Doc. XXVI, n. 4 Doc. XVI, n. 5
Grazie, Presidente. Inizio ringraziando per davvero tutti i nostri militari, gli uomini e le donne, credo, verso cui anche questo Parlamento deve avere il più grande rispetto, che sono impegnati giorno per giorno nelle missioni internazionali in un'opera che rappresenta al meglio anche il saper fare italiano, anche in un campo così delicato e complesso come quello, per l'appunto, delle missioni internazionali. In un anno, dall'ultima autorizzazione, possiamo dire che lo scenario internazionale si è addirittura complicato. Arriviamo oggi con questa autorizzazione che ha il compito di legittimare da un punto di vista giuridico, ma soprattutto politico, le missioni internazionali con questo scenario; e di questo scenario internazionale, come dicevo, ancora più instabile e imprevedibile dobbiamo tenere conto.
La pandemia in questo contesto ha aggravato la situazione, ha aggravato la situazione operativa dei nostri militari; e quindi in cima ai nostri pensieri ci deve essere anche e soprattutto la garanzia che il sistema delle nostre Forze armate sia messo assolutamente in sicurezza da un punto di vista sanitario e da un punto di vista operativo. In questo momento è quindi importante non chiudersi nel cortile di casa, ma saper guardare oltre i confini della nostra nazione e anche oltre un interesse temporalmente immediato. In questo senso, il provvedimento non è una routine: è uno degli elementi fondamentali per esprimere in maniera compiuta la nostra politica estera in campo internazionale. Ma cosa sono le missioni internazionali? Sono il front office, sono la parte operativa, la parte più evidente, il terminale operativo, però, di operazioni politiche, diplomatiche e strategiche molto complesse. Un lavoro complesso fatto da molte articolazioni del nostro Stato, che parte dalla visione strategica del Parlamento, che oggi noi dobbiamo esprimere; passa per la capacità operativa del Governo di stringere gli accordi in campo internazionale. Lasciatemi in questo senso ringraziare - l'ho fatto per chi opera nel campo, gli uomini e le donne delle Forze armate, lo faccio anche con chi ha il compito di dirigere - il nostro Ministro, il Ministro Guerini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che con la giusta sobrietà e concretezza ha riportato l'Italia dentro il contesto naturale dell'Europa e della NATO. E oltre al Governo chi collabora, istruisce e stringe gli accordi in campo internazionale: tutto il comparto della difesa, fatto dalla parte militare, ma fatto anche dal corpo diplomatico, che tutti i giorni lavora per tessere gli accordi. Nessuno di questi comparti, di queste articolazioni del nostro Stato può agire da solo; lo dico perché, se non capiamo fino in fondo che queste sono le missioni internazionali, non capiamo come il nostro Paese possa porsi in questo ambito internazionale.
Come dicevo, nessuno può agire da solo; la sinergia fra queste articolazioni è l'elemento fondamentale. In questo senso, lo dico anche rispetto alla discussione che abbiamo avuto in queste giornate su una di queste missioni che riguarda il Mediterraneo e la Libia, tutti quanti noi dobbiamo prendere atto che è lì dentro che noi dobbiamo lavorare, che è dentro questa sinergia nazionale e internazionale che dobbiamo muoverci. Altrimenti rischiamo, come spesso, di non garantire gli interessi nazionali, di non consolidare un'alleanza europea vera e compiuta, di non contribuire, quindi, a rendere il mondo più stabile e soprattutto più giusto. E in questo senso è fondamentale, come dicevo, anche la nostra azione all'interno della NATO. In questo senso e solo così noi possiamo garantire quella garanzia agli uomini e alle donne che poi, come dicevo prima, saranno il nostro front office, saranno quelli che in quelle azioni di missioni militari dovranno rappresentare l'Italia e, soprattutto, garantire gli accordi.
Allora, dentro questo contesto, per queste caratteristiche c'è l'emendamento che abbiamo voluto approvare ieri rispetto al Mediterraneo e alla Libia, considerando tutte queste pregiudiziali che ho detto. E credo che la sintesi dell'indirizzo politico che il Parlamento deve dare sia esattamente questa: più Europa in quell'ambito, più Europa. Superare le attuali missioni vuol dire più Europa, ma vuol dire anche dare il tempo alle articolazioni dello Stato di costruire le condizioni politiche, diplomatiche e strategiche che citavo prima per arrivare a quel risultato. È esattamente quello che avevamo voluto fare con il buonsenso e la capacità operativa che deve avere la politica. In questo senso, credo che abbiamo dato un contributo alla discussione, un contributo molto importante e approfondito per riportare anche in Parlamento questa visione di futuro rispetto alle nostre alleanze. Il Partito Democratico in questo senso è impegnato in tutte le missioni ad agire con questa pregiudiziale; è impegnato soprattutto con la forte sensibilità che ha oggi e che avrà sempre con riguardo al rispetto dei diritti umani. Per noi sono sempre al primo posto, però dobbiamo assolutamente considerare fino in fondo le condizioni di contesto, queste non possiamo mai dimenticarcele.
Lasciatemi chiudere, ancora una volta, ringraziando l'operato di tutti i nostri militari, la grande professionalità, e lasciatemi dire che soltanto se la politica saprà dimostrare questa capacità sinergica all'interno dei confini nazionali, con una capacità di ascolto forte fra il Parlamento e il Governo, con la capacità di capire quali sono i veri contesti operativi che affrontiamo, sarà solo così che potremo essere autorevoli in campo internazionale per affrontare le sfide del futuro e potremo garantire le migliori condizioni - e credo che questo debba essere in cima agli interessi di tutti quanti noi - a quegli uomini e a quelle donne che devono rappresentare il nostro Paese in tutto il mondo.