Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 11 Dicembre, 2014
Nome: 
Rosy Bindi

 Doc. XXIII, n. 2

Signor Presidente, ho chiesto la parola al termine di questo dibattito proprio prima del voto che immagino ci sarà subito dopo questo mio intervento, perché voglio ringraziare tutta la Commissione per il lavoro svolto e che ci ha portato ad approvare all'unanimità una risoluzione importante, della quale la collega Garavini è stata relatrice, ma che ha visto in Comitato la partecipazione degli esponenti di tutte le forze politiche. 
  È un lavoro importante che abbiamo consegnato, come veniva prima ricordato, nelle mani del Presidente Schulz, che ci ha assicurato l'interesse suo personale, che poi abbiamo verificato anche nei presidenti dei gruppi al Parlamento europeo, perché il Parlamento europeo, anche in questa legislatura, si doti di uno strumento per una lotta alle mafie in campo europeo. 
  È un lavoro importante che abbiamo fatto e che io vorrei rappresentasse insieme agli altri lavori un pilastro per continuare a lavorare bene in Commissione antimafia. Tra pochi minuti avremo l'audizione del procuratore Pignatone e questa sera, alle ore 20, l'audizione del prefetto di Roma. Abbiamo previsto queste immediate audizioni anche su sollecitazione di tutti i gruppi che fanno parte dell'ufficio di presidenza. 
  La lotta alla mafia richiede unità tra le forze politiche, un'unità che – non dimentico mai di ricordarlo – ruppe una volta Pio La Torre con una relazione di minoranza alla quale noi tutti continuiamo ad ispirare il nostro lavoro, dove chiamò per nome e cognome anche le responsabilità politiche, anche di alcuni colleghi che sedevano in quella Commissione. Però, la lotta alla mafia non deve mai trasformarsi in uno strumento di lotta politica tra di noi, perché, altrimenti, vincono i mafiosi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà)
  Quindi, vorrei fare tesoro di tutto il dibattito che ho ascoltato, anche se le offese indiscriminate, il non chiamare per nome, ma chiamare tutti sul banco degli imputati, 

favorisce, ancora una volta, i poteri mafiosi. Noi dobbiamo fare un lavoro accurato anche nei confronti della nostra capitale: sta a cuore a tutti. E se vi è chi ha sbagliato, pagherà, ma tutto questo sarà possibile nella misura in cui, ripeto, saremo uniti, nella chiarezza, per combattere la lotta alla mafia, ma non useremo la lotta alla mafia per una lotta fra di noi. Grazie, Presidente(Applausi).