Discussione generale
Data: 
Giovedì, 15 Luglio, 2021
Nome: 
Giuditta Pini

Doc. XXVI, n. 4 Doc. XVI, n. 5

Grazie Presidente, interverrò sulla scheda 48, vale a dire sul rifinanziamento della formazione della Guardia costiera libica. Colleghi, una premessa innanzitutto, almeno tra di noi in questa sede: la Guardia costiera libica non esiste, esistono una serie di milizie private che gestiscono i campi che sono stati definiti da organizzazioni internazionali e dall'ONU, lager a terra, milizie che pattugliano contestualmente il mare di fronte a quei lager. All'interno di quei lager le donne vengono stuprate e gli uomini torturati. Il tutto viene filmato e quei filmati vengono mandati ai parenti in cambio di soldi con la promessa poi di liberare quelle persone. Se i parenti riescono a raccattare abbastanza soldi, queste persone vengono poi messe su dei barconi e mandati a fare la traversata del Mediterraneo; spesso e volentieri quei barconi vengono intercettati dagli stessi miliziani e vengono riportati nei lager. Quest'anno, nel 2021, la cosiddetta Guardia costiera libica ha intercettato 15 mila persone e le ha riportate a terra, di queste 8 mila sono scomparse. Perché, cosa succede? Accade che se non si hanno più soldi per pagare il riscatto o se si è orfani o se i genitori non riescono più a trovare i soldi, queste persone vengano fatte semplicemente sparire, vengono vendute come schiave oppure fanno una fine che a noi non è dato sapere. L'anno scorso questo Parlamento ha votato il rifinanziamento di questa missione con la sacra promessa che si sarebbe modificato il Memorandum Italia-Libia, che, lo ricordiamo, non è mai passato per queste Camere. Il Memorandum non è stato cambiato di una sola virgola; non solo, i dati ci dicono che la situazione nei campi e in mare quest'anno è peggiorata. Quest'anno ci si chiede di rivotare lo stesso finanziamento, con un aumento del finanziamento e con una promessa. Come hanno giustamente ricordato il relatore Ferrari e il collega del MoVimento 5 Stelle, Berti, la promessa è che cambierà la catena di comando, una cosa questa che però, di fatto, non cambia nulla. Qui c'è un problema politico. Credetemi, non ho piacere a dire questa cosa da membro del Partito Democratico. Noi non stiamo per niente valutando quello che il Consiglio d'Europa ha scritto in una lettera del febbraio 2019 al Ministro degli Affari esteri, Di Maio, con la quale si chiedeva di interrompere immediatamente ogni rapporto con la cosiddetta Guardia costiera libica. Noi non stiamo neanche mettendo in discussione il nostro rapporto con questi miliziani, noi stiamo semplicemente dicendo che cambiamo la catena di comando, tra l'altro facendo quasi sembrare che il problema non siano questi miliziani ma sia la nostra formazione. Quindi, una cosa assolutamente senza senso e ciò mi dispiace. Quello che dovremmo fare qui è proprio valutare l'efficacia di queste missioni. Noi possiamo valutare che in questi anni queste missioni non sono state efficaci, soprattutto non sono state sicuramente efficaci per il rispetto dei diritti umani. Questo Parlamento ha quindi oggi la possibilità di bloccare in modo selettivo, di dire in modo selettivo “no” solo al finanziamento di questa missione di formazione, di dire ad alta voce quello che ci chiedono moltissime organizzazioni internazionali tra cui L'OIM, UNHCR, l'ONU, Amnesty International, la Croce Rossa internazionale, la Mezzaluna Rossa, chiunque sia stato in Libia, chiunque abbia visto come lavora la cosiddetta Guardia costiera libica, chiunque abbia visto cosa succede in quei campi e in mezzo al mare, Guardia costiera peraltro che quando non spara sui barconi non esita a sparare anche sui nostri pescatori. Cosa succede oggi? Noi oggi abbiamo la possibilità di dire basta! Il nostro Paese non sosterrà più chi viola sistematicamente i diritti umani. Non ci sono strade in mezzo: o si vota “sì”, o si vota “no” e la scelta, cari colleghi, oggi spetta a ognuno di noi.