Data: 
Martedì, 18 Dicembre, 2018
Nome: 
Andrea De Maria

Doc. XXV, n. 1 e Doc. XXVI, n. 1

Presidente, dico subito che noi del gruppo del Partito Democratico voteremo per proseguire le missioni internazionali, militari e civili, negli scenari di crisi. Lo faremo anche in un ruolo diverso in questa legislatura, che è quello di principale forza dell'opposizione, perché per noi contano prima di tutto l'Italia e il suo ruolo internazionale, per noi contano la professionalità, il coraggio, la serietà, il valore dei nostri militari e degli operatori civili che sono impegnati nelle missioni all'estero del nostro Paese.

Devo dire, per onestà intellettuale, che lo stesso atteggiamento non hanno avuto forze politiche che erano all'opposizione nella scorsa legislatura e che oggi sono al Governo. Quando erano all'opposizione, questa capacità di unirsi a sostegno dei nostri militari, dei nostri operatori civili, non c'è stata.

Ricordo - voglio fare solo un esempio -, quando a gennaio si discusse della missione in Niger: ci venne detto che era un regalo ai francesi o un modo per presidiare il deserto; poi, oggi la missione in Niger è diventata un fiore all'occhiello dell'azione del nostro Governo.

Per noi, invece, l'Italia viene sempre per prima, e viene la capacità del nostro Paese di promuovere pace e stabilità nelle aree di crisi.

Lo voglio sottolineare: missioni di pace. Devo dire che, sentendo l'intervento che mi ha preceduto, verrebbe da pensare a missioni di guerra, mentre sono appunto missioni di pace, volte a stabilire, anche attraverso l'uso della forza armata, situazioni di maggiore democrazia, di maggiore stabilità, di maggiore sicurezza nelle aree più critiche in cui siamo impegnati nell'ambito dell'azione della comunità internazionale.

Lo facciamo a partire da due riferimenti che per noi sono fondamentali: il primo sono i principi costituzionali, in particolare quel bellissimo articolo 11 della Costituzione, che dice insieme il ripudio della guerra, da parte del nostro Paese, come strumento per risolvere le controversie internazionali, e la scelta di concedere sovranità agli organismi sovranazionali e multilaterali, agli organismi internazionali, proprio per promuovere azioni di stabilità, di democrazia e di pace nel mondo. E lo facciamo dentro un'idea di contesto internazionale che promuove il multilateralismo, promuove la solidarietà tra popoli e nazioni, promuove la capacità di affrontare insieme le grandi sfide del nostro tempo.

Se parliamo di missioni internazionali, di missioni di pace, parliamo delle sfide del terrorismo, della radicalizzazione, dei traffici illeciti, dell'instabilità, di fenomeni transnazionali asimmetrici che caratterizzano un contesto internazionale particolarmente critico e difficile con cui ci troviamo a confrontarci.

E, quindi, noi siamo per interventi che in questo contesto promuovano i diritti umani e civili, promuovano le libertà democratiche fondamentali, promuovano il diritto alla cultura e all'istruzione, promuovano con particolare attenzione i diritti delle donne e dei giovani, delle minoranze etniche e religiose, quindi un'azione che delinea una coerenza con i principi costituzionali del nostro Paese, e la capacità di difendere in questo modo anche i nostri interessi nazionali, portando democrazia, pace e stabilità nelle aree di crisi che minacciano anche la sicurezza del nostro Paese.

Lo facciamo - secondo noi lo dobbiamo fare, l'abbiamo fatto nella scorsa legislatura, speriamo di continuare a farlo in questa - seguendo due tratti fondamentali della nostra storia di politica estera che caratterizzano l'Italia democratica, repubblicana, fin dalla sconfitta del nazifascismo e fin dalla sua nascita: uno è la dimensione europea, la scelta di agire con una politica estera europea comune, sempre più verso una politica di difesa comune dell'Europa e con un concerto degli Stati europei che insieme affrontano le crisi e le criticità che mettono in pericolo il nostro continente; l'altro è la dimensione transatlantica, quell'alleanza atlantica, quel rapporto con gli Stati Uniti, quel rapporto transatlantico che è stato un elemento di sicurezza e di stabilità che ha caratterizzato da sempre la politica estera e di difesa dell'Italia repubblicana.

Devo dire che oggi questi due principi sono messi in discussione dalla politica generale di questo Governo; lo sono nell'attacco alla dimensione europea e all'Unione europea, lo sono nei legami ambigui con la Russia di Putin di una forza molto importante di questa maggioranza che oggi governa il Paese, fino alle ultime dichiarazione del Ministro dell'Interno in Israele. Ciò perché altro punto di forza delle nostre missioni di pace è quanto i nostri militari sono apprezzati per la loro umanità, la loro imparzialità, la loro capacità di costruire il dialogo fra le parti in conflitto, di essere elementi di equilibrio, e quelle dichiarazioni, come ha dovuto far sapere lo stesso Ministero della Difesa, mettevano in discussione questa nostra terzietà e anche la sicurezza dei nostri militari impegnati nella missione UNIFIL.

Noi voteremo per proseguire le nostre missioni, le missioni di pace, le missioni militari e quelle civili, quelle che vedono insieme personale militare e personale civile impegnato, perché vogliamo mantenere questi assi nell'identità del nostro Paese, nella sua politica internazionale, una politica che tutela gli interessi nazionali, che lo fa nel rispetto dei principi costituzionali e lo fa promuovendo pace, stabilità e democrazia nelle aree di conflitto.

Di fronte alle ambiguità e alle contraddizioni che dimostra questo Governo in materie così delicate, noi vogliamo svolgere fino in fondo, in questo Parlamento, la nostra parte per mantenere ben saldi questi principi di fondo che riguardano la nostra azione internazionale, la nostra politica estera, la nostra politica di difesa e la nostra partecipazione alle missioni internazionali. Lo facciamo prima di tutto pensando che tutto il Parlamento deve essere a fianco di quegli uomini e di quelle donne che nelle Forze armate, nella cooperazione internazionale, negli operatori civili che contribuiscono alle missioni rendono onore all'Italia, e fanno quel lavoro di pace e di democrazia che rappresenta la parte migliore dell'identità e della storia del nostro Paese.