Grazie, Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico, come peraltro già fatto in Giunta, voterà in maniera conforme, quindi favorevolmente, alle conclusioni del relatore, condividendo le considerazioni che sono state fatte, che sono state anche riassunte nella relazione fatta in Aula. Noi consideriamo questa vicenda assorbente una circostanza, che è stata già peraltro ricordata, ma che anche io voglio ribadire, e cioè una denuncia che è stata fatta e che ha riguardato quattro parlamentari, una denuncia che riguarda la stessa vicenda, lo stesso fatto, cioè la pubblicazione sul sito del Partito Democratico di dichiarazioni attinenti a una medesima vicenda. Per quella denuncia, che ha riguardato quattro parlamentari, per tre di essi, è già arrivata una decisione della magistratura, che ha ritenuto di archiviare il procedimento e la denuncia, sul presupposto che non ci fossero le ragioni per coltivare la pretesa della denuncia stessa. Quindi, sulla stessa vicenda, noi abbiamo già tre giudici, tre procure, che hanno deciso che non ci fosse la necessità di proseguire, perché evidentemente hanno ritenuto che non ci fossero i presupposti per andare avanti nella procedura.
Voglio ricordare, in particolare, per quanto riguarda la denuncia che ha riguardato l'onorevole Rosato, cosa ha statuito, cosa ha detto, cosa ha dichiarato, la procura della Repubblica di Trieste, perché mi pare che sia abbastanza importante. Ha detto esattamente questo - leggo- , ritenendo che “è pacifico che le asserzioni dell'onorevole Rosato attengono alla sicurezza delle comunicazioni elettroniche dei parlamentari, per cui sembra lapalissiano che siano nell'ambito di applicazione dell'articolo 68, comma 1, della Costituzione”. Quindi, abbiamo tre giudici - la procura di Trieste, la procura di Bologna e la procura di Roma - che erano competenti per le altre denunce, che hanno deciso e deliberato che non ci fosse ragione di proseguire perché quelle dichiarazioni erano coperte dalla insindacabilità.
Ora, mi chiedo come il Parlamento possa decidere diversamente rispetto a valutazioni che sono state conformi in 3 delle 4 procure che sono state interessate dalla vicenda. A noi pare che questa considerazione sia assorbente di qualunque altra e che, quindi, non ci sia neanche bisogno di ricordare - come peraltro è stato fatto diligentemente dal relatore - che, nella stessa data nella quale veniva pubblicata quella inchiesta che poi ha portato alle denunce, nella stessa identica data, il capogruppo del Partito Democratico formulava al Presidente della Camera quesiti attinenti esattamente a quella vicenda, oggetto di querela. E quindi si potrebbe sostenere, con qualche argomento non così infondato, che, essendo il capogruppo del Partito Democratico rappresentante di tutti i parlamentari, quell'attività in ogni caso avrebbe scriminato anche dichiarazioni fatte esternamente; così come non occorre ricordare - perché è già assorbita dalla motivazione che noi riteniamo la principale, più evidente e più chiara di tutte - che quelle dichiarazioni riportate, del collega Fiano, erano riportate per estratto dentro una pagina del Partito Democratico e non riportavano integralmente tutta la vicenda, tutto il tweet e i commenti successivi che erano stati fatti sulla pagina del collega Fiano.
Per tutte queste ragioni, noi riteniamo che, nel caso di specie, sia abbastanza palese e chiara la necessità di votare conformemente alla relazione che ha fatto il relatore e, quindi, di votare per la insindacabilità, così come hanno già fatto 3 delle 4 procure interessate dalla vicenda.