimenti fiscali da parte di lavoratori e imprese e sono state varate misure per accelerare i pagamenti della pubblica amministrazione verso i propri fornitori. Infine, è stata finanziata la totale soppressione degli aumenti IVA e delle accise previsti dalla legislazione allora vigente. Per valutare la bontà delle scelte fatte dal Governo possiamo calcolare gli effetti sulla crescita economica del Paese da essa prodotte: nel terzo trimestre del 2020 il prodotto interno lordo italiano ha avuto un deciso rimbalzo, pari al 16,1 per cento rispetto al trimestre precedente, trimestre quest'ultimo nel quale è deflagrata l'emergenza sanitaria e nel quale si era registrato un calo del 12,4 per cento. Nel confronto con gli altri Paesi dell'area euro l'Italia ha fatto registrare il miglior recupero dopo la Francia, in termini di PIL guadagnato nel periodo tra il secondo e il terzo trimestre, risultati questi che hanno superato le aspettative dello stesso Governo, che prevedeva un aumento del PIL del 13 per cento, di tre punti inferiori rispetto al 16,1 per cento poi raggiunto. Allo stesso modo, questo risultato ha superato le aspettative di numerose istituzioni economiche e finanziarie e centri di ricerca e di analisi economica nazionali e internazionali, primo fra tutti la Banca d'Italia, che prevedeva una crescita di quattro punti di PIL inferiore, il 12 per cento, rispetto a quella invece registrata dal nostro Paese. Finito il periodo estivo, la temuta seconda ondata, così come nel mondo e in Europa, è arrivata anche in Italia, dove l'andamento dei contagi ha mostrato una netta accelerazione a partire dal mese di ottobre. Il peggioramento della situazione sanitaria ha reso necessarie misure progressivamente più restrittive, di cui hanno risentito particolarmente le attività economiche che si caratterizzano da contatti interpersonali e da rischi di assembramento. È infatti ormai ampiamente riconosciuto, oltre che dimostrato dall'esperienza registrata durante la prima ondata dei contagi, che contenere il virus attraverso misure restrittive della mobilità delle persone rappresenta la migliore strategia, non solo per salvare vite umane, ma per recuperare la fiducia necessaria ad instaurare le condizioni di normale funzionamento del sistema economico. Il DPCM del 3 ottobre, attualmente in vigore, ha introdotto un approccio di contrasto all'epidemia che fa pieno ricorso a una raccolta ormai sistematica delle informazioni sulla diffusione del virus e a una loro analisi scientifica che permette una risposta da parte del Governo graduale e progressiva perché più precisa e differenziata territorialmente. Quindi il 6 ottobre, in occasione della presentazione della Nota di aggiornamento del DEF per il 2020, il Governo ha trasmesso al Parlamento la quarta relazione per lo scostamento di bilancio, che illustra un ulteriore aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio termine, autorizzato dalle Camere il 14 ottobre con l'approvazione di apposita risoluzione a maggioranza assoluta. Le quattro richieste di scostamento autorizzate finora dal Parlamento nel corso del 2020 hanno comportato il ricorso a un maggior deficit, per circa 100 miliardi di euro, pari a 6,1 punti percentuali di PIL. Come affermato in precedenza, l'aggravamento della situazione sanitaria derivante dalla seconda ondata di contagi ha determinato la scelta di un approccio progressivo e differenziato territorialmente per il contenimento del virus. Le regioni sono state suddivise in base a tre categorie di gravità delle condizioni sanitarie, a cui sono state associate in modo differenziato le regole di distanziamento sociale e di chiusura delle attività economiche.

Per affrontare le conseguenze economiche e sociali di tali restrizioni e in previsione della continuazione di una politica di contenimento dei rischi di infezione fino alla fine dell'anno, si è reso necessario estendere le misure di sostegno in corso di approvazione attraverso la predisposizione di ulteriori interventi per i quali è necessario reperire risorse finanziarie aggiuntive.

Per quanto attiene ai profili di finanza pubblica per l'anno in corso, con specifico riferimento al livello di indebitamento netto in rapporto al PIL, la relazione del Governo in esame rivede in miglioramento la stima dell'indebitamento netto tendenziale al 10,4 per cento del PIL, nonostante l'elevato grado di incertezza del contesto economico. Questa stima è dovuta principalmente al fatto che il livello tendenziale delle entrate si conferma stabile rispetto a quello contenuto nel documento programmatico di bilancio. Dal lato delle spese, invece, gli strumenti di monitoraggio indicano valori più contenuti per consumi intermedi, altre uscite correnti e redditi; inoltre, sono state riviste al ribasso le spese per investimenti e interessi.

Sulla scorta di tale revisione dell'andamento tendenziale dell'indebitamento netto, il Governo, con la relazione in esame, sentita la Commissione europea, richiede per il solo anno 2020 l'autorizzazione al ricorso a un maggiore indebitamento pari a 5 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare e di 8 miliardi di euro in termini sia di fabbisogno che di indebitamento netto. Per effetto della nuova richiesta di scostamento e considerando le precedenti autorizzazioni concesse e gli obiettivi programmatici definiti dalla NADEF 2020 e dal Documento programmatico di bilancio 2021, il livello massimo del saldo netto da finanziare potrà quindi aumentare complessivamente per l'anno in corso fino a 341 miliardi di euro in termini di competenza e fino a 389 miliardi in termini di cassa.

Per quanto riguarda il prossimo triennio di programmazione, nonostante l'elevato grado di incertezza che circonda ogni tentativo di stima, il Governo conferma il percorso di rientro verso l'obiettivo di medio termine, già indicato nella Nota di aggiornamento del DEF, in base al quale si avrebbe un indebitamento netto pari al 7 per cento del PIL nel 2021, al 4,7 per cento nel 2022 e al 3 per cento nel 2023. Dalla relazione del Ministro Gualtieri in Commissione si apprende che le risorse provenienti dal nuovo scostamento di bilancio serviranno a rafforzare le misure di sostegno economico, a partire dal rinvio delle scadenze fiscali da qui alla fine dell'anno, per tutti i cittadini e le imprese colpiti nel loro reddito e nella loro operatività dalle scelte di temporanea chiusura o limitazione delle attività e che hanno registrato perdite durante la seconda ondata di contagi. A questo fine, subito dopo l'eventuale approvazione della relazione da parte del Parlamento, sarà adottato un decreto-legge.

Il Governo si è impegnato a fondo in queste settimane per affrontare la seconda ondata dei contagi e per proporzionare la risposta in ragione dell'andamento della curva di diffusione del virus; lo ha fatto senza rinunciare mai a un confronto costruttivo con le istituzioni locali e regionali e chiedendo un contributo responsabile a tutti i gruppi parlamentari. In queste settimane ci apprestiamo ad affrontare la legge di bilancio e, poi, gli obiettivi e le misure del Recovery plan. Dalle scelte a protezione del sistema economico, colpito duramente dagli effetti della pandemia, quindi, si passerà a quelle che riguardano la ripresa del Paese. Si tratta di un passaggio epocale, di una sfida decisiva per superare non solo questa crisi, ma un quarto di secolo di stagnazione e perdita di competitività della nostra economia su scala internazionale. Siamo fiduciosi e in questo momento, certamente difficile ma anche pieno di opportunità, seppure nel rispetto delle altrui opinioni e visioni del Paese, ciascun parlamentare e ciascuna forza politica non farà mancare il proprio prezioso contributo.