Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 7 Ottobre, 2020
Nome: 
Piero De Luca

Doc. LXXXVI, n. 3-A

Grazie, signora Presidente. La discussione di oggi sul Programma di lavoro in Europa giunge in un momento particolare, come abbiamo detto, ed è necessariamente condizionata dal drastico cambiamento del quadro politico, causato dalla pandemia. L'emergenza che stiamo affrontando ha fornito un messaggio e un insegnamento che dobbiamo saper cogliere per il futuro: nessuno può farcela da solo e rafforzare l'integrazione europea è l'unica strada per proteggere e tutelare al meglio le nostre comunità. In un mondo così interconnesso, le crisi non si superano con chiusure di confini, con la cultura dei muri, ma si combattono con unità, solidarietà e condivisione degli sforzi.

Allora, un dato, un elemento, emerge con evidenza assoluta: se avessimo dato retta ai sovranisti, di casa nostra ed europei, e ai negazionisti non solo del virus, ma anche dell'integrazione europea, oggi avremmo avuto un'Italia isolata, sull'orlo di un vero e proprio disastro sanitario, finanziario, economico e sociale. Questa è la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Così fortunatamente non è stato. Grazie al lavoro del nostro Governo e dei democratici in Europa e in Italia, l'Unione ha vinto la propria battaglia contro lo scetticismo e il disfattismo, adottando misure straordinarie, all'altezza della sfida che avevamo davanti.

Il nostro compito, ora, è anzitutto quello di supportare il Governo nelle ultime fasi del negoziato sul quadro finanziario pluriennale e sul programma Next Generation EU. Bisogna fare presto. Però, una considerazione al riguardo preliminare credo s'imponga sin d'ora, anche alla luce del dibattito che abbiamo ascoltato. Guardate, grazie ai democratici, l'Italia non è più subalterna o inesistente in Europa, ma è tornata ad essere protagonista delle scelte decisive e strategiche a Bruxelles. Questa è la verità! E noi siamo orgogliosi di rivendicare con forza la creazione del programma Next Generation EU, perché è una misura rivoluzionaria, finanziata per la prima volta con eurobond, in cui nessuno credeva fino a qualche settimana fa. Già questa è una grande scommessa vinta dal Governo e dai democratici italiani ed europei. Questo è il punto centrale. Certo, la sfida che abbiamo davanti ora è quella di completare questo negoziato e superare anche le due principali criticità che sono sul tavolo: quella legata alle nuove risorse proprie europee e l'altra alle condizionalità nella distribuzione dei fondi dell'Unione.

Sul primo punto, riteniamo indispensabile essere molto chiari e netti: l'Unione ha bisogno di una base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società, una vera e propria corporate tax, ma ha bisogno anche di una digital tax e di una web tax, che consentano di armonizzare una volta per tutte le differenti regole nazionali in materia tributaria.

Noi siamo chiari al riguardo. È ora di dire basta alla pratica del dumping fiscale o del fiscal shopping di multinazionali che, a discapito di tali territori tra cui l'Italia, producono fatturato e valore aggiunto senza pagare tassazione, sottraendo risorse importanti e decisive per le nostre comunità. Questo lo possiamo fare, però, soltanto rafforzando l'integrazione europea, non eliminando e indebolendo il processo comunitario.

Allo stesso modo vorremmo essere chiari sul secondo aspetto ancora in discussione. Lo diciamo anche qui con estrema convinzione: “no” alla piena distribuzione di risorse per i Paesi che violano lo Stato di diritto in Europa! Questo è un altro impegno decisivo e per noi fondamentale, su cui lavorare a Bruxelles. L'Italia ha il dovere politico e morale di difendere in Europa la libertà di stampa e di insegnamento, l'indipendenza della magistratura, la dignità umana, l'autodeterminazione sul proprio orientamento sessuale. Al riguardo crediamo che tutti in quest'Aula debbano considerare, tra le altre, illiberale la legge ungherese sull'impossibilità di cambiare nome o gender sul registro civile o altri documenti di identità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il riconoscimento ufficiale di questa gender o nome è un diritto umano fondamentale da difendere e tutelare.

Al netto di questo sforzo immediato negoziale, per rafforzare la costruzione dell'Europa del futuro dovremmo lavorare in due direzioni: da un lato, attuare riforme importanti della governance economica e istituzionale dell'Unione; poi dovremmo, però, stabilire al tempo stesso delle nuove priorità politiche e strategiche, per rendere la nostra società, la società europea, più giusta, equa e competitiva.

I programmi e i progetti centrali anche del programma Next Generation EU rappresentano delle linee guida essenziali per il futuro percorso politico dell'Unione. La sostenibilità ambientale e lo sviluppo digitale sono due settori decisivi, su cui puntare. Ma altrettanto decisiva è l'esigenza di rafforzare gli impegni comuni e il coordinamento, in particolare in ambito sanitario, alla luce della attuale emergenza. Noi riteniamo necessario valorizzare in Italia e in Europa la ricerca medica, l'approvvigionamento di strumenti clinici, di vaccini, dispositivi di protezione individuale, e sostenere sempre di più gli operatori sanitari, che rischiano ogni giorno anche la propria incolumità per difendere la vita e la salute dei nostri cittadini, cui rivolgiamo un caloroso ringraziamento per gli sforzi quotidiani che compiono, in Italia e in Europa. Sul punto consideriamo fondamentale, allora, valutare con ragionevolezza l'esigenza di impiegare le risorse e la linea sanitaria del MES, 36 miliardi di euro di prestiti a tasso agevolato senza condizionalità, per destinarli a spese e investimenti, diretti e indiretti, nel comparto sanitario. Allora, chiediamo a tutti di portare avanti un dibattito serio e attento nel merito e decidere in modo pragmatico in futuro sul suo utilizzo, a seguito di un apposito dibattito parlamentare, sulla base di un piano ospedaliero definito e di una valutazione di sostenibilità dei conti, dei costi e dei fabbisogni.

Noi crediamo però - lo diciamo con grande nettezza - che l'Italia abbia bisogno di risorse straordinarie per rafforzare il proprio sistema sanitario pubblico e renderlo più forte, efficiente e competitivo da Nord a Sud del Paese e in quella direzione lavoreremo.

L'Europa del futuro dovrà poi necessariamente rafforzare l'attenzione sul pilastro sociale. Al riguardo, riteniamo essenziale trarre spunto dal successo del programma SURE per creare un meccanismo strutturato di assicurazione contro la disoccupazione ciclica e rilanciare nei prossimi mesi una grande battaglia di dignità e di civiltà, quella per il salario minimo europeo per tutelare i diritti essenziali dei lavoratori ed evitare, anche qui, inaccettabili fenomeni di dumping sociale nel nostro continente. Lo stesso impegno dovrà essere rivolto poi per mettere in campo misure strutturali - finalmente strutturali - di sostegno all'occupazione femminile, affermare e difendere con forza la parità di genere in campo economico e sociale nel pieno rispetto dell'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. Decisivo sarà poi l'investimento nel capitale umano, nella scuola, nell'educazione, nel patrimonio di valori rappresentato oggi anche e soprattutto dal progetto Erasmus. Continuiamo a sostenere con forza la formazione dei nostri giovani e la creazione di un'identità comune europea e per fare questo dobbiamo fare attenzione a non tradire i sogni, le fiducie e le speranze di quella generazione Erasmus che hanno immaginato e cullato Antonio Megalizzi, Valeria Solesin e Fabrizia Di Lorenzo. Dobbiamo difendere il sogno dei nostri giovani europei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Uno sforzo comune sempre maggiore dovrà riguardare, infine, il ruolo dell'Europa nel futuro in ambito internazionale, la capacità di parlare con una voce unica, autorevole e forte negli scenari internazionali e la capacità di gestire, in modo finalmente unitario e responsabile, il fenomeno migratorio.

Intanto, siamo qui oggi e possiamo rivendicare con orgoglio un successo importante: abbiamo abrogato i “decreti Salvini”, abbiamo archiviato una pagina buia di propaganda dannosa e inefficace nel nostro Paese alle spalle dei più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), decreti propaganda inefficaci, dannosi e in parte anche incostituzionali. Ora dobbiamo rimettere al centro dell'agenda politica europea questo tema con un nuovo patto europeo che superi la logica dell'emergenza. Guardate, noi abbiamo celebrato pochi giorni fa la Giornata in memoria delle vittime dell'immigrazione. Non possiamo dimenticare e non dobbiamo dimenticare le 368 vite innocenti spezzate in quel drammatico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013. Allora, il Governo italiano reagì istituendo la missione Mare Nostrum, che ha permesso di salvare migliaia di vite umane e che consideriamo uno straordinario impegno di civiltà e umanità nel nostro Paese e di cui andare fieri. Oggi tocca, però, all'Europa farsi carico davvero di una gestione strategica e responsabile di questi fenomeni che superi l'attuale sistema di asilo, modifichi il Regolamento di Dublino e istituisca politiche di ampio respiro e procedure condivise e solidali per assicurare sicurezza, umanità, accoglienza e integrazione. Grazie anche all'impegno del Governo a Bruxelles qualcosa oggi si muove ed è di nuovo sul tavolo dei negoziati europei una proposta politica concreta in tal senso. Continuiamo a lavorare in quella direzione!

Insomma, le sfide che abbiamo davanti in questa fase difficile sono tante. Dobbiamo affrontarle, però, con rinnovata fiducia, perché è il momento questo di cogliere l'occasione, in una crisi inaspettata e devastante, per rilanciare con ancora più forza il progetto europeo, aprendo una grande fase costituente. Guardate, l'Europa negli ultimi decenni ha ottenuto dei risultati straordinari e importanti. Il premio Nobel per la pace, ottenuto nel 2012, è il simbolo e l'emblema del lavoro svolto e dell'importanza dell'integrazione europea. L'Europa ha risposto a questa fase facendo la propria parte, mettendo in campo misure e strumenti rivoluzionari, recuperando lo spirito di Ventotene, l'ispirazione dei padri fondatori dell'integrazione comunitaria. L'Italia ha avuto la conferma di non essere sola. Ora, però, tocca a noi, ora tocca al nostro Paese dimostrare di essere all'altezza delle sfide che abbiamo davanti. La mole di risorse enorme che avremo a disposizione nei prossimi anni rappresenta un'occasione storica per il sistema economico e sociale italiano, come ricordato anche dal Presidente della Repubblica Mattarella a cui rivolgiamo un saluto e un ringraziamento per l'autorevolezza, l'equilibrio e il ruolo di guida che assicura al Paese. Oggi abbiamo tutti il dovere di unire le energie e le competenze migliori dell'Italia per trovare quello spirito di unità nazionale messo in atto nella ricostruzione del dopoguerra e cogliere questa straordinaria opportunità per rilanciare e rendere il nostro Paese più equo e giusto ma anche moderno, sicuro e competitivo. Rafforzare la sovranità europea - e chiudo - è l'unico modo per difendere e consolidare la sovranità italiana e assicurare ai nostri cittadini e alle nostre famiglie un futuro migliore. È per questo che voteremo e daremo un parere favorevole sulla risoluzione di maggioranza presentata al Governo in Aula. Buon lavoro a tutti quanti noi.