Data: 
Mercoledì, 31 Marzo, 2021
Nome: 
Roger De Menech

 

Doc. XXVII, n. 18-A

Grazie, Presidente, grazie al Ministro e al sottosegretario. Credo che il momento sia importante anche - lo voglio sottolineare - per la presenza costante, qui in mezzo a noi, del Ministro Dell'economia, che ringrazio. Occasione unica, straordinaria, forse irripetibile per due cose: da una parte, per uscire dalla grave crisi pandemica, ovvio, scontato; ma io credo, dall'altra, per rendere il nostro Paese più moderno, più competitivo e, soprattutto, più giusto. Sono 6 le Missioni, lo abbiamo detto, tre sono le grandi priorità trasversali. I giovani, il genere, la questione femminile: ne ha parlato bene la collega Gribaudo. Io parlerò della terza: il riequilibrio territoriale, colmare le diseguaglianze dei territori. A quella classica fra il Nord e il Sud del Paese - ne parliamo da tanti, troppi anni - io ne aggiungo altre, altrettanto importanti: ci sono diseguaglianze fra il centro e la periferia, fra le metropoli e le province, fra la pianura e le montagne, fra le aree densamente abitate e le aree interne del nostro Paese. Riconoscere queste difficoltà e queste differenze vuol dire mettere in atto, nel Piano di ripresa e resilienza nazionale, quelle condizioni per una Italia e un Paese più giusto. Vivere in quota, vivere in pendenza non è la stessa cosa che vivere in pianura e dobbiamo riconoscerlo. La montagna - ringrazio per questo il relatore - entra in maniera importante anche nella relazione della Commissione bilancio, entra perché è un pezzo del motore di sviluppo del Paese. In montagna abbiamo un grande problema, oggi, quello dell'abbandono, dello spopolamento. È un tema italiano la denatalità, ma nelle valli, nelle valli appenniniche e nelle valli alpine, il tema diventa ancora più drammatico perché, da un lato, c'è la denatalità e, dall'altro, c'è il cosiddetto scivolamento a valle: le persone naturalmente si spostano e vanno a vivere in pianura. Una montagna disabitata è una montagna che muore. Il Piano può essere una straordinaria occasione di sviluppo. Il 55 per cento del territorio italiano, lo sappiamo, è morfologicamente è fatto così in Italia. Dobbiamo assolutamente mettere al centro questo tema, come sta facendo l'Europa, strutturando dei progetti pilota perché, l'ho già detto, la montagna è un tema trasversale rispetto alle azioni del PNRR. Ne citerò alcune, per flash ovviamente. Innanzitutto, l'Agenda digitale per la montagna: fondamentale è l'aspetto della connettività nei territori delle aree più interne del Paese; poi, tutto il tema della sostenibilità e della rivoluzione verde; la lotta al dissesto; le filiere turistiche sostenibili; la filiera del legno e delle foreste. Sono solo dei titoli ma sono molto importanti e possono mettere insieme la sostenibilità ambientale e la crescita economica di quei territori. Riqualificare i borghi, l'agriturismo, l'agricoltura sostenibile e di qualità, proprio perché tutto il nostro territorio deve essere sostenuto. Conoscendo la sua sensibilità e le sue origini, Ministro, io le lancio una sfida: abbiamo fatto una grande operazione per il Sud, che si chiama “io resto al Sud”. Nel Piano europeo e nel Piano nazionale lanciamo una grande sfida: “io resto in montagna”, perché solo la montagna abitata è la montagna che vive (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); è una montagna che sta dentro l'interesse dell'intera Nazione.

Se noi perdiamo la sfida dell'abitare in montagna, questa sfida non viene persa solo dai montanari e dalle persone che abitano nelle parti più interne, nelle zone interne del Paese, ma è una sfida che perde tutto il Paese. E' una sfida che ha all'interno anche una grande possibilità di rilancio economico del nostro Paese. Pensiamo solo a un grande comparto: il turismo sostenibile. Ecco, in questa sfida c'è un pezzo del rilancio del nostro Paese, ma sono sicuro che insieme, Parlamento e Governo, possiamo assolutamente vincerla. Grazie